IL
DENARO
27/10/2005
Mare nostrum, dieci anni di lavoro per il patrimonio culturale
di
Esattamente dieci anni fa, il 26 e 27 ottobre 1995, la
Fondazione riunì a Napoli circa 400 esperti di 32 paesi per dibattere sul tema
“Il Mediterraneo e l’Europa: valore e identità del patrimonio culturale”:
l’obiettivo, allora, era quello di fornire indicazioni concrete all’Ue da
inserire nella Dichiarazione di Barcellona affinché fosse ben definito il ruolo
chiave del patrimonio culturale.
Oggi,
dieci anni dopo, ci ritroviamo a dibattere sugli stessi temi.
Cosa è
stato fatto da allora e cosa resta da fare. Il forum
del 1995 produsse un documento - presentato alla Commissione europea e
riportato da questo giornale nello speciale “Europa: rotta sul Mediterraneo”
curato dall’europarlamentare Claudio Azzolini —
contenente raccomandazioni articolate sul tema. Successivamente,
al fine di evitare che le risorse rese disponibili dalla Commissione europea
per la valorizzazione dei beni culturali fossero disperse da una burocrazia
sterile e senza “visione”, la Fondazione — con il sostegno della Spagna — riunì
a Barcellona più di mille esperti di beni culturali per tracciare quella che fu
definita
a)
Programmi
pluriennali da svolgere in 15 anni (quali la catalogazione del patrimonio
culturale al fine di trasformarlo in offerta economica e occupazionale);
b)
La creazione di uno
strumento strutturale d’informazione sistemico, con appositi
spazi su giornali, media ed agenzie di stampa dedicati alle varie aree del
patrimonio culturale.
Ieri
abbiamo formulato due proposte concrete:
1.
Sostenere il nostro progetto - che insieme al Consiglio d’Europa stiamo
portando avanti - e che consiste nella ultimazione di
una grande banca dati del patrimonio culturale del Grande Mediterraneo
attraverso una piattaforma elettronica sofisticata — 8 anni di lavoro — basata
su una struttura flessibile “intelligente” che consente adattamenti massimi ai
bisogni delle differenti categorie di patrimonio e degli obiettivi delle
collettività locali anche minuscole che possono autonomamente partecipare alla
catalogazione, valorizzazione, fruizione ed utilizzazione con lo stesso
linguaggio e la stessa dignità.
2.
Creare, utilizzando la banca dati e la nostra piattaforma, un'informazione
"strutturale" sul patrimonio culturale del Mediterraneo anche con
l’inserimento sul portale di Ansamed di una colonna
dedicata a questo settore riportante la suddivisione tipologica della nostra
piattaforma. Su questo tema la risposta è stata positiva
ed il direttore dell’ Ansa — Magnaschi - ha assunto
l’impegno di realizzarla entro il