Prof. Mohamed Knidiri
Rettore dell'Università "Cadi Ayyad",
Marrakech
La nuova politica mediterranea, inaugurata dalla prima
Conferenza di Barcellona e ribadita da quella di Malta, ha tracciato le linee
di un partenariato globale euromediterraneo.
L'obiettivo generale di questo partenariato consiste nel
fare del bacino del Mediterraneo una zona di dialogo, di tolleranza e di
cooperazione che garantisca pace e stabilità.
Questo obiettivo, per quanto ambizioso, non può essere
realizzato in mancanza di una volontà politica e senza uno sviluppo economico e
sociale durevole ed equilibrato.
Queste condizioni di riuscita coinvolgono più attori: ONG,
università, mezzi di informazione, etc. Il II Forum Civile Euromed rivela la
consapevolezza, da parte degli organizzatori, che la società civile, con tutte
le sue componenti attive, è un attore di cui non si può non tener conto nella
messa in opera della nuova politica euromediterranea.
Le università delle due rive del Mediterraneo possono
contribuire considerevolmente, e più delle altre istituzioni della società
civile, alla realizzazione di questo partenariato.
Questo contributo è relativo e dipende dalle loro condizioni
attuali e dalla loro predisposizione a cooperare in regime di partenariato.
I. Quale ruolo possono svolgere le università nel
quadro della politica euromediterranea?
Partendo dai principi sanciti dalla Dichiarazione di
Barcellona, è inequivocabile che l'Università mediterranea ha un ruolo
importante da svolgere per promuovere la cooperazione e gli scambi tra i Paesi
del bacino mediterraneo e raggiungere gli obiettivi del partenariato
euromediterraneo.
È una "cinghia di trasmissione" del sapere, della
tecnologia, dell'innovazione; è un veicolo di cambiamento delle mentalità e dei
modi di agire necessari per la stabilità politica e lo sviluppo economico della
regione.
Questo ruolo ha due aspetti fondamentali:
— Un aspetto tecnico-scientifico, che consiste
nell'assicurare la trasmissione del sapere e del know-how necessari allo
sviluppo economico e al miglioramento del livello di vita delle popolazioni.
— Un aspetto sociale e culturale, che si esprime in azioni
mirate all'avvicinamento delle culture, e alla comprensione tra i popoli,
necessari per la stabilità politica e la pace.
Tenuto conto delle difficoltà in cui versano le università
del sud, è inconfutabile che il primo aspetto incombe in gran parte sui paesi
della riva nord del Mediterraneo.
Il primo Forum Civile Euromed, organizzato a Barcellona nel
1995, aveva sottolineato le difficoltà con cui devono confrontarsi le
università del sud. Queste difficoltà possono riassumersi essenzialmente
nell'assenza di mezzi appropriati e nella debolezza della politica scientifica,
quando esiste (il che ha come conseguenza immediata un ritardo di competenze),
che ne limitano il ruolo e il campo d'azione.
Questa situazione, largamente diffusa, si spiega con dei
fattori che non sono sempre inerenti all'università; c'è inoltre bisogno di un
aggiornamento, indispensabile e preliminare a tutte le azioni concrete che
nascono nell'ambito di questo partenariato.
In effetti la mancanza di correlazione tra l'aumento della
domanda sociale di istruzione superiore (conseguenza della democratizzazione
del sistema, della sua gratuità e dell'attrattiva che può rappresentare la
concessione di una borsa di studio) e l'insufficienza delle risorse, sia
materiali, sia umane, si traduce in un cattivo funzionamento, di cui la
mancanza di qualità è ciò che colpisce di più insieme alla non-efficienza del
sistema, il basso tasso d'inquadramento, la trascuratezza della ricerca,
nell'abbassamento del livello generale di formazione etc.
D'altro canto l'assenza di una strategia pianificata per
l'insegnamento e la ricerca, nonché la mancanza di una visione chiara dei loro
compiti e dei contributi necessari alla realizzazione degli obiettivi di
sviluppo dei paesi, rendono difficile sia la definizione di una politica di
formazione e di ricerca, sia il controllo della realizzazione degli obiettivi.
