Dott. Maurizio Pasini

Presidente della Comunità Mediterranea dei Trasporti

La Sessione dei lavori dedicata al Traffico e ai Trasporti si divide in tre parti:

— la prima analizza le reti ferro-stradali mediterranee e le loro infrastrutture;

— la seconda tratta i trasporti marittimi mediterranei ed intercontinentali nonché i porti Hub;

— la terza, a completamento delle prime due, evidenzia i problemi complementari, quali la formazione professionale, il partenariato euromediterraneo, l'informatica e la telematica, etc.

In effetti dovremo tentare di dare una risposta ai molti problemi pendenti tenendo anche conto delle Conferenze Ministeriali di Barcellona (27/28 novembre 1995) e Malta (15/16 aprile 1997).

Il peso politico dell'Europa, oggi più che mai impegnata nel suo ampliamento ad Est, risulta sempre più sproporzionato rispetto alle due azioni economiche; è indispensabile riequilibrare questa Europa sul Mediterraneo.

Il concetto di partenariato tra l'Unione Europea ed i Paesi mediterranei risponde alla necessità di realizzare uno spazio di cooperazione e rispetto reciproco per il benessere di un'area scossa da tensioni e conflitti di varia natura; ma perché questo avvenga è fondamentale che siano i rappresentanti della Società Civile dei vari paesi ad intervenire e partecipare alla promozione di progetti comuni per il futuro.

In questo periodo, nel quale i governanti parlano molto di "Euro", poco di nuovi posti di lavoro e quasi niente di trasporti mediterranei, è giunto il momento di dar vita ad una reale "Politica Mediterranea dei Trasporti".

Passando ai trasporti io penso che, guardando al futuro, i Porti del Mediterraneo potranno recuperare, come già stanno facendo, una buona parte dei traffici che si sono persi a favore dei Porti del Nord-Europa; per far questo è necessario offrire: prezzi convenienti, tempi rapidi, servizi garantiti e frequenza di approdi.

Contrariamente a quelli che ancora sono legati ai trasporti tradizionali, la containerizzazione continua ad espandersi e, col tempo, a parte i prodotti liquidi e sfusi, coprirà totalmente il trasporto delle merci.

Ho detto questo per ricordare ai Porti mediterranei che si devono attrezzare (pescaggi ed infrastrutture) per i nuovi giganti del mare; pena la perdita di traffico.

Venendo al cabotaggio nell'Unione Europea desidero ricordare che col 1° gennaio 1999 verrà liberalizzato, con l'unica eccezione della Grecia che ha ottenuto una proroga a tutto il 2003.

Ora, però, ci troviamo davanti ad un dilemma: le navi che effettuano servizio di cabotaggio con le isole devono continuare a rispettare le normative in vigore nel paese ospitante o sarà loro permesso di seguire quelle della loro bandiera?

Un cenno anche alla volontà di privatizzare; personalmente sono in accordo con la privatizzazione, però ho molte riserve quando intervengono capitali extracomunitari che potrebbero mutare le attuali direttrici di marcia per favorirne altre che non siano convenienti ai Paesi mediterranei.

In merito alla formazione professionale ricordo che Delors, nel suo Libro Bianco, indica che la formazione deve essere divisa in due parti:

— la formazione di base, che è quella che normalmente viene impartita nelle scuole;

— la formazione continua, che è quella che ci deve accompagnare per tutta la vita lavorativa per restare aggiornati e che, in particolare, riguarda le persone con qualifiche modeste ed il cui posto di lavoro è a rischio.

In molti paesi questa seconda fase è trascurata mentre nei paesi che l'hanno risolta, vedi Germania, Giappone e U.S.A., si trovano le economie più forti.

Qualche nozione sul partenariato nato nel novembre del 1995 con la riunione dei Ministri degli Esteri di Barcellona; in quell'occasione è sorto un Programma con i 12 Paesi terzi del Mediterraneo nella prospettiva di realizzare entro il 2010 una zona di libero scambio, prima fra i 12 Paesi e poi tra questi e l'Unione Europea.

Alla fine dei lavori avremo preso in considerazione, in linea di massima, tutti i problemi così da poter pensare seriamente ad una politica mediterranea dei Trasporti.

A differenza del I Forum di Barcellona, dove sono state presentate molte proposte che, a distanza di due anni, non hanno avuto reali sviluppi, noi riteniamo utile poter concludere i lavori con un numero limitato di proposte che, però, si possano realizzare in tempi relativamente brevi.

Noi crediamo nella politica dei piccoli passi e non nei grandi progetti che restano solo sulla carta; nella realtà: fatti e non solo parole.

Desidero evidenziare che il cementare le amicizie fra uomini di paesi, razze, religioni e culture diverse è un traguardo difficile da raggiungere, però nessuno di noi deve desistere dalla lotta perché è in gioco il futuro del Mediterraneo; questo traguardo vorrà dire pace, serenità, benessere e progresso per tutti noi.

Infine ricordo il problema dei finanziamenti che l'Unione Europea dovrebbe incrementare verso il Mediterraneo e non verso l'Est europeo lasciandoci la sensazione di essere una "Zona di Serie B".

Chiudo raccomandando all'Unione Europea di varare più progetti finalizzati a favore dell'area mediterranea perché, al momento, si ha la sensazione di essere penalizzati a favore del Nord e dell'Est Europa.