APPELLO PER L’INTEGRAZIONE DELLA
TURCHIA NELL’UNIONE EUROPEA
Su
comunità di tradizioni diverse, dopo lo smembramento dell'Impero
ottomano unite dalle potenze occidentali in strutture politiche
inizialmente soggette a protettorato ma poi emancipatesi, e sulle
vestigia di cinquemila anni di civiltà, sopravvissute alle invasioni
e alla forza annichilatrice della storia, bombardieri furtivi e
non furtivi e basi lontane hanno riversato e riversano migliaia
e migliaia di bombe, quelle che penetrano ogni difesa, quelle che
si disperdono in frammenti antipersonali, quelle elettromagnetiche
che sconvolgono il tessuto delle morte cose e degli esseri viventi,
e migliaia migliaia di missili che la tecnica più raffinata ha studiato
per la distruzione e il massacro.
Una nuova guerra si è sviluppata ai
confini della Turchia: a questa guerra la Società Civile
dell'Occidente ha detto di no. Ha detto di no perché dopo la
tragedia della seconda guerra mondiale, risultato d'una
degenerazione del darwismo nell'eugenismo, dello spirito della
libertà nazionale nel nazionalismo, della forza espansiva della
civiltà nel colonialismo, l'Europa s'è risvegliata ai valori che tre
secoli di coscienza laica avevano creato: i diritti umani e sociali,
la pace tra le nazioni, il dialogo invece della guerra e l'assenso
collettivo contro le derive individuali.
Certo il mondo è pieno di governi
tiranni. Ma lo è soprattutto dove la spogliazione nei secoli ha
portato la degradazione della vita, della società e della politica.
Di questi tiranni siamo responsabili tutti e non solo quegli Stati
che li hanno sostenuti per un certo tempo secondo le convenienze del
momento e ora mentre combattono l'uno si alleano con gli altri.
Vogliamo adesso scrollarci da queste
responsabilità, rivivificare l'ONU perché sottometta l'arbitrio
d'uno solo alla decisione collettiva e perché nessuno invada,
opprima, depauperi od offenda.
Che i piccoli Stati siano rispettati
quanto i grandi, che gli umili abbiano la stessa dignità dei
potenti, che nessuno s'investa della rappresentanza divina e in nome
del cielo porti stragi sulla terra.
Che tutti gli uomini siano eguali, che
le ricchezze del suolo vadano a beneficio di quelli che
ancestralmente lo abitano, che il nostro benessere non si fondi
sulla miseria di prossimi o lontani. Queste sono le condizioni
perché cessino il terrorismo di singoli che disperati s'immolano per
la dignità della propria patria e trascinano con sé vittime
occasionali, come il terrorismo d'un esercito che distrugge
abitazioni, ambiente, risorse e chi non può difendersi caccia dalla
sua terra.
Nel progetto del “Grande Mediterraneo”
soggetto storico e strategico - il cui sviluppo è
indissolubilmente legato all’Europa, ai Paesi del Medio Oriente e
del Mar Nero - la Turchia - a cavallo tra Europa e Asia e nel suo
corso storico, come adesso, strettamente connessa con l’Europa, il
Mediterraneo, il Medio Oriente e con l’Asia centrale - ha una
posizione chiave.
La Turchia potrà e dovrà svolgere una
grande opera di connessione e progresso se sarà rapidamente inclusa
nell’Unione Europea e se l’Europa, tutta insieme, sarà in grado di
rendere conto della vitale funzione che la Turchia può svolgere in
questo delicato momento storico.
Il dialogo, il diritto internazionale,
lo spirito di equità, la forza della compassione sono gli strumenti
perché il millennio iniziato con sofferenze e miserie si riscatti
in un'epoca di solidarietà e di giustizia.
Queste condizioni dipendono da noi,
uomini civili d'Europa, che abbiamo portato una modernità aggressiva
a sconvolgere il mondo e ora vogliamo trasformarla in una modernità
di ricostruzione e di pace.: la Turchia è un elemento indispensabile
per strutturare il dialogo tra culture e religioni e diverse.
Per raggiungere questo obiettivo
vitale per il nostro futuro rivolgiamo un appello ai Governi
dell’Unione Europea affinchè riducano i burocratismi sterili ed
agevolino, in tempi brevi, l’integrazione della Repubblica di
Turchia nell’Unione Europea.
Napoli, 20 gennaio 2005
Testo scritto da Michele Capasso
Primi firmatari:
Nullo Minissi, Caterina Arcidiacono, Predrag Matvejevic', Walter
Schwimmer, Claudio Azzolini.
|