Ecco perché l'inadeguatezza tra formazione ed impiego è
sempre più acuta e molto spesso risolta con delle azioni singole e non
coordinate.
Quanto alla ricerca, malgrado il suo alto livello
scientifico in generale, a volte condotta in collaborazione con ricercatori dei
Paesi del Nord, resta frammentaria e sconnessa rispetto alle problematiche
legate alla realtà socio-economica dei paesi coinvolti.
Per risolvere questo problema, qualitativo e quantitativo, e
avvicinarsi al livello europeo, bisogna fare un grande investimento in materia
di infrastrutture materiali e in motivazione umana.
Questo investimento, che è indispensabile, è lungi
dall'essere realizzato, almeno per due ragioni: innanzitutto per mancanza di
finanziamenti supplementari, tenuto conto del fatto che i finanziamenti
stanziati per l'insegnamento raggiungono già delle percentuali elevate nei
programmi di spesa dei Paesi del sud. In secondo luogo in un'ottica
"budgettaria" e di sovrappiù in periodo di austerità e di
aggiustamenti strutturali, devono ancora essere definiti dei criteri di
redditività che presiedono alla scelta di tali investimenti.
Inoltre, vista la disoccupazione dei diplomati di scuola
superiore, diviene difficile giustificare una richiesta di investimenti
supplementari considerati, a torto o a ragione, come un investimento a fondo
perduto.
Lungi da noi la responsabilità sociale dell'università nella
promozione dello scibile umano, essa è sottomessa alla dura legge del mercato,
caratterizzata da una domanda superiore all'offerta, limitata dalle restrizioni
"budgettarie" e da una crescita economica generalmente modesta.
Lo sviluppo dell'università ha bisogno innanzitutto di una
ridefinizione del suo ruolo e dei suoi compiti e del suo adattamento ai nuovi
dati dell'ambiente che è in rapida evoluzione. Questa è la sfida da accettare e
la direzione verso cui gli sforzi devono essere canalizzati.
II. Proposte
In base a quanto detto finora, il ruolo che può svolgere
l'università nel nuovo quadro della politica euromediterranea è subordinato a
due condizioni necessarie:
— l'impegno dei Paesi della riva nord a cooperare ed
aiutare i Paesi del sud a sviluppare e a modernizzare i loro sistemi di
insegnamento superiore;
— l'impegno delle Università della riva nord a
cooperare in un ambito di partenariato con le Università del sud.
Per quanto riguarda la prima condizione, bisogna constatare
che l'università è marginalizzata nella cooperazione bilaterale tra i Paesi del
nord e quelli del sud del Mediterraneo, ad eccezione della cooperazione
bilaterale tra alcuni Paesi europei e quelli del Maghreb.
Superando queste lacune, la Dichiarazione di Barcellona
afferma, nel suo programma di lavoro, la necessità di un dialogo stabile sulle
politiche in materia di insegnamento. Questo dialogo si occuperà in un primo
tempo più particolarmente della formazione professionale, della tecnologia
applicata all'insegnamento superiore e della ricerca.
Noi ci auguriamo che, a medio termine, attraverso questo
dialogo si arrivi ad armonizzare gli studi nelle università mediterranee come
condizione preliminare al riconoscimento dei diplomi.
Per quanto riguarda la seconda condizione, noi proponiamo, a
breve termine, il lancio di programmi comuni d'insegnamento e di ricerca tra le
università mediterranee.
In materia di ricerca questi programmi possono prendere la
forma di reti che associno ricercatori delle due rive su temi ben individuati,
pertinenti e compatibili con le priorità di ogni paese.
In materia di formazione questi programmi possono assumere
la forma di un trasferimento di conoscenze specializzate per la formazione,
come il programma Med-Campus.
Noi rinnoviamo il nostro appoggio al progetto
dell'osservatorio socio-economico della CUM, iniziativa altamente fruttuosa. Il
suo finanziamento da parte dell'UE dovrebbe essere la prova dell'impegno
dell'Europa nella costituzione di una vera e propria comunità universitaria mediterranea.
Noi ci auguriamo che le università europee aumentino la loro
capacità di ricezione di dottorandi e sviluppino la creazione di programmi di
studio a distanza e la partecipazione all'organizzazione delle università del
sud.