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Benedetto Gravagnuolo
Preside Facoltà di Architettura di Napoli


Buona sera a tutti. Consentitemi innanzitutto di ringraziare l’arch. Michele Capasso, la Fondazione Mediterraneo per l’abbinamento, la sinergia che ha voluto accettare con gli Annali. La nostra è un’ associazione fondata da poco che mette però insieme otto istituzioni pubbliche, cioè due università la Federico II e la SUN, due ordini professionali, l’ordine degli architetti e l’ordine degli ingegneri, tre enti locali, Regione, Provincia e Comune e la Sovrintendenza: quindi diciamo è un piccolo seme ma ci auguriamo abbia il tempo di crescere. La Fondazione e la Maison de la Méditerranée hanno invece una storia ben più lunga e prestigiosa e in comune abbiamo deciso di assegnare a Fabrizio Caròla questo premio per l’importanza del suo lavoro in Africa, non solo, diciamo, il nostro riconoscimento viene dopo altri riconoscimenti prestigiosi come quello dell’Aga Khan, soprattutto per il bellissimo ospedale di Khaedi che è al tempo stesso un capolavoro di architettura ma anche un’idea nuova di terapia e di rapporto fra malato e famiglia, ma anche perché Fabrizio Carola ha avuto l’intuizione di non andare in Africa con l’idea di esportare l’architettura vincente e trionfale dell’occidente né di subire il fascino di una civiltà più arcaica, più antica, cadendo nell’imitazione folklorica, ma di perseguire quel giusto punto di equilibrio tra cultura occidentale e dialogo con una cultura nuova. In un articolo io l’ho chiamato Robinson Crusoe, perché come Crusoe erede di una grande cultura europea è riuscito a costruire qualcosa di nuovo, di inedito, e tuttavia è il frutto di una comprensione del luogo, del clima e direi della cultura antropologica in senso lato, delle religioni, dei riti, delle mentalità di un altro popolo, di un’altra civiltà: ecco per questo egli in qualche modo è anche l’Ansan Fathi della nostra città perché, quando, come tutti sono andato in Egitto per vedere le piramidi, ho dormito in confortevoli alberghi, come lo Sheraton con aria condizionata poi sono andato a vedere queste architetture di Ansan Fathi e ho potuto constatare che senza l’uso di energia elettrica, solo con l’intelligenza di mettere in moto la natura, la reazione, i muri nello spessore giusti si aveva una temperatura perfetta che dimostra la follia di costruire grattacieli di vetro in un clima che non lo consente, quindi ecco l’abilità di Fabrizio Carola di costruire in mattoni di aver ripreso l’idea di Ansan Fathi della cupola di aver perfezionato il comparso e di aver realizzato architetture senza tempo, che appartengono alla nostra civiltà, alla nostra cultura e ai nostri giorni, ma potranno, secondo me, appartenere al futuro e appartengono in qualche modo anche al nostro passato. Grazie

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