IL DENARO
21/02/2006
Appello a Berlusconi
e Prodi Per il Mediterraneo
Cari Presidenti,
ciascuno di voi si è prodigato per
promuovere il dialogo tra le culture, specialmente nello spazio euromediterraneo.
Lei,
presidente Berlusconi, si era
caratterizzato per un’apertura con i Paesi non aderenti al Processo di
Barcellona, primo fra tutte
Lei presidente Prodi, alla guida
della Commissione europea, si era contraddistinto nel costituire un “Gruppo di
saggi” – tra i cui membri Predrag Matvejevic’
- quale guida per il dialogo tra le culture: un grande impegno a cui l’attuale Presidente della Commissione
europea non ha fornito il dovuto seguito ed i pochi programmi in essere
annegano in sterili burocratismi che impediscono azioni concrete.
Il corposo programma dell’”Unione” e quello sintetico della “Casa delle
Libertà” non hanno traccia di un’azione netta per l’ “Alleanza delle Civiltà”
e, specialmente, per il dialogo tra Europa e Mediterraneo.
Sin dal 1994 la nostra “Fondazione Mediterraneo” è stata
premonitrice di tutto quanto poi si è verificato e, ancora una volta, nei
giorni scorsi – proprio alla vigilia dei fatti di Libia - ha presentato il
“Manifesto per le Alleanze tra le Civiltà del Grande Mediterraneo”, che trova
crescenti adesioni a dimostrazione dell’urgenza di soluzioni al problema e che vi invitiamo a sottoscrivere.
L’Italia, naturale
passerella dell’Europa nel Mediterraneo, tra i pochi Paesi in cui è possibile
“Pensare europeo” e “Respirare mediterraneo”, dovrebbe essere capace di una
piena accoglienza nel rispetto dei culti e delle diverse culture, come voi,
Presidenti Prodi e Berlusconi, continuate ad affermare.
Che fare?
Nel giorno in cui Lei,
Presidente Prodi, inaugura a Napoli la campagna elettorale dell’Ulivo con lo
slogan “Incontriamoci”, e a meno di un mese dalla Sua programmata visita a Napoli,
Presidente Berlusconi, per chiudere la campagna elettorale della Casa
delle Libertà, ci permettiamo rivolgere a Voi questo appello.
Il Mediterraneo, l’Europa e l’Islam hanno un interesse
vitale a seguire un altro cammino da quello a cui spingono la crociata
statunitense e la risposta del fondamentalismo islamico: la via
della collaborazione ed intesa è la sola necessaria per tutti.
L’Italia, in tale contesto, è tra i
pochi Paesi che può attuare una politica di collaborazione e solidarietà
aiutando a ricordare che la civiltà europea ha verso l’Islam un grande debito,
poiché l’Europa occidentale ha dovuto il suo risveglio in gran parte alla
civiltà islamica.
Il destino del Mediterraneo, dell’Europa e dell’Italia sono, per questo, piú legati di
quanto non si creda.
In un clima di confusioni e, soprattutto, di
ignoranza, occorre essere capaci di dare risposte concrete soprattutto
ad uno dei problemi principali
costituito dall’inclusione nelle diversità.
Il dialogo tra le culture non si è dimostrato uno strumento
efficace e,
specialmente in Europa, si tratta di affrontare, tra le altre, due problematiche:
Una via risolutiva più che essere ricercata all’esterno
dell’Europa crediamo
vada individuata al suo interno ribaltando i problemi: non è solo
Abbiamo
parlato di “accogliere” e non di “tollerare”.
Una società integrata cosmopolita, come dovrebbe essere quella europea, non ha più bisogno del concetto di
“tolleranza”, che in tempi recenti ha prodotto guerre fratricide e danni
irreparabili.
Occorre oggi affermare il concetto di inclusione
nelle diversità a cui associare saldamente quello di “ospitalità” che è più
ampio. L’”altro” deve essere parte integrante della stessa
“casa” rispettando le regole di comportamento e, al tempo stesso, la “casa”
deve saperlo accogliere senza pregiudizi.
Tutti insieme dobbiamo creare una grande coalizione
di valori e di interessi condivisi e condivisibili.
Cari Presidenti,
la politica italiana dovrebbe
prevedere la costituzione di un apposito “Ministero per il Mediterraneo”: lo
abbiamo già detto dieci anni fa e lo ripetiamo ora. Il compito di questo
dicastero – possibilmente attraverso meccanismi privi di inutili burocrazie
– dovrebbe essere quello di costruire “Alleanze tra le Civiltà”, che significa
promuovere il dialogo e, con esso, lo sviluppo condiviso.
Questo punto
specifico, vista l’emergenza e l’urgenza, dovrebbe costituire un comune
denominatore ai programmi dei vostri due schieramenti in campo. Così come
accaduto per risolvere l’emergenza della Banca d’Italia – con la felice
soluzione da tutti condivisa del Governatore Draghi – allo stesso modo è
indispensabile considerare la crisi in atto nel Mediterraneo e, in generale,
tra Islàm e Occidente, come un’emergenza di portata
storica che richiede soluzioni condivise da tutti.
Caro Presidente
Prodi, Caro Presidente Berlusconi,
abbandonate per un attimo il clima della
competizione “agguerrita” per dare un
segnale “alto” al Paese e al Mondo.
L’”Unione” e la “Casa
delle Libertà” - giustamente alternativi nei loro programmi - presentino un
solo punto comune con una linea di programma condivisa: la promozione
del dialogo tra le varie culture dell’area euromediterranea
mediante la valorizzazione e l’utilizzo di organismi ed istituzioni che da
tempo si dedicano a questa azione coordinate da un apposito “Ministero per il
Mediterraneo”, guidato, in questo caso, da un ministro degno e competente - non
importa a quale schieramento appartenga
– capace di navigare nelle acque
inquiete del Mediterraneo per affrontare le emergenze in campo lasciandosi
guidare non dalla “destra” o dalla “sinistra”, ma dal Nord, dal Sud, dall’Est e
dall’Ovest e, spesso in assenza di bussola, dalle “stelle” della solidarietà e
della competenza attiva.
Non mancano i criteri – quando si vuole rigidi e scientifici - per ricercare, a tal fine, istituzioni e
professionalità capaci di dimostrare con i fatti la propria indiscussa competenza.
Presidente
della Fondazione Mediterraneo
Presidente
del Comitato Scientifico della Fondazione Mediterraneo