UNA RISORSA PER L'EUROPA
1. Il Mediterraneo non è mai stato semplicemente
un mare che separa l'Europa dal Vicino Oriente e dall'Africa,
o, per dirla con Braudel, una semplice fenditura della crosta
terrestre che si allunga da Gibilterra all'Istmo di Suez e al
Mar Rosso. Il Mediterraneo è un mare su cui si affacciano
terre diversissime fra loro, città e deserto, nomadismo
e stanzialità; modi di vita lontanissimi fra loro, preparati
in un certo modo da dualismi e ostilità congenite; sul
Mediterraneo si sono sviluppate civiltà moderne e civiltà
tradizionali, città modernissime e metropoli incardinate
in un passato immobile che sono rimaste tali e che si sono spesso
contrapposte nell'odio e nell'inimicizia; ma soprattutto il Mediterraneo
è un mare che ha formato civiltà, che le ha divise
e le ha unite, che le ha messe in rapporto e le ha viste contrapporsi
in scontri mortali. Civiltà, dalle prime nate nel Mediterraneo
orientale, fino alle culture cosmopolite nate intorno all'Egitto,
alla Mesopotamia, all'Asia Minore; fino a Roma che ebbe la forza
di stroncare il tentativo "orientale" di impadronirsi
del Mediterraneo, e si spinse oltre di esso.
2. Nel Mediterraneo sono nate le grandi culture
che hanno dato identità all'Europa e ai Paesi del Sud che
si bagnano in esso. Mai dimenticare questo; mai dimenticare che
sulle coste del Mediterraneo è nata l'idea di un solo Dio,
il principio dell'Essere, il principio dell'unità dei contrari
che faceva dire ad Eraclito: "E' da ciò che è
in lotta che nasce la più bell'armonia: tutto si realizza
attraverso la discordia". Ma soprattutto, accennavo, l'idea
di un solo Dio che unisce la sensibilità ebraica, cristiana,
araba. Un Dio che si distacca da tutti gli altri e fa regnare
ordine e giustizia nel mondo. L'Antico Testamento, il Nuovo, il
Corano sono i testi e le fonti di vita che nascono da questa sensibilità
monoteista. E infine sul Mediterraneo è nata veramente
la filosofia, nella Magna Grecia prima ancora che in Grecia, e
sono nate le prime polis intorno al fascino e al senso di realismo
del pensiero pitagorico, i primi ordini, che hanno dato consistenza
e forma a molte civiltà politiche. Pace e guerra, dialogo
e lotta hanno fatto la storia di questo mare, dove si sono incontrate
e scontrate non solo "forze", gruppi contrapposti, ma
appunto civiltà, culture, idee. La lotta nel Mediterraneo
è stata, e tuttora è, una lotta tra filosofie, tra
visioni del mondo, prima ancora, forse, di essere uno scontro
fra interessi contrapposti. L'assolutezza che tante volte queste
lotte hanno assunto, non può germinare dal solo pur centrale
contrasto d'interessi, ma porta dentro di sé qualcosa di
più radicale e profondo che ha finito con il diventare
tante volte mancanza di riconoscimento reciproco, lotta per la
vita e per la morte. Solo la lotta culturale può condurre
a ciò; solo lo scontro per l'identità può
condurre alla volontà di distruzione reciproca.
3. Quante volte ciò è stato veramente
compreso dalle classi dirigenti politiche, soprattutto europee?
Poche volte; molte parole vengono pronunciate in proposito, ma
pochi fatti seguono a queste parole. L'interpretazione generale
dei vari scontri e guerre che si sono susseguite, poggia costantemente
su ragioni geopolitiche, e su tentativi successivi di mere ricomposizioni
di equilibri economico-politici. Tutto importante, ma non basta
e anzi infine tutto ciò ha condotto in un vicolo cieco.
4. Ecco per quali ragioni il dialogo fra le
culture diventa decisivo. Decisivo, come condizione di una pace
vera; e dunque di uno sviluppo possibile, di una crescita delle
società civili in un processo di riconoscimento reciproco.
Le condizioni di questo dialogo ci sono, proprio perché
le culture del Mediterraneo, e anzitutto quelle a profonda radice
religiosa, possono pervenire a una intesa. Il pensiero greco,
quello ebraico, quello cristiano e quello musulmano sono occidentali
fin dall'origine e possono ritrovare la via per una riscoperta
di ideali comuni. Ma anche senza avere un'ambizione cosi pronunciata,
le varie culture che si affacciano sul Mediterraneo possono ritrovare
-devono - il terreno per un confronto che faccia riscoprire a
ciascuna le ragioni dell'altra. Non di un dialogo generale e ideologico
si deve trattare, ma innervato in esperienze effettive di cultura,
nei saperi che si sono trasmessi e poi diversamente sviluppati,
nel lavoro concreto sulle tracce di un passato ancora vivo, nella
scienza del mare, dell'ambiente, dell'archeologia comune, del
cibo, nei saperi produttivi di tecnica e di trasformazione.
5. Da qui, l'importanza straordinaria della Maison de la Méditerranée, come
luogo destinato per la sua stessa vocazione a diventare il terreno
comune di questo confronto. Il Forum di Barcellona del novembre
1995 mise in moto altri momenti di dialogo, ma fu pressoché
muto su quello culturale, anche se, se ne avvertì l'esigenza.
Il 10 ottobre 1998, la Fondazione Mediterraneo
ha creato l'Accademia del Mediterraneo-Maison de la Méditerranée,
compito che le era stato affidato nel dicembre 1997 dal II Forum
Civile Euromed al quale parteciparono più di duemila persone
in rappresentanza di 36 Paesi, proprio nell'idea di aprire in
modo profondamente nuovo il dialogo fra le culture, e, nei sensi
accennati, fra le tradizioni, i saperi, le tecniche, i modi di
vita, la storia concreta delle società. La straordinaria
quantità di adesioni che all'Accademia sono pervenute,
mostra che essa ha toccato una sensibilità che esisteva
e che attendeva di essere interpretata e resa operativa. Operativa,
anche sul terreno dove il progetto culturale diventa premessa
di economia e di sviluppo: l'Accademia del Mediterraneo-Maison
de la Méditerranée si è applicata a diventare
strumento economico per il Mezzogiorno d'Italia attraverso la
definizione di progetti "mediterranei" in grado di accedere
ai Fondi europei previsti in Agenda 2000 nell'ambito delle politiche
di internazionalizzazione culturale ed economica.
6. La Fondazione Mediterraneo ha
inaugurato la sede centrale della Maison
de la Méditerranée di Napoli il 22 giugno 2002.
Tutto questo lavoro, guardato in grande, può diventare
di decisiva importanza per l'Europa che si sta allargando al di
là dei propri confini tradizionali. Essa ha e vuole avere
una sua politica mediterranea, che è una politica che guarda
a lei stessa e oltre di lei. Il confronto fra le culture renderà
più facile questa politica, farà crescere la forza
degli interlocutori possibili. L'Europa come soggetto politico
in un mondo che diventa globale deve guardare al Mediterraneo
come al mare di un grande sviluppo, di pace, di civiltà.
La cultura è il cardine di questa possibilità. Hegel
diceva che la libertà si sviluppa e cresce sul mare; la
sua profezia può diventare verità storica proprio
quando la globalizzazione in atto chiede ad ognuno di ricordare
le proprie radici, e di affermarle finalmente nel riconoscimento
reciproco.
Claudio Azzolini
Membro fondatore della Maison de la Méditerranée