Introduzione ai lavori

 

On. Claudio Azzolini

Deputato europeo, Presidente del Gruppo Upe al Parlamento Europeo, Presidente di Europa Mediterranea, Membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo

Il bacino del Mediterraneo è sempre stato un punto d'incontro: una regione storico-geografica reale e storico-culturale molto particolare.

La storia politica, culturale, religiosa, economica e civile del Mediterraneo è marcata da differenziazioni originarie, le quali, purtuttavia, sono legate dal profondo intrecciarsi di scambi di ogni tipo, che attraverso i secoli si sono sviluppati in questa zona.

Il mare Mediterraneo è sempre stato un mare che unisce, un ponte di collegamento tra regioni adiacenti. È questo interagire, questa interdipendenza, che sottende il carattere storico-culturale della civilizzazione mediterranea.

La politica culturale è parte essenziale della politica estera di uno Stato; l'Italia, paese del sud Europa, è sempre stata un punto di osservazione, un faro-punto di riferimento, per tutte quelle popolazioni mediterranee mosse dal desiderio di un accresciuto spirito di collaborazione e progresso.

L'Italia, pertanto, di concerto con altri Paesi mediterranei, ma soprattutto con la Spagna, si trova ad essere tra gli Attori principali di una rinnovata era nelle relazioni euromediterranee.

Alla Conferenza Euromediterranea di Barcellona (1995) è seguita quella di Malta (1997), così come al I Forum Civile di Barcellona (1995) segue questo nostro II Forum Civile di Napoli (1997).

Nel lasso di tempo intercorso tra le due Conferenze ministeriali e i due Forum Civili, si sono svolte molte riunioni ad alto livello, tutte con l'obiettivo di progredire nello spirito dettato dalla Dichiarazione di Barcellona e dai suoi tre capitoli principali, ovvero il partenariato politico e di sicurezza, il partenariato economico e finanziario, il partenariato nel campo sociale, culturale ed umano.

Sotto il profilo degli aspetti socio-culturali ed umani, possiamo qui ricordare le Conferenze a livello ministeriale, organizzate dall'Italia a Bologna, a Roma, a Napoli, a Trieste, a Bruxelles.

Tra le varie strutture presenti, per la collaborazione nel campo culturale, un ruolo importante lo gioca la Comunità delle Università del Mediterraneo (CUM) e l'Unimed.

L'Italia come partner euromediterraneo è ben conscia delle sfide che l'attendono: dovrà investire risorse pensando al suo ruolo di "cerniera" tra l'Europa ed il Mediterraneo, non solo come "operatore" di politica e di economia ma anche come "operatore di cultura e trasformatore" nel suo "Laboratorio Mediterraneo" delle diverse identità culturali esistenti sulle due sponde del mare, affinché si possa arrivare ad un riavvicinamento più concreto e sostanziale delle popolazioni.

È in quest'ottica che inquadriamo i Forum Civili di cui noi tutti, a diverso livello, siamo allo stesso tempo attori attivi e passivi. Attivi in quanto mobilitandoci nelle nostre conferenze, partecipiamo "attivamente" alla promozione di progetti comuni nell'ambito del partenariato euromediterraneo; passivi poiché siamo un Forum ove si raccolgono le opinioni di tutti gli attori interessati e "passiamo" il nostro impegno dalla sfera cosiddetta civile all'impegno politico ed istituzionale affinché venga perfezionato il "grande disegno mediterraneo".

L'Italia in questo "disegno mediterraneo" può avere la sua rinascita nel campo della politica estera, degna del ruolo che essa ricopre, sia a livello di Unione Europea, sia come mediatore in molte aree del Globo e soprattutto nel Mediterraneo. Pertanto si può considerare il Mediterraneo, per l'Italia, come regione dalla priorità assoluta.

Infatti, senza emendare dal quadro di riferimento le politiche che sono in corso di perfezionamento in altre regioni d'Europa — quali per esempio il previsto ampliamento ai Paesi candidati centro-orientali e le risorse colà impiegate, occorre che il Sotto-Sistema Italia agisca nel Sistema Europa, come "bilanciatore degli sforzi" che l'Unione Europea ha impegnato, sia sotto il profilo politico che economico.

Occorre, dunque, far sì che il Sottosistema Mediterraneo possa giovarsi di un allargamento a Nord-Est e non riflettere un ulteriore ritardo di sviluppo per gli amici della "sponda sud".

L'impegno dei Paesi del bacino del Mediterraneo e Membri dell'Unione Europea è essenziale: essi hanno una grande responsabilità nell'apportare il loro contributo ad un equilibrato processo integrativo europeo.

Ricordiamo, infine, che il partenariato euromediterraneo si basa su due principi fondamentali:

— il primo indica che un'area di pace e di stabilità e di sicurezza nel Mediterraneo può essere perfezionata solo attraverso la promozione di una più equilibrata crescita economica e di sviluppo;

— il secondo identifica nell'osservanza delle regole di equità e reciproco rispetto, per mezzo di un sincero dialogo intramediterraneo, il successo del partenariato.

Questo fondamentale progetto "geo-economico-politico" è l'architrave di un tempio di discussione e agorà politico ove le colonne sono rappresentate dai tre capitoli del partenariato.

Dipenderà pertanto dalla struttura di tutta questa costruzione, dalla sua stabilità finanziaria, gestita dal regolamento MEDA e dai programmi di cooperazione decentrati dell'Unione Europea, far evolvere nell'interesse comune di tutti i Paesi partecipanti questo erigendo partenariato euromediterraneo, da un grande progetto in costruzione ad un concreto condominio di pace e prosperità per la nostra generazione e per quelle future.