Dott. Samuel Hadas

Giornalista, già Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede
Membro del Comitato Esecutivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo

In una situazione come quella che stiamo vivendo nel Mediterraneo, qual è il ruolo delle religioni? Quale può essere il loro contributo alla convivenza tra i popoli? È necessario il dialogo interreligioso? È possibile?

Nel mondo laico moderno, nel quale evidentemente le istituzioni religiose hanno subito una perdita di influenza sulla società, non sono pochi coloro che ritengono che le regioni sono destinate ad avere sempre meno ascendente sulla vita sociale e politica.Ma la nuova vitalità dei mondi religiosi sembra contraddire questa ipotesi.

Le religioni sono attualmente le protagoniste nel nostro bacino; nell'estremità orientale e sulla costa sud, assistiamo alla diffusione del fondamentalismo religioso; in Israele gruppi religiosi fanno sentire il loro peso influendo persino sulla politica; nel conflitto dei Balcani, la religione è uno degli elementi di identità delle parti coinvolte. Inoltre, la nuova situazione interreligiosa nei Paesi europei di antica tradizione cristiana, scaturita dall'immigrazione di milioni di musulmani e dalla nascita di importanti comunità non cristiane, pone il problema delle minoranze religiose in questi paesi sotto un diverso aspetto.

Lo scopo è quello di cercare di prevenire le tensioni reciproche e le dispute tra le religioni.

Gli ostacoli sul sentiero del dialogo sono numerosi e complessi, dato che esiste ancora una forte resistenza nei gruppi conservatori di tutte le religioni e una profonda sfiducia e preoccupazione all'idea di eventuali influenze "estranee".L'esperienza ci dimostra che il dialogo può portare a un cambiamento nella mentalità dell'individuo, ma non nel suo credo.Non è il contenuto della fede che deve cambiare, ma la mentalità delle persone verso altre religioni e idee.La gente è la stessa in tutte le religioni e lo scopo fondamentale dovrebbe essere quello di unirla.

Guardando le cose da questo punto di vista, la cooperazione tra i membri delle diverse religioni nella ricerca della pace nel mondo diventa possibile.Desidero credere che i leader delle tre grandi religioni monoteiste ne siano consapevoli.

Il dialogo interreligioso, inteso non come fine ma come mezzo per trovare ulteriori motivazioni che portino alla convivenza e alla cooperazione, è oggi cruciale per costruire un nuovo Mediterraneo.

È dunque necessario il dialogo interreligioso? Io credo che sia addirittura indispensabile, sempre che il suo scopo sia quello di lavorare per un mondo migliore, più pacifico ed etico.

Ma forse dovremmo prima chiederci se la religione è in effetti un bene per l'umanità.Alcuni diranno certamente di no, argomentando che sin dai primordi della storia molte guerre hanno devastato — e continuano a devastare — il mondo in nome di quasi tutte le religioni e spesso, ma non sempre, sono coincise con l'esclusivismo nazionalista ed etnico.

Se il nostro fine è un mondo in cui regni la convivenza pacifica, se pensiamo che nessuna guerra o azione possano essere caldeggiate in nome della religione, allora il "dialogo interreligioso è oggi possibile se non necessario".Il dialogo è la comunicazione tra simili; non dobbiamo solamente parlare ma ascoltare il prossimo con rispetto e attenzione, imparare a capirlo e cercare di farsi capire.

Non credo che questo dialogo debba essere solo una discussione teologica, ma la formulazione di un'etica fondata sulle radici della nostra comune eredità.

Si deve reagire contro la xenofobia e il culto dell'esclusivismo nazionalista e religioso in questa parte del mondo.

Noi, in quanto popoli di culture religiose, dobbiamo imparare a intenderci meglio, a dividere i tesori del nostro lascito spirituale creando una nuova e più civile semantica. Solo una semantica che tocca la gente nel contesto odierno può contendere la minaccia di una semantica inconscia; il linguaggio dell'ingiustizia e della violenza che si sente nelle varie parti della nostra regione mette in pericolo i paesi che stanno vivendo un'era di instabilità economica, sociale e politica.

Costruire una politica di convivenza esige la tolleranza, il riconoscimento reciproco, l'uguaglianza dei diritti e la dignità degli uomini e della loro cultura.Le religioni potrebbero contribuire in maniera decisiva attraverso un dialogo attivo, fluido e sincero e se desiderassero compiere la loro vera missione al servizio della fraternità e della convivenza tra gli uomini e i popoli il dialogo interreligioso sarebbe uno dei mezzi più importanti per riuscirci.

Le difficoltà sono tante e il dialogo è possibile soltanto se si ottiene un clima di convivenza umano e se si riesce a farlo passare dagli studiosi e dai movimenti pacifisti ai diversi rappresentanti delle religioni.Devo insistere: la cooperazione tra i popoli del Mediterraneo sarebbe difficile senza la partecipazione costruttiva delle religioni.

Le tre religioni sono una componente vitale dello spazio mediterraneo, una parte fondamentale della mentalità e della vita dei popoli che su questo mare si affacciano.