IL MATTINO

1 marzo 2005

 

 

 

 

 

Salone del Libro, il futuro è nel Sud

di Fabrizio Coscia

 


Fabrizio Coscia Nel bilancio finale della XVI edizione di Galassia Gutenberg, bisognerebbe partire, forse, dai dati positivi: e il primo è la notizia che la sezione «Mediterranea», che quest’anno ha coinciso con l’intera mostra, diventerà permanente. In collaborazione con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo e l’agenzia di stampa AnsaMed, la sezione si occuperà della promozione di autori e editori del Mediterraneo, partendo dal Sud Italia e coinvolgendo i principali editori dei paesi della riva Nord e Sud. L’intenzione è anche quella di promuovere scambi e collaborazioni con le principali fiere del Mediterraneo, dai Book Fair di Gerusalemme ed Alessandria d’Egitto al Salone del Libro de Il Cairo e di Beirut. «Galassia Mediterranea è un progetto certamente ambizioso - ha detto Franco Liguori - ma che speriamo trovi l’appoggio delle istituzioni e delle categorie professionali proprio a partire dalla realtà della nostra regione». Va dato merito a Liguori di aver individuato nell’apertura al Mediterraneo un possibile rilancio per il futuro di Galassia. Un rilancio che appare ormai inevitabile di fronte - e qui veniamo al dato più preoccupante di questa edizione - al ridimensionamento della partecipazione degli editori, compresi - ciò che è più grave - gli editori campani. Spiccano, in tal senso, le assenze di Avagliano, Intra Moenia, Grimaldi, L’Isola dei ragazzi, Cuzzolin, Esselibri, D’Auria, Filema, la calabrese Rubbettino. Un ridimensionamento evidente anche nel progressivo ridursi degli spazi. Sembrano lontanissimi i tempi in cui si macinavano chilometri attraverso i vari padiglioni della fiera. Adesso tutto si risolve in una passeggiata tra i pochi stand degli editori, che, tolti quelli istituzionali, si riducono a un numero piuttosto esiguo. Una passeggiata che, forse, non merita il prezzo del biglietto d’ingresso, hanno fatto notare in parecchi. Ma che ne pensano loro, gli irriducibili, gli editori napoletani che hanno scelto di tornare, dei loro colleghi che hanno disertato Galassia? Snobismo, polemica, o magari semplice scelta basata su costi e ricavi? «L’accordo con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo e con l’Università L’Orientale ci fa ben sperare per un futuro di Galassia rivolta al Mediterraneo - sostiene Eddy Colonnese, che ha riscosso molto successo con la nuova collana ”I racconti della Sirena” varata in collaborazione con Tilapia - Immagino una Galassia che duri un anno intero, diffusa sul territorio, con questi quattro giorni vissuti come sintesi felice di un lavoro svolto per dodici mesi. Ovviamente mi auguro che l’anno prossimo siano presenti tutti gli editori napoletani assenti quest’anno. Forse il motivo va cercato solo nel momento difficile che stiamo attraversando. Un editore non può star dietro a tutte le fiere, così alla fine è costretto a scegliere». Ma perché Galassia non è più considerata una piazza importante per gli editori meridionali? Raimondo Di Maio, della Dante & Descartes, non giustifica le assenze: «Chi fa il nostro mestiere non può mancare a Galassia, se non altro per aiutarla a migliorare. L’invito che rivolgo a Liguori è di osare di più, far avere più fiato a Galassia, per farla diventare davvero la fiera di tutti gli editori mediterranei, puntando anche sugli incontri con nuovi talenti, con una letteratura alternativa, lasciando da parte i miti letterari ormai un po' avvizziti». E se Tullio Pironti confessa candidamente di essere presente solo per lanciare la sua autobiografia, confermando l’impressione generale di una Galassia ”fiacca”, ancora più drastica è Nunzia Massa: «Galassia si sta spegnendo come un lumicino - dice l’editrice napoletana - E lo dico con sofferenza. Forse è arrivato il momento di rompere certi equilibri per salvare una realtà che abbiamo accolto, alla sua nascita, con tanta speranza, magari illudendoci che potesse far uscire noi editori meridionali da questo ghetto del Sud»".