S.A.R. Felipe di Borbone
Principe di Asturias
Signor Presidente della Repubblica, autorità, signore e
signori, è per me un grande onore ed una profonda soddisfazione partecipare
all'inaugurazione del II Forum Civile Euromed e lo è per due motivi: per
quello che significa in quanto continuità di un'impresa necessaria e nobile e
perché si celebra in Italia, a Napoli, una delle città che più hanno
contribuito alla storia del Mediterraneo e che meglio lo hanno rappresentato.
Fu in Spagna, a Barcellona, che grazie all'Istituto Catalano
del Mediterraneo e con il contributo del governo della Regione Catalogna, fu
organizzato il I Forum Civile del Mediterraneo, alla cui inaugurazione ho avuto
l'onore di partecipare, così come di assistere successivamente alle sessioni di
lavoro cui hanno partecipato 1200 esperti provenienti da 34 Paesi del
Mediterraneo e dell'Unione Europea.
Quel Forum è stato l'avvio del più ampio movimento della
Società Civile del Mediterraneo fino ad oggi mai registrato. Sono state
analizzate in maniera esaustiva sia le questioni mediterranee più urgenti sia
quelle a più lungo termine. C'è stata una vigorosa chiamata
all'associazionismo, nell'ambito di una nuova autonomia che cancella le
differenze che esistono tra il Nord e il Sud e considera il Mediterraneo come
una globalità.
Sembra un'ironia, ma continua insistente la necessità di
reinterpretare il Mediterraneo, che si accusa di essere diventato uno spazio
caotico perché non forma una unità e per i conflitti che ci sono. In effetti
non c'è unità se consideriamo questo concetto come sinonimo di uniformità e
quindi neanche risulterebbero unitarie l'Unione Europea o il Mondo arabo che
debbono tutta la loro ricchezza al particolarismo. Il Mediterraneo costituisce
forzosamente un'unità imposta dalla geografia, potenziata come nessuna altra
regione planetaria dalla storia, caratterizzata dalla pluralità,
dall'effervescenza, dalla creazione, che ne costituiscono l'essenza.
Tutti i popoli desiderano oggi la democrazia, tutte le
persone chiedono il rispetto dei diritti umani, lo Stato di benessere.
Tutto questo ha in parte origine nelle rivoluzioni francese e americana, nella
filosofia del XVIII secolo o nel pensiero politico del XIX secolo. Però il tutto
nasce molto prima ed esattamente da una congiuntura complessa che si verifica
in Grecia nel V secolo a.C.; quella della democrazia esaltata da Pericle,
quella di un pensiero filosofico che, come diceva Protagora, considera l'uomo
come misura di tutte le cose.
Il Mediterraneo è la culla delle tre grandi religioni
monoteistiche, la cui mutua implicazione ha tanta voce in questo Forum e che
nasce dal fertile albero israeliano, una piccola creazione che racchiudeva, più
di qualsiasi impero, il sentimento della dimensione metafisica.
Si tenga conto del fatto che ricordando questo significativo
passato non faccio appello alla facile retorica, ma al contrario: credo sia
necessario lasciare traccia di quel che spesso si dimentica e che consiste
nello splendido contributo della pluralità del Mediterraneo al mondo di oggi,
alle sue più grandi illusioni, al suo stretto senso della giustizia,
all'uguaglianza. Più precisamente la pluralità è quella che richiede
l'attenzione all'altro, il contributo dell'altro; è quella che deve
necessariamente riconoscere l'entità dell'altro con tutti i suoi diritti.
Senza dubbio non possiamo cadere in nessuna forma di
trionfalismo: se la pace è avanzata in altri paesi, in altri è retrocessa;
se l'espansione economica continua, il processo politico sembra bloccato. Noi
che apparteniamo all'Unione Europea non possiamo dimenticare che spetta proprio
a noi il dovere di lavorare senza tregua e con efficacia affinché il
Mediterraneo si avvicini il più possibile a questa totalità di cui ha goduto nella
storia e che gli è propria.
Quindi, signore e signori, lo diciamo molte volte e non ci
stancheremo mai di ripeterlo: il processo di pace nel Mediterraneo e il
progresso che ne conseguirà verranno sempre attraverso l'altro, attraverso il
dialogo tra gli uni e gli altri, un dialogo responsabile e promettente e non
fine a se stesso. Ed è per questo che il II Forum Civile Euromed è molto
importante, come lo fu il primo, per far sì che la Società Civile abbia
voce, cooperi ed introduca la sua enorme capacità di impeto nella vita
collettiva allo stesso modo in cui lo fanno l'azione politica e la solidità
istituzionale.
Questo Forum inoltre esamina il movimento mediterraneo che
già esiste nella stessa Italia e nello stesso tempo lo straordinario ruolo che
questa penisola rappresenta nel Mediterraneo centrale. Questa iniziativa
precisamente appartiene all'Italia, la più mediterranea del vecchio Mare
Nostrum latino, a Napoli e alla Campania, una costa che è stata mitizzata
da Omero e i paesaggi che tanto decantò Virgilio.
In questa occasione gli organizzatori hanno invitato uno
straordinario numero di giovani provenienti da tutta Italia, che già hanno
presentato le loro idee e istanze, come quella di organizzare un futuro primo
Forum a cura dei giovani mediterranei per l'anno 1999; domenica prossima, in
questa stessa sala, si discuterà sul tema I giovani protagonisti della
Società Civile. Il Forum si apre in questo modo, proiettato verso il
futuro, verso il XXI secolo che, sono sicuro, tenderà al rinnovamento dinamico.
Mi compiaccio con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo per
l'iniziativa, per la sua fede, per la sua visione del futuro e per avere
organizzato questo Forum cui la Spagna ha voluto partecipare con tutto il suo
entusiasmo.
Italia e Spagna, Napoli e Barcellona, ma anche tutti gli
altri paesi e le città mediterranee, nella speranza che questo II Forum Civile
Euromed possa offrire lo stimolo per organizzare un III Forum. Uno scrittore
catalano, Eugenio d'Ors, uno dei grandi pensatori della Spagna e filosofo del
Mediterraneo, parlò della Santa Continuità: questa continuità è quella che
rafforza, unisce ed eleva i popoli.
Non aggiungo altro, solo auguri per questa impresa.
Vi
ringrazio tutti.