Prof. Nouzha Skalli
Componente Comitato Centrale
"Progresso e Socialismo" di Casablanca
Sono dell'Associazione Democratica del Marocco che in arabo
significa siciliano, ciò vuol dire che l'immigrazione ha luogo da molto tempo
nel Mediterraneo e questo dimostra che in fondo apparteniamo alla stessa
famiglia del bacino mediterraneo. Vorrei parlare brevemente dell'immigrazione
delle donne marocchine e ritengo che il primo bisogno dell'immigrante sia la
ricerca di un lavoro, quindi il soddisfacimento dei bisogni economici, ma c'è
anche la ricerca della dignità, dei diritti umani ed è una ricerca importante e
vitale quanto quella del soddisfacimento dei bisogni economici. Quindi per
essere concreti non vogliamo semplicemente un palliativo a questo fenomeno
dell'immigrazione che disturba, per così dire, molte situazioni dei paesi del
nord. Per trovare una soluzione bisogna aiutare le associazioni che si occupano
proprio della difesa dei diritti umani e delle donne, e in particolare mi
riferisco al campo dei diritti politici delle donne perché le donne sono spesso
emarginate sul piano del processo decisionale. Questa sottorappresentazione non
è solo un problema per le donne stesse, bensì un problema di equilibrio sociale
perché le donne costituiscono la metà della popolazione. Di fatto non sono solo
la metà della popolazione perché la sorte dei figli è legata a quella delle
donne e quindi bisogna pensare che in realtà costituiscono ben l'80% della
società; se la maggioranza della popolazione è così emarginata dal processo
decisionale non ci si può certo sorprendere che ci siano poi tali squilibri dal
punto di vista delle sviluppo e che questa situazione non possa funzionare.
Penso, dunque, che se dobbiamo essere concreti dobbiamo parlare di progetti di
formazione sul piano dell'accesso delle donne al lavoro; è stato infatti
dimostrato che la partecipazione delle donne alla vita pubblica si traduce
sempre in un miglioramento netto dal punto di vista sociale, occupazionale,
sanitario, educativo: proprio di questo abbiamo bisogno nei paesi del sud del
Mediterraneo.
Il ruolo delle donne nel campo politico riguarda tutti i
paesi del bacino mediterraneo. Nel sud, in Marocco, siamo solo lo 0,5% in
Parlamento. Si sono avute le elezioni e le donne sono, quindi, pochissime (due
nella prima camera, altre due nella seconda camera), ma nei paesi del nord, in
Francia, in Italia, in Grecia e in Spagna, in realtà non si va oltre il 10% e
spesso anche meno del 10%, e quindi di certo non possiamo essere soddisfatte di
tali risultati. Bisogna perciò riflettere su questo problema; comprendere che
abbiamo un ruolo collettivo da assumere, forse perché ognuno vive con i
problemi del proprio paese e vorrebbe risolverli, ma la dimensione che noi oggi
abbiamo vissuto non riguarda un unico paese; è una dimensione globale e sono
problemi che riguardano tutti in quanto donne dei paesi mediterranei. Per
essere concreti su questo problema che riguarda la partecipazione delle donne
alla rappresentanza femminile, vi dirò che i testi legislativi prevedono pari
opportunità in questo campo tra uomo e donna, è come se le donne fossero state
immobilizzate per anni e poi improvvisamente le si libera e si dice: bene ora
correte, andate più veloci degli uomini. Nella maggior parte dei casi,
naturalmente, sono gli uomini che ottengono i seggi in Parlamento e non le
donne, ma non perché abbiano meno capacità o abbiano meno competenza, non hanno
nulla in meno rispetto agli uomini, ma sono ostacolate da secoli in cui non
hanno avuto un ruolo nel sistema politico, quindi la mentalità delle
popolazioni non è pronta a vedere le donne nei ruoli di responsabilità. Per essere
concreta e non parlare solo in termini teorici, vorrei aprire una piccola
parentesi: qui nel nostro laboratorio mediterraneo bisogna tracciare con
chiarezza gli obiettivi e orientare la discussione in tal senso. Dovremmo
perciò incoraggiare i rapporti positivi perché la partecipazione delle donne
nella vita politica condiziona tutti gli altri problemi: se le donne
prendessero le decisioni sarebbero molto più coinvolte a livello sociale,
nell'educazione dei bambini, e nel lavoro, perché l'elemento sociale nelle
donne è molto importante e bisogna formare la leadership femminile. Occorre
quindi dare una istruzione alle donne nel campo della comunicazione per
demistificare la politica, imparare a comportarsi in un ambiente politico,
questo insomma è un progetto concreto che si dovrebbe generalizzare in tutto il
bacino del Mediterraneo. Poi c'è un altro elemento importante, dobbiamo avere
un centro, una istituzione che rifletta su come si possano far evolvere le
leggi in questo campo perché quando chiediamo ai nostri paesi la parità o delle
quote di rappresentanza delle donne, si dice che non è democratico e lo si
rifiuta. Se il nostro Parlamento fosse costituito dall'80% di donne e solo in
una piccola percentuale di uomini, allora cercherebbero delle leggi per poter
assicurare la propria rappresentanza all'interno del Parlamento; ma visto che
sono loro a fare le leggi e le donne sono escluse, allora si rifiuta di
codificare la rappresentanza delle donne e questo non è giusto. Le associazioni
femminili ricercano informazioni relative ai metodi utilizzati in tutto il
mondo per assicurare la rappresentanza politica delle donne e non si trovano
informazioni in proposito. Se avessimo un osservatorio che potesse dedicarsi a
questo tipo di problema troveremmo delle soluzioni per tutti.