CORRIERE DELLA SERA

05/05/2007

 

L' EX PRESIDENTE

Khatami ospite del Papa «Dialogo contro le tensioni»

 

ROMA - Ottima idea la Conferenza di Sharm El-Sheikh. Plaudono all' iniziativa papa Benedetto XVI e un suo ospite speciale, l' hojatoleslam Mohammad Khatami, che fu presidente dell' Iran dal 1997 al 2005. Col suo turbante nero, Khatami ha varcato ieri mattina il portone di bronzo per un colloquio con il papa, durato mezzora. Secondo le informazioni ufficiali fornite dalla Santa Sede, durante l' incontro hanno parlato della necessità di approfondire un «dialogo tra la religione cristiana e quella islamica». Hanno convenuto sul fatto che, nella loro qualità di capi religiosi, devono compiere ogni sforzo per attenuare le «gravi tensioni che affliggono i nostri tempi» e promuovere la pace. Il colloquio, che le fonti ufficiali definiscono «cordiale», in realtà era stato programmato per ottobre scorso. Ma fu annullato perché tutto il mondo musulmano entrò in fibrillazione, protestando contro il pontefice che in Germania citò la frase di un imperatore bizantino del XIV secolo su Maometto. Quella frase, ritenuta offensiva, scatenò un putiferio. E adesso Khatami dice che «le ferite sono ancora profonde». Non basta un incontro per sanarle. Insomma non si può far finta di niente. Tuttavia, «stiamo facendo uno sforzo comune per iniziare a curarle». Anche i regali possono essere utili a ristabilire un clima di fiducia: Khatami ha portato in omaggio al papa una pubblicazione di pitture iraniane, e il papa gli ha offerto una penna artistica cesellata per celebrare i 500 anni dei musei vaticani. Non è la prima volta che Khatami arriva in visita alla Santa Sede. Nel 1999, quando a Teheran deteneva il potere come presidente, fu ricevuto da papa Wojtyla. Erano altri tempi, non si parlava ancora di «scontro di civiltà», e dal colloquio uscì un Khatami giubilante. «È una giornata bellissima - disse -. Superiamo le divergenze tra musulmani e cattolici». A differenza del suo successore Ahmadinejad, Khatami è considerato un riformista, un moderato, esprime preoccupazione per la situazione incandescente del Medio Oriente. Dice che «i rapporti tra i governi non devono essere basati sulla forza delle armi». Ritiene fondamentale «realizzare la pace ed eliminare il terrorismo», però, con chiaro riferimento all' invasione dell' Iraq, condanna quelle guerre che «con l' inganno tentano di sminuire e nascondere crudeltà e barbarie», con la scusa di dover combattere il terrorismo. Di questo ha parlato a Palazzo Chigi con il premier Romano Prodi. Si è lamentato per il fatto che gli Stati Uniti diffondono «messaggi di violenza». Il suo desiderio è di veder calare la tensione fra Washington e Teheran. Crede che l' Europa possa fare molto per creare un rapporto più ragionevole fra i due Paesi. Lo ha detto a Prodi: «Io confido in un ruolo pacificatore dell' Europa, un ruolo importante in grado di tenere la situazione sotto controllo». Non si può usare il nome di Dio, dice Khatami, «per giustificare la guerra e l' odio». Ciò dimostra, secondo il leader dell' Udc Pierferdinando Casini, che pure ha ricevuto l' ex presidente iraniano, che «l' Islam non è quello degli estremisti, ma una religione di pace e dialogo».