"IL DENARO"

22 febbraio 1997

La cultura rupestre nell’area mediterranea*

di Michele Capasso

Genova, febbraio 1997. Presentiamo uno tra i programmi di ricerca della Fondazione di particolare fascino: la cultura rupestre nell’area mediterranea. Responsabile della ricerca svolta in Cappadocia il fisico Vittorio Castellani e lo speleologo Roberto Bixio – membri della Fondazione, Ritengo utile illustrarne, in due puntate, i punti salienti.

L’utilizzo di ambienti sotterranei per abitare è antico quanto il genere umano. Le grotte naturali furono sede, sin dal Paleolitico, sia di ripari temporanei che di insediamenti stabili e prolungati nel tempo. Nella stessa Cappadocia è stata localizzata una cavità naturale di origine carsica, all’interno della quale sono stati rinvenuti reperti fittili. Secondo gli archeologi locali, alcuni sono databili attorno al 7000 a.C., altri al 2000 a.C. (Managlia 1992) epoche che secondo N. Yardinci (1987), corrispondono, in Asia Minore, rispettivamente al neolitico e all’antica Età del Bronzo.

I nostri antichi progenitori ovviamente non si sono limitati a sfruttare ciò che la natura poneva a loro disposizione, le grotte, ma hanno messo a frutto ingegno ed immaginazione, sviluppando nei secoli una cultura del costruire sempre più complessa e tecnologica che, dalle prime capanne preistoriche di rami e pelli, ha prodotto i moderni grattaceli di vetro, acciaio e plastica.

Tuttavia lo sviluppo della civiltà non si è manifestato soltanto nella realizzazione di edifici di superficie. Laddove le condizioni climatiche o le vicende storiche lo richiedevano, e le caratteristiche morfologiche e litologiche lo permettevano, si è pure sviluppata una cultura del costruire "in negativo". Sono state cerealizzate strutture sotterranee, anche molto complesse, attraverso l’escavazione manuale del substrato roccioso. Tali strutture furono finalizzate alle funzioni più disparate: da quelle "abitative in senso stretto, a quelle di culto, sepoltura, approvvigionamento idrico, deposito, ricovero per animali, uso militare, ecc.. (Bixio,1994)".

La cultura del costruire "in negativo" conobbe un ampio sviluppo nel corso delle epoche, tra popoli ed in territori assai differenti e lontani, con particolare diffusione in tutto il bacino del Mediterraneo. In Cina, nel 366 d.C., il monaco buddista LoTsun fece edificare alle porte della città Tun Huang il primo monastero rupestre che si sviluppò in seguito, in un arco di tempo di mille anni, soprattutto nella parete rocciosa di Mogao (Uhilig H., 1991).

Nella strapiombante falesia di Bamiyan, non lontano da Kabul, in Afghanistan, sul percorso dell’antica "via della Seta", vi sono centinaia di "grotte" scavate su diversi livelli, dal piano di campagna sino ad oltre cinquanta metri di altezza.

Negli Stati Uniti, soprattutto in Arizona e New Mexico, nel Il periodo dei basket makers, dal I al V secolo d.C., le popolazioni vivevano in caverne od in case scavate in parte nella terra. Dal 700 d.C. gli abitanti delle "pithouses" iniziarono a costruire grandi villaggi costituiti da edifici sovrapposti sino a sei piani: nasce la cultura del "pueblos". Alcuni di questi agglomerati vennero edificati al riparo di ampie caverne: le "cliff dwellings" (abitazioni rupestri).

Per rimanere nell’ambito delle civiltà che hanno gravitato sul bacino del Mediterraneo, tra le innumerevoli località, si possono citare almeno otto siti ove sono localizzati complessi sotterranei di grande rilievo storico ed estensione planimetrica.

La funzione di questo ipogeo era duplice: la parte più antica, corrispondente al primo piano, databile al IV millennio, era destinata ad uso sepolcrale. T. Zammit ipotizzò, dall’esame dei resti, la sepoltura di circa 7000 individui. Il sotterraneo era però utilizzato anche come luogo di culto, individuato soprattutto nel piano centrale. "Le complesse strutture, le pitture raffinate, – scrive Petrioli – i locali spesso scanditi in piccole celle, nicchie, la ripresa del motivo del trilite che incorniciava i diversi vani, infine le stanze maggiori, che riproducono, appunto, le facciate e la struttura interna dei templi, compongono un quadro che induce ad ammettere, con ragionevole certezza, la destinazione di questi ambienti a pratiche religiose" (culto della Dea Madre, ierogamia, incubazione).

Tra gli appunti di viaggio osservi le immagini dei siti più belli del Mediterraneo.

Cirene – Libia (VI sec. a.C. – IV sec. d.C.)

Sulle colline attorno a Cirene si trova una vasta necropoli costituita, per la maggior parte, da tombe a camera scavate nella roccia, spesso scolpite in stile ionico o dorico e sulla parete di roccia sono intagliati i ritratti dei defunti. L’accesso era protetto da un monolito scolpito a imitazione delle porte lignee. Nelle gallerie e nelle nicchie parietali interne venivano collocati i sarcofagi. Nei pressi della necropoli, sul versante settentrionale dell’altopiano, si trova un cunicolo scavato per 300 metri nella roccia, utilizzato per l’approvvigionamento idrico della città durante la colonizzazione romana.

Maresha– Israele (IV – Il sec. a.C.)

Maresha si trova nella zona di Beth Guvrin, nel sud della Giudea. In questa Amos Kloner sta conducendo le indagini su un grande insediamento sotterraneo, interamente scavato dall’uomo nella roccia. Probabilmente gli ipogei nacquero come cave sotterranee da cui venivano estratti i blocchi di pietra per costruire le case in superficie. Secondo l’intervista rilasciata da Kloner al Jerusalem Post, i motivi principali di una così singolare opera di urbanizzazione "in negativo" vanno ricercati nei costi limitati (20 o 30 volte inferiore al costruito in superficie), nella esclusione di utilizzo di legname per la realizzazione dei soffitti e nella conseguente ridotta manutenzione degli stessi. Da Kloner sono stati individuati 17 impianti sotterranei per la produzione dell’olio, ma egli ipotizza che ve ne fossero almeno il doppio la cui attività consentiva una esportazione di 190 tonnellate di olio all’anno. Nella camera centrale era alloggiato il bacino di macinazione (180 cm di diametro) su cui ruotava la macina a forma semilenticolare e foro centrale quadrato. Vi era poi la pressa sul cui asse orizzontale venivano agganciati pesi da 100 a 300 Kg costituiti da blocchi di pietra forati. Le fosse di raccolta potevano contenere sino a 20.000 litri; erano scavate sotto il livello del suolo con fori rotondi sul pavimento di 50 cm di diametro. le sale sotterranee erano corredate da nicchie ricavate nelle pareti ove porre doni rituali agli dei.

Petra– Giordania (300 a.C. - 747 d.C.)

Petra fu l’antica capitale del regno preislamico dei Nabatei, popolazione nomade proveniente dall’Arabia nord-occidentale che attorno al VI secolo a.C. si stanziò tra il Sinai e Damasco, controllando le importanti vie commerciali dirette al Mediterraneo. Nel 106 d.C. divenne Provincia Romana. Fu abbandonata nel 747 d.C. a seguito di un terremoto, riscoperta soltanto nel 1812, dopo essere caduta nell’oblio per secoli durante i quali era diventata la città segreta dei Beduini. Una stretta ed altissima gola, chiamata es-Syk, lunga quasi 1,5 Km e larga, in certi punti, poco più di un metro, sede del letto quasi sempre asciutto del wadi Musa (valle di Mosé), permette l’accesso ad una più ampia conca completamente racchiusa da altre pareti di roccia strapiombante, e quindi invisibile all’esterno. Qui i figli di Nabayot iniziarono a scavare, attorno al 300 a.C., centinaia di ambienti sotterranei con funzioni soprattutto sepolcrali, oltre a templi, depositi per il grano, cisterne. "All’inizio Petra deve essere stata una grande caravanserraglio – scrive Helen Keiser (1978) – poiché le rocce offrivano protezione per uomini e cammelli e nelle viscere della montagna si potevano nascondere bene le merci preziose; le camere funerarie erano allestite con gran cura e sfarzo, mentre le caverne destinate ad abitazioni erano abbastanza primitive e prive di ornamenti". Le tombe e i templi intagliati nella rossa arenaria sono circa 500. La più spettacolare è la "tomba del tesoro" la cui facciata corinzia a due ordini, scolpita nella roccia dall’alto verso il basso, è decorata con altorilievi antropomorfi e di animali. Probabilmente è stata realizzata da progettisti greci attorno al 50 a.C..

Nella prossima puntata parleremo della Bulla Regia, delle Catacombe di Roma, dei Sassi di Matera e delle città sotterranee della Cappadocia.