"IL DENARO"

15 novembre 1997

I giovani protagonisti della Società Civile*

di Michele Capasso

Giovedì 6 novembre, Napoli. Nella sala Maria Cristina del Chiostro di Santa Chiara si riuniscono, per tre giorni, centinaia di studenti provenienti dalla provincia di Napoli. È l’ultimo dei circa 100 incontri preparatori che la Fondazione Laboratorio Mediterraneo ha svolto in vista del II Forum Civile Euromed di dicembre. Madrid, Torino, Tunisi, Ajaccio, Savona, Genova, Barcellona, Bruxelles, Strasburgo, Milano, Firenze, Livorno, Roma, Trieste, Marsiglia, Montpellier, La Rochelle, Cairo, Alessandria, Atene, Gerusalemme, Tangeri, Palermo, Bari queste alcune delle tappe durante le quali si è discusso delle tematiche principali che investono il bacino mediterraneo. Una banca dati utile ed essenziale per consentire al Forum Civile di partire da risultati concreti al fine di poter individuare azioni e strumenti capaci di potenziare il partenariato euromediterraneo ed avvicinare le due rive del nostro mare. In tale contesto, un ruolo determinante è affidato alla scuola ed ai giovani. Per questo motivo, la Fondazione ha voluto aprire il II Forum Civile alle nuove generazioni. Oltre 600 studenti – tra i quali 400 della provincia di Napoli – parteciperanno in maniera attiva ai lavori del Forum intervenendo nei dibattiti delle varie sessioni.

Per sensibilizzare e preparare adeguatamente i giovani sugli argomenti inerenti le diverse tematiche mediterranee la Fondazione ha dotato i ragazzi di libri e materiale informativo.

In collaborazione con il Provveditorato agli Studi di Napoli, sono state coinvolte quasi tutte le scuole superiori della provincia; un momento significativo, in cui gli studenti sono stati i veri protagonisti. Ciascuno ha proposto idee e progetti per tentare di costruire una casa comune dove Europa e Mediterraneo non siano solo concetti politici ed economici, ma entità culturali dove riconoscersi valorizzando le diverse identità.

Molteplici le realtà nascoste capaci di dare un contributo significativo al partenariato euromediterraneo. Il Liceo Classico Europeo del Convitto Nazionale di Napoli è, ad esempio, l’unica scuola italiana dove si insegna l’arabo questa circostanza apre le porte a nuovi essenziali strumenti di conoscenza per avvicinare le culture delle due rive. Alcuni istituti professionali che si occupano di turismo costruiranno ipotesi di pacchetti turistici su dimensione "mediterranea", mettendo al centro delle proposte la qualità della vita.

Durante i tre giorni del seminario, esperti della Fondazione hanno dialogato con gli studenti attivando un meccanismo che ha consentito a tutti di sentirsi protagonisti e parte integrante di questo importante momento Daniele frequenta il liceo a Giugliano ed è contento ed orgoglioso di sentirsi partecipe di un processo che tenta di incrementare la conoscenza e lo sviluppo delle relazioni tra i giovani del Mediterraneo

Andrea del Liceo Umberto di Napoli propone di organizzare in maniera strutturata incontri tra studenti dei vari Paesi euromediterranei ipotizzando l’utilizzo degli spazi comuni del Liceo Napoletano. Alcuni docenti del Convitto nazionale offrono le attrezzature e gli spazi della scuola per attuare sistematici seminari sulle tematiche oggetto di studio. E così per tre giorni circa 500 interventi di docenti e studenti di varie scuole suddivisi secondo gli specifici ambiti di pertinenza. Quasi tutti parteciperanno al II Forum Civile Euromed suddivisi nelle undici sessioni che ciascuno, secondo il proprio interesse, ha scelto.

Lunedì 10 novembre 1997. Teatrino del Palazzo Reale di Napoli. La Fondazione e il Provveditorato agli studi di Napoli tirano le somme delle tre giornate. Discutono con i giovani Claudio Azzolini, Caterina Arcidiacono, Michele Capasso, Nullo Minissi e Maurizio Pasini. Dal colloquio con studenti e docenti emerge una voglia di "fare", di contribuire in qualche modo alla ricostituzione dell’identità europea e mediterranea. Tra le tante, le considerazioni di una docente "Queste quattro giornate costituiscono un’esperienza molto positiva. Qui abbiamo avuto modo non solo di assistere ma di sentirci protagonisti, ciascuno di noi, nel metodo di approccio ai vari problemi. La concretezza e l’immediatezza nel comunicare ciò che le scuole stanno facendo e la constatazione che tutto questo diveniva istantaneamente parte attiva di un processo con l’indicazione di tempi, strumenti e risorse hanno iniettato fiducia e linfa vitale in noi tutti. Per la prima volta è stata demolita quella barriera che impedisce di tradurre in operatività quello che si è pensato o che si è progettato. La consapevolezza di essere tutti noi attori ed attivatori di un processo importante dà nuovo senso alla Scuola che, spesso, si sente isolata dal resto del mondo. Queste giornate hanno attivato un circuito comunicativo: pur basandosi su principi culturali e storici conosciuti, si è dato vita oggi ad un processo nuovo dove Scuola, educazione e formazione sono parte attiva insieme a tutti gli attori della Società Civile. Tutti insieme in queste giornate abbiamo superato il divario tra semplice conoscenza astratta attuando una saldatura tra teoria e pratica.

Il più grande riconoscimento di questo Forum è quello che gli studenti, per la prima volta, hanno partecipato ad un metodo educativo complesso che li ha condotti ad essere essi stessi attori di iniziative e processi immediatamente attuabili".

Ed i giovani studenti con i loro docenti hanno risposto sottoscrivendo un documento finale dove chiedono alla Fondazione Laboratorio Mediterraneo e al Provveditorato agli studi di Napoli di adoperarsi per rendere attuabili le seguenti proposte

1) l’istituzione di una rete tra le varie scuole napoletane, italiane, europee e mediterranee per la costituzione di una banca dati che consenta uno scambio in tempo reale di informazioni, inerenti tematiche euromediterranee, su tutte le attività programmate dalle scuole

2) l’attivazione di moduli di educazione alla pace che favoriscano il dialogo e la comunicazione tra le diverse culture, anche a livello delle comunità locali e delle zone periferiche

3) la costituzione di un "Forum dei Giovani del Mediterraneo", al fine di promuovere incontri, progetti e scambi di esperienze e conoscenze su tematiche quali la scuola, la formazione e l’occupazione all’alba del terzo millennio.

4) L’allargamento dello studio delle lingue, solitamente trascurate dalle tradizioni scolastiche, sia europee che extraeuropee (in particolare la lingua araba), tenendo conto delle prospettive di sviluppo culturale, politico ed economico dei Paesi europei e mediterranei.

Un impegno che la Fondazione Laboratorio Mediterraneo assume per il futuro dei giovani che è poi quello dell’Europa e del Mediterraneo.