IL MATTINO

4 gennaio 2005

 

Con la Befana un supercoro di solidarietà

 

 


 

di Federico Vacalebre


Federico Vacalebre Napoli. Il rischio è quello di cadere nella retorica e, ancor di più, di fare un buco nell’acqua, di restare con un pugno di mosche in mano, com’è successo per la raccolta di fondi della notte di Capodanno a Napoli, in piazza del Plebiscito. Ma padre Reale e gli artisti che saranno protagonisti questa sera del concerto partenopeo per l’Epifania nella chiesa di Santa Maria La Nova, che RaiUno trasmetterà giovedì alle 9.35, temono piuttosto le migliaia di vittime che il dopo-tsunami causerà ancora e l’indifferenza che nei mass media e nell’opinione pubblica può portare l’assuefazione a una notizia, pur di proporzioni così catastroficamente colossali. Indifferenza che significherebbe mancanza di attenzione e di solidarietà e, quindi, altre migliaia di vittime e sofferenze per interi popoli. La festa per i dieci anni della manifestazione, dell’associazione Oltre il Chiostro e della Fondazione Mediterraneo, diventa così l’ennesimo concerto grosso di solidarietà. A Ilaria Moscato, presentatrice della serata, il compito di ripetere il più possibile di volte il numero (48580) a cui indirizzare gli sms destinati a raccogliere fondi per le popolazioni colpite dallo spaventoso maremoto nel Sud-Est asiatico. Agli artisti - Youssou N'Dour, Angelique Kidjo, Paul Young, Gary Brooker, Z-Star, Mauro Pagani, Meg, Bungaro, Enzo Gragnaniello, Linda e Alfio Antico - il compito di riempire la serata di note in sintonia con l’intento di andare, appunto, oltre la retorica, di colpire con voci e suoni gli ascoltatori, spingendoli alla donazione e a non abbandonare terre e genti devastate dalla furia della natura prima e dalle epidemie ora. Ecco, allora, che il cast e la scaletta messa in piedi dal direttore artistico Franz Coriasco scelgono come leit motiv il tema dell’unità: di artisti, di stili, di culture, di religioni. Youssou N’Dour, star del sound d’Afrique e ambasciatore Unicef, tornato alle radici per dimostrare con «Egypt» che un altro Islam è possibile, anzi che l’Islam non c’entra con il terrorismo e Osama, duetterà con Bungaro in una chiesa cristiana. Enzo Gragnaniello e Meg si incontreranno dividendo «’O mare ’e tu» del primo e «Parole alate» della seconda: un evento nell’evento, incontro tra generazioni newpoletane solo apparentemente incapaci di comunicare tra loro. Gary Brooker, anima dei Procol Harum, azzarderà una «Salty dog» con coro latino, Mauro Pagani porterà la tunisina Mouna Amari sulla sua mulattiera sul mare («Creuza de mä»), Z-Star riscriverà per l’occasione il suo primo hit «Lost highway», Angelique Kidjo, voce del Benin che in «Oyaya!» canta ritmi caraibici in francese, inglese, yoruba e fon incontrerà gli archi e i suoni classici. E, ancora: il poeta della tammora Alfio Antico, la svolta tex mex di Paul Young, Linda, gli Arteteca, l’orchestra diretta da Renato Serio. «È difficile pensare a quello che è successo», commenta la Kidjo, candidata a un Grammy Award nella categoria world music proprio come N’Dour: «Lo tsunami ci fa pensare a quanto siamo fragili e piccoli noi esseri umani. Ma la vita continua, qui come in India, Sri Laka, Maldive. Noi uomini dobbiamo imparare a essere più umili nei confronti della natura, a vivere in modo più armonioso tra noi e con lei. La musica può aiutarci a far fronte alle difficoltà della vita, dandoci fiducia e speranza, magari anche raccogliendo soldi per chi soffre. Soldi che sarebbe bello togliere ai bilanci dei padroni delle guerre che, sia chiaro, non servono certo a evitare il terrorismo, anzi». E Paul Young, cappello da cow-boy in testa, chiude con una provocazione: «Mi dicono che il governo italiano abbia stanziato appena 4 milioni di dollari per i popoli vittime del maremoto, contro i 100 di quello inglese. Spero che il popolo italiano riscatti i suoi governanti».