IL DENARO
24/11/2005
La democrazia contro il terrorismo
di Michele Capasso
Rabat, 18 novembre.
Uno
spettacolo pirotecnico di rara bellezza conclude i festeggiamenti del
cinquantesimo anniversario della democrazia nel Regno del Marocco. Il re
Maometto VI è raggiante e crede fortemente in un futuro inserimento del suo
Paese nell’Unione Europea, magari con uno status speciale oppure con una piena
adesione, come dovrebbe essere per la Turchia.
Due
pilastri — Marocco e Turchia - su cui, secondo noi, l’Unione europea dovrebbe
poggiarsi per eliminare una buona volta stereotipi e pregiudizi nei confronti
del Mondo islamico.
Parliamo a lungo di questo e di altri argomenti nel corso dell’incontro
ufficiale con il presidente della Camera dei Rappresentanti del Marocco
Abdelwahad Radi riaffermando la necessità del processo democratico come unico
antidoto per combattere il terrorismo.
Rabat, 21 novembre.
Partecipiamo
all’Assemblea parlamentare euro-mediterranea riunita in sessione straordinaria
per il decennale del Partenariato euromed.
Occorre
una dinamica basata non sulla territorialità, ma sull’appartenenza a gruppi
politici: questa la richiesta dei parlamentari di 35 Paesi di fronte
all’ennesima incomprensione tra la Delegazione israeliana e quelle dei Paesi
Arabi.
“Bisogna
creare una integrazione politica in cui i Governi devono comprendere
l’indispensabilità dei Parlamenti e dei Cittadini”: così si è espressa
Pasqualina Napoletano, parlamentare europeo.
Federico
Mayor, rappresentante Onu per l’Alleanza delle Civiltà, invita tutti a passare
al “tempo dell’azione” realizzando alleanze per la sicurezza, per l’assistenza
sanitaria, per gli scambi tecnologici per la difesa dell’ambiente e così via.
Unanime
il consenso dei parlamentari presenti sulla mozione che prevede l’abolizione
della pena di morte in tutti i Paesi euromed e sulla necessità di promuovere il
processo democratico per combattere il terrorismo.
Contrastanti
le valutazioni sui risultati dei dieci anni di Partenariato euromediterraneo.
Tra le
note positive quelle del rappresentante dell’Estonia: “E’ un ragazzo di dieci
anni — ha affermato — deve ancora crescere e maturare. Pensate al mio Paese che
solo quindici anni fa era ancora oppresso dalla dittatura sovietica e che oggi
partecipa a pieno titolo a questa Assemblea. Dobbiamo essere grati all’Europa e
alle sue politiche di vicinato che, nonostante le burocrazie, possono
costituire una risorsa anche per i Paesi partner mediterranei per accelerare il
processo di democratizzazione.”
Ancora
una volta si punta sulla democrazia come antidoto al terrorismo.
Madrid, 22 novembre.
Il re
Juan Carlos I celebra 30 anni di regno e tutti plaudono alla difesa della
democrazia operata dal sovrano all’indomani della morte del dittatore Franco.
Democrazia,
democrazia e ancora democrazia.
Barcellona, 22 novembre.
La
Mostra “Stracciando i veli” sta ottenendo un grande successo e suscitando
interessi contrastanti per il messaggio forte di richiesta di democrazia
autentica che le opere lanciano ai fruitori.
Sono
opere di donne che danno voce alla propria creazione infrangendo
rappresentazioni, stereotipi e pregiudizi della donna “velata”. Una mostra in
cui la creatività delle donne di Paesi mussulmani prende corpo oltre il velo
del suo stereotipo; un’ occasione di conoscenza visiva per andare con lo
sguardo del cuore e della ragione oltre il velo della subordinazione e
rimozione, verso un mondo in cui libertà, diritti umani e democrazia dovrebbero
essere un patrimonio comune.
L’arte
come mezzo per stracciare i veli oltre il velo dell’indifferenza, e
dell’imposizione; per animare il silenzio, superare la negazione e l’assenza
sociale, per una politica di diritti, partecipazione e rappresentatività.
E’
questo il senso più profondo di quest’esposizione che rompe immagini
sedimentate, rappresentazioni sociali ancorate e oggettificate.
La
ricchezza delle espressioni rimodella un immaginario convenzionale tradizionale
che si nutre dell’arguzia di Shahrazâd e delle eleganti donne di Algeri nei
loro appartamenti, ma anche quello contemporaneo che circoscrive e racchiude
ogni rappresentazione delle donne della riva Sud nel velo che le nasconde.
Con
questa mostra, che rivela la competenza e professionalità di quanti l’ hanno
realizzata, la Fondazione Mediterraneo — Maison de la Méditerranée, in
occasione del decennale del Processo di Barcellona e del 2005 “Anno del
Mediterraneo”, vuole dare voce e visibilità al dialogo euromediterraneo,
proprio a Barcellona, città euromediterranea aperta e multiforme ed in cui si
riuniranno lunedì 28 novembre i Capi di Stato e di Governo di 35 Paesi per
rilanciare il partenariato.
Un
messaggio forte. Per la democrazia. Per i diritti fondamentali. Contro il
terrorismo.