IL MATTINO
04/05/2005
Asse del Sud, parte la sfida alla devolution
FRANCESCO VASTARELLA Si chiama coordinamento delle Regioni del Sud, il
battesimo a Napoli è nel nome «delle cose che uniscono», a cominciare dai
giudizi sulla devolution, governatori che dialogano con Roma e Bruxelles in una
prospettiva mediterranea. Regioni vicine eppure tanto lontane nella sostanza,
oggi obbligate a mettersi insieme, a fare squadra, rete, sistema al di là degli
schieramenti, perché da sole non possono crescere. «Clima molto positivo», dice
Antonio Bassolino, sottolineando il fatto che si ritrovano esponenti di Unione
e Cdl: «Non è il partito dei governatori. Il Sud ha 20 milioni di abitanti,
dobbiamo farci carico del futuro». Nonostante i distinguo, c’è sintonia anche
sul reddito di cittadinanza. Dalla prossima volta, il coordinamento entrerà nel
vivo, si comincia dalle politiche del Mediterraneo, poi si passerà a devolution,
fisco, trasporti, programmazione di fondi statali e Ue, turismo, difesa del
suolo, sicurezza, ricerca, sanità. Prossimo appuntamento a giugno, ospiti di
Ottaviano Del Turco, in Abruzzo. Dopo la pausa estiva, in Sicilia, da Salvatore
Cuffaro. Il coordinamento nasce come «soggetto politico attivo», specificano i
presidenti (assente per impegni il sardo Renato Soru, che ha sottoscritto
l’iniziativa). Con Bassolino, Del Turco e Cuffaro ci sono Michele Iorio
(Molise), Agazio Loiero (Calabria), Vito De Filippo (Basilicata), Nichi Vendola
(Puglia). Un rappresentante terrà le fila tra una riunione e l’altra. Non ci
saranno portavoce. «Il Sud è tornato in agenda, i presidenti non possono che
incrociarsi, anche se è un processo complesso dopo 15 anni di oblio», spiega
Vendola, che sottolinea: «Non è un’operazione speculare al Nord». «È un fatto
rilevante, se diventerà un fatto storico dipenderà dai risultati», dichiara Del
Turco. «Fare politica prima di subire la politica e, soprattutto, Sud al di
sopra dei partiti», incalza Cuffaro parafrasando prima Alcide De Gasperi e poi
don Luigi Sturzo. Per Cuffaro «esistono diversità, ma questioni concrete ci
accomunano, comune è la volontà di chiedere interventi per le infrastrutture e
di definire il futuro senza elemosinare. Devolution, nome sbagliato. Lo statuto
siciliano è più federalista». «Anche alcuni partiti della Cdl - sostiene Loiero
- hanno votato la devolution, ma voteranno contro al referendum». «La Padania è
qualcosa di inesistente», riprende Bassolino: «Il Mezzogiorno una realtà
storica. Il Sud è una risorsa per una sorta di new deal di tutto il Paese. Non
concepiamo il Sud contro gli altri». Parole che suonano come una replica ai
senatori della Lega che attaccano: «Il coordinamento del Sud è un federalismo più
spinto di quello proposto da noi? Se Bassolino si è votato alla Borbonia,
perché è contro la Padania?» Non sono univoci i commenti dalla Cdl. Il ministro
Stefano Caldoro: «Il governo - dice - è interessato a una forte intesa con le
Regioni. Il decreto sulla competitività dà già alcune risposte alle regioni del
Sud. Le risorse sono cresciute negli ultimi quattro anni del 25%. Le azioni per
il Sud avranno maggiore forza se il rapporto Stato-Regioni non sarà
conflittuale». «L’iniziativa va salutata positivamente, ma non deve diventare
una passerella del centrosinistra contro il governo nazionale», avverte Italo
Bocchino (An), deputato e candidato presidente della Campania alle ultime
regionali. «Ogni iniziativa per il Sud è di grande rilievo. Però Bassolino non
riesce a liberarsi dell’idea di un Sud di opposizione», commenta il
viceministro Antonio Martusciello, secondo il quale «è singolare l’ostinazione
a contrapporsi a ogni costo a qualcosa, in questo caso la Padania, per
strumentale calcolo politico». Intanto, Emanuele Macaluso, ieri sul Riformista,
giudicando lodevole l’iniziativa, ha posto un quesito: «Le regioni del Sud sono
in grado di attuare politiche che producano legalità e sviluppo? O la
burocratizzazione e interessi parassitari sulla spesa pubblica hanno reso
impossibile invertire gli indirizzi visto che la macchina regionale oggi
produce solo scorie?».
I sette governatori ieri a Napoli. Da sinistra: Iorio, Del Turco, Bassolino,
Vendola, De Filippo, Cuffaro, Loiero