"IL DENARO"

8 marzo 2000

ANNO DUEMILA, IL VIAGGIO CONTINUA

L’Accademia presenta la propria struttura ai Paesi del Bacino del Mediterraneo

di Michele Capasso

31 dicembre 1999. Ore 23.50. Un’orgia di immagini e dati viene immessa in tutte le reti di comunicazione disponibili. Su Internet centinaia di migliaia di pagine sono dedicate alle diverse interpretazioni sulla fine e sull’inizio del millennio. Anche un bambino di pochi anni, in grado di contare, sa benissimo che "100" è l’ultimo numero del "primo secolo", "1000" lo è del "primo millennio" e, conseguentemente, "2000" lo è del "secondo millennio". Non siamo, dunque, all’inizio del terzo millennio ma stiamo concludendo il secondo. E tuttavia il fascino di questo numero con "tre" zeri ha mobilitato il sistema globale che, con la complicità del "baco informatico", ha convogliato su questo evento risorse economiche ed umane impensabili.

31 dicembre 1999. Ore 23. Greenwich. Qui passa il meridiano del mondo con il grado "zero" di longitudine. Nel cortile del vecchio osservatorio reale sta la linea di divisione netta tra l’Est e l’Ovest: quella che divide la Terra in due metà. Un raggio laser illumina il meridiano e lo proietta per molti chilometri. Durante il suo cammino questo meridiano taglia e divide montagne, mari, pianure, edifici. In questo luogo si preparano festeggiamenti simbolici e viene preannunciata la più grande festa del duemila. Comincia a Londra, nel "Millennium Dome", una cupola enorme voluta dal premier Blair e costata quasi 2500 miliardi di lire. Questa macchina perfetta piena di cavi d’acciaio e coperta da una cupola enorme di oltre 150.000 metri quadrati darà filo da torcere agli organizzatori, imbarazzati per i tanti "flop" e le tante avarie che rendono a volte ridicolo lo spettacolo e ridicoli i presenti: tra essi un’imbarazzata regina Elisabetta che balla con Tony Blair e consorte. "Qui comincia il nuovo viaggio di questo millennio" annuncia il premier britannico. Ma quale viaggio e quale millennio non viene esplicitato.

Trascorro le ultime ore del 1999 leggendo il libro "Viaggio in Portogallo" di Josè Saramago, premio Nobel e membro dell’Accademia del Mediterraneo. In una pagina è scritto: "Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria...Quando il viaggiatore si è seduto sulla spiaggia e ha detto: ‘Non c’è altro da vedere’, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto...Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.".

Con questo spirito continua il lungo viaggio intrapreso nel 1994 con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo che, in questo anno 2000, si presenta con la strutturazione degli organismi da essa costituiti su specifica raccomandazione dei 2248 partecipanti al II Forum Civile Euromed svoltosi a Napoli nel dicembre 1997: l’Accademia del Mediterraneo, Euromedcity e Isolamed (consociazioni di città ed isole euromediterranee che hanno lo scopo di diffondere le esperienze comuni e gli esempi di buona pratica ).

L’Accademia ha di recente illustrato ai Paesi euromediterranei le proprie finalità e la sua organizzazione spaziale.

Essa ha come primo fine di creare attraverso programmi specifici ma coordinati- affidati ciascuno ad una Sede distaccata, un bureau o un’Istituzione specializzata a quel fine e da tempo consolidata e operante l’inventario critico della cultura del Mediterraneo.

Con cultura del Mediterraneo s’intende il suo patrimonio naturale e ambientale nella loro evoluzione fisica e storica; il suo patrimonio immaginario dotto e popolare, studiato nelle sue radici, nei suoi sviluppi e nei possibili archetipi; il suo patrimonio culturale, considerato in tutte le manifestazioni scritte e orali.

Per patrimonio culturale s’intende la cultura "materiale" , la cultura artistica e letteraria, la tradizione riflessiva, speculativa e scientifica, la cultura popolare, le tradizioni tecniche e pratiche.

L’Accademia del Mediterraneo ha stabilito così una gigantesca banca dati risultante dalla somma delle banche dati specifiche programmate, in corso di realizzazione o già realizzate.

Questo inventario informatico in continuo aggiornamento costituisce l’insieme dei dati necessari ma non sufficienti per il secondo fine dell’Accademia del Mediterraneo, che consiste nello stabilire la completa ecologia della cultura mediterranea.

Ecologia va inteso nel senso corrente ora in linguistica, definito all’inizio da Einar Haugen, The Ecology of Language, ( Stanford University Press, Stanford, California, 1972 ) come dagli studi da esso derivati e ultimamente ridefinito da Louis-Jean Calvet, Pour une écologie des langues du monde (Plon, Parigi, 1999 ).

Come l’ecologia studia i rapporti tra gli organismi e il loro ambiente, l’ecologia della cultura mediterranea studia i rapporti delle culture mediterranee tra loro e con le società mediterranee, vale a dire anzitutto i rapporti e le interazioni tra le culture mediterranee e poi tra queste culture e le società mediterranee.

Per realizzare questo secondo fine l’Accademia del Mediterraneo svolgerà attraverso la sede centrale , le sedi distaccate e i bureaux attività di ricerca, rese note mediante le pubblicazioni previste dell’Accademia.

Le ricerche dovranno consistere in contributi nuovi e originali sui problemi affrontati, di qualsiasi ordine essi siano. E’ esclusa all’Accademia del Mediterraneo la diffusione di testi a carattere ripetitivo, poiché tutto quanto

può essere informazione scientificamente selezionata e ordinata è contenuto nelle sue banche dati.

La sintesi delle sue ricerche costituirà l’Enciclopedia del Mediterraneo, che sarà organizzata secondo i criteri innovativi già dettati dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo.

Come la Banca dati generale corona le attività rivolte alla realizzazione del primo fine così l’Enciclopedia del Mediterraneo coronerà le ricerche e gli studi rivolti alla realizzazione del secondo fine.

L’Accademia del Mediterraneo ha una struttura interna, che consiste nei suoi organi costitutivi, e un’organizzazione nello spazio articolata# nella sede centrale (Napoli), nelle sedi di coordinamento per grandi aree - (Bruxelles, Nord; Barcellona, Ovest; Marrakech, Sud; Skopje, Sud-Est Europa-Mar Nero; Amman, Medio Oriente; Varsavia, Est Europa) -; nelle sedi tematiche - la Banca dati e l’Archeologia Navale (Cattolica)#; l’Infanzia (Sestri Levante)#; l’Educazione (Marrakech)#; le Migrazioni (Lecce)#; l’Acqua e l’Artigianato (Marsiglia); l’Arte (Amman)#; l’Archeologia (Gerico)#; la Pace (Rimini e Gerusalemme); le Isole (Sicilia-Eolie)#; il Cibo (Avellino)#; l’Ambiente (Ohrid)#; l’Est (Skopje)#; l’Ovest (Lisbona); la Ricerca (Chieti-S.Maria Imbaro)#; le Donne (Tunisi); le Biblioteche (Alessandria); i Siti Ipogei (Matera)#; gli Endemismi (Nardò)#; la Siccità (Porto Torres- Asinara)#; i Diritti umani (Algeri); i Trasporti e le Comunicazioni (Barcellona); il Cinema (Bologna)#; le Città Santuario (Assisi)#; le Culture immateriali (La Valletta)#; la Geopolitica (Bruxelles) – nei bureaux per ricerche specifiche - la Poesia (Struga)#; l’Ulivo (Larino)#; la Desertificazione (Minervino Murge)#; le Pietre (Cursi)#; la Scuola (Melpignano)#; le Case a corte (San Cesario)#; il Cinema per ragazzi (Giffoni Valle Piana)#.

Si tratta di articolazioni funzionali, caratterizzate dalla natura dei programmi in realizzazione, che non costituiscono alcuna organizzazione gerarchica ma solo una rete sistematica di maglie di diversa entità operativa senza scalarità burocratica.

Tutte e quattro le entità spaziali hanno tra loro rapporti paritetici.

La sede centrale convoglia in sé i risultati delle attività delle altre sedi e dei bureaux senza stabilire una propria prominenza né in diritto né in fatto ma solo per rispondere al suo specifico compito che è quello di dare compimento e formalizzazione ai fini primo e secondo dell’Accademia del Mediterraneo.

Un grande oneroso impegno. Per l’anno 2000. Per il Mediterraneo.