L'apporto
della Grecia antica
alla formazione dell'identità culturale europea
Prof. Nicos Conomis
Accademia Athinon
Grazie
Signor Presidente.
Mi è stato chiesto di parlare del contributo dell'antica
Grecia all'identità culturale europea, cosa piuttosto difficile in così poco
tempo.
Quando la civiltà occidentale iniziò a risorgere e a
ristrutturarsi, lo fece principalmente attraverso la riscoperta di Roma e della
Grecia. La mente europea, dopo l'oscurità del Medioevo, fu risvegliata e
stimolata dalla riscoperta delle civiltà classiche. Altri fattori hanno
sicuramente contribuito a far procedere in questa direzione, ma nessun altro
elemento è stato così forte e vario. Questo processo è iniziato all'incirca nel
XII secolo e si è sviluppato fino ad arrivare ai secoli XV-XVII, in cui
l'Europa occidentale si rifà agli ideali, al pensiero e alle arti delle antiche
civiltà greca e latina, assimilandole, imitandole, in parte adattandole ad
altri mezzi, in parte creando una nuova espressività, uno stimolo potente da
cui è nata la moderna civiltà.
Possiamo iniziare con il ricordare che quasi tutti gli
alfabeti europei derivano da quello greco, o attraverso l'alfabeto latino,
oppure direttamente tramite le nazioni dell'Europa orientale. Attraverso la
loro lingua i Greci hanno trasmesso una gran parte del loro patrimonio alle
nazioni europee. I primi a recepire questa sostanziosa eredità furono i Romani;
per le lingue romanze, invece, questo assorbimento avvenne attraverso il
latino, mentre per le lingue germaniche e soprattutto per l'inglese, questo
avvenne direttamente.
I termini tecnici greci hanno sempre esercitato una grande
influenza sul latino prima e sulle altre lingue poi. I Greci hanno prestato, e
in qualche modo prestano ancora oggi, quelli che sono i termini fondamentali
delle scienze e delle lettere, perciò il greco antico non è esattamente quel
che si dice una lingua morta. Possiamo pensare, per esempio, alla parola ecclesia
che in greco antico significa "assemblea", soprattutto assemblea di
persone che dovevano deliberare su questioni particolari; nel Nuovo Testamento
cambiò il suo significato in Chiesa, intesa come corpo dei cristiani e, dal
momento che tutte le parole latine che si riferiscono alla organizzazione della
Chiesa sono di origine greca, anche ecclesia fu presa a prestito, dando
poi luogo alla iglesia spagnola, al francese eglise e al termine chiesa
in italiano. Le lingue germaniche hanno invece adottato, attraverso i Goti, la
parola greca chiuricon, cioè "la casa di Dio", usata in Grecia
soprattutto ai tempi di Costantino; da qui deriva la parola
"tempio" in tedesco, scozzese, olandese e inglese.
Alcune volte la lingua greca è stata un modello per la
creazione di alti concetti; per esempio Platone utilizzava il termine poiote|s e si scusava se poteva suonare strano.
Successivamente Aristotele lo accettò come termine tecnico e Cicerone lo
tradusse con qualitas che, con piccole differenze, qualità in
italiano, qualité in francese, qualität in tedesco, quality
in inglese, è divenuto parte del vocabolario di molte lingue europee.
Nel campo dell'educazione il programma greco per
l'istruzione elementare comprendeva la lettura, l'esposizione e degli esercizi
su grandi autori; la grammatica consentiva poi lo studio teorico della
struttura della lingua. Il primo testo grammaticale, scritto da Dionisio Trace,
ebbe un tale successo da rimanere la base dell'insegnamento della grammatica
greca nell'era bizantina; poi, attraverso la grammatica latina e gli studiosi
del Rinascimento, ha avuto una influenza duratura sull'insegnamento moderno.
Nei Dialoghi Platone sviluppò la dialettica come
metodo di ricerca per la scoperta della verità. La forma dialogica,
ripresa da studiosi latini come Cicerone, ebbe grande successo durante il
Medioevo e poi nell'età moderna grazie agli umanisti rinascimentali.
Lo studio della retorica, inaugurato da Gorgia di Siracusa,
si è dapprima sviluppato nelle Scuole di retorica, poi si è spostato a Roma con
Cicerone e Quintiliano ed è riapparso infine nell'XI secolo per diventare uno
dei fondamenti della cultura occidentale.
In tutta Europa l'insegnamento della retorica ha seguito i
principi formulati da Gorgia, Isocrate e Aristotele. Isocrate è stato
considerato il padre dell'Umanesimo ed i suoi ideali, recuperati in Occidente
durante il Rinascimento, hanno dominato il classicismo fino quasi ai giorni
nostri.
Per quello che riguarda la letteratura, l'Iliade e l'Odissea
di Omero non hanno rappresentato solo l'inizio della letteratura europea, ma
sono anche due capolavori narrativi riconosciuti come tali. L'influenza di
Omero pervade tutta la tradizione culturale europea, dando