"IL DENARO"

13 gennaio 2001

CINEMA ARABO, STRUMENTO DI DIALOGO E DI PACE

Parte da Palermo una grande rassegna di novità e classici da cineteca

La Regione Campania centro del partenariato culturale euromediterraneo

di Michele Capasso

Roma, 10 gennaio 2001. La sala della Stampa estera in Via della Mercede è gremita. Giornalisti, diplomatici, rappresentanti dei Paesi euromediterranei, registi, attori ed appassionati del Cinema arabo assistono alla presentazione del "Festival del Cinema dei Paesi Arabo-mediterranei": prima sezione del programma "Cinemamed", attivato e coordinato dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo con il sostegno della Commissione europea, alla quale collaborano ventotto prestigiose istituzioni di dodici nazioni arabe ed europee.

Forte di una produzione considerevole e spesso coraggiosa, sia in termini artistici che soprattutto politici, parte in questo mese di gennaio il Festival prima citato, che presenta un ampio panorama di corto e lungometraggi della più recente produzione cinematografica maghrebina e del Vicino Oriente. Con inizio a Palermo (dall’11 al 18 gennaio), la rassegna si sposterà a Bologna (dal 24 al 31 gennaio), ad Edimburgo (dal 9 al 22 febbraio), a Cattolica (dal 28 febbraio al 6 marzo), a Lecce (dal 9 marzo al 16 marzo), a Madrid (dal 21 marzo al 16 aprile), a Lisbona (dal 21 marzo al 10 aprile) ed infine ad Amman (dal 18 al 25 aprile).

Nell’ambito degli eventi speciali, il festival rende un corposo omaggio alla storia ed all’attività della Cineteca Algerina, uno degli istituti che più attivamente operano nel mondo arabo, ormai da quasi quarant’anni, per la promozione e la conservazione del cinema d’autore.

La retrospettiva "Una città illuminata dai suoi registi" è dedicata in questa prima edizione al Cairo, una delle più antiche e affascinanti capitali del Medio Oriente, capace di offrire con generosità i propri volti, strade e palazzi al cinema ed ai registi che per decenni le hanno reso omaggio.

La seconda sezione del programma "Cinemamed" si svilupperà nel biennio 2001-2002 e coinvolgerà principalmente due nazioni arabo-mediterranee: il Marocco ed il Libano. Verrà realizzato un workshop modulare di sceneggiatura della durata complessiva di tre settimane, condotto da uno sceneggiatore europeo di chiara fama. Il terreno su cui verranno sviluppate l’analisi teorica e le esercitazioni pratiche sarà quello, fondamentale, della scrittura cinematografica in ogni sua fase.

La terza sezione (biennio 2002-2003), nell’ambito della valorizzazione del patrimonio cinematografico euromediterraneo, avrà come tema la retrospettiva integrale del regista Salah Abu Seif, l’indiscusso padre del cinema egiziano. Con il restauro, la ristampa e la diffusione delle pellicole dell’autore (realizzata grazie alla collaborazione tra le cineteche europee e quelle arabo-mediterranee), l’opera di Salah Abu Seif potrà essere consegnata alle future generazioni di spettatori e di studiosi in forma finalmente organica e definitiva, costituendo un patrimonio prezioso per la storia del cinema.

Nel suo intervento alla conferenza stampa, l’ambasciatore Antonio Badini – direttore generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente del Ministero degli Esteri italiano - ha sottolineato il ruolo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo nel processo di partenariato euromediterraneo: "un atto di fede che, superando enormi difficoltà, consente attraverso azioni concrete di promuovere il dialogo e , con esso, la costruzione nella regione di un’area di libero scambio e di prosperità condivisa. Il programma Cinemamed – continua Badini – è un’azione che pone l’Italia al centro di questo processo candidandola ad assumere sempre di più un ruolo centrale nella politica euromediterranea". Badini conclude esprimendo il proprio plauso alla Regione Campania che, avendo deliberato di costituire in Campania la Sede centrale dell’Accademia del Mediteraneo e della Maison de la Méditerranée ( di cui "Cinemamed" costituirà una dote ed al tempo stesso un’attività strutturale e continuativa), ha saputo – con lungimiranza – assumere un ruolo centrale nell’azione di partenariato, dimostrando la potenzialità scaturente dall’utilizzazione sinergica dei fondi europei del programma Meda con quelli regionali del POR Campania 2000-2006. Un’azione resa possibile grazie all’intervento dell’assessore ai Rapporti con i Paesi del Mediterraneo della Regione Campania Nello Formisano, che ha voluto in questo modo rispondere all’esigenza per la Regione di assumere iniziative specifiche nel processo di internazionalizzazione culturale ed economica, specialmente con lo spazio euromediterraneo.

Questo concetto è stato ribadito a Roma da Vichy Romano – responsabile delle relazioni internazionali della Regione Campania – che, ringraziando l’ambasciatore Badini, ha sottolineato l’impegno del presidente Bassolino per la realizzazione in Campania della Sede centrale dell’Accademia del Mediterraneo e della "Maison de la Méditerranée": impegno di recente comunicato a membri prestigiosi di questa Istituzione, quali Shimon Peres ed il Cardinale Etchegaray. In questo modo la Campania offrirà, strutturalmente, visibilità e continuità ad azioni importanti di partenariato: come il programma "Cinemamed", che potrà, così, sviluppare le potenzialità della Regione Campania in questo settore, catalizzare sinergie ed occupazione e sfruttare al meglio il contributo iniziale del programma Meda con le risorse previste nei Fondi dell’Agenda 2000.

Tra gli interventi alla conferenza di particolare interesse quelli di Andrea Morini, responsabile con chi scrive del Festival, e dei rappresentanti delle istituzioni partner dell’azione.

Ferid Boughedir, regista tunisino e tra i protagonisti del Festival, sottolinea l’aspetto fondamentale del cinema quale risorsa economica per i Paesi Arabo-mediterranei. Pone a tutti una domanda: "Che cosa dice il cinema dei paesi arabi all’alba del ventunesimo secolo?". Ed è lui stesso a rispondere:

" Il mondo arabo è un corpo in corso di mutazione ed evoluzione, e questa mutazione avviene talvolta in un clima capace di leggerezza e d’umorismo, ma più spesso nel dolore, e persino nell’espressione nascosta d’una certa disperazione. Non si capisce granché del cinema arabo d’autore se non lo si collega all’evoluzione politica del mondo arabo da una trentina d’anni a questa parte. Con l’eccezione del cinema egiziano, il solo che fin dalla sua nascita nel 1927 si è dato forma di un’industria dell’intrattenimento, le altre cinematografie arabe sono quasi tutte ancora alla loro fase iniziale, figlie dell’euforia delle Indipendenze politiche conquistate negli anni sessanta, della vittoria sul colonialismo, e del conseguente grande sogno dell'’Unità araba. Un grande merito del programma Cinemamed è quello di aver saputo offrire qualità ed organicità nella scelta delle opere, base essenziale per costruire, all’interno della Maison de la Méditerranée, la Maison du Cinema Méditerranéen".

L’incontro si conclude con Boughedir ed altri registi che dedicano al presidente Bassolino la prima copia del catalogo del festival curato da Anna Di Martino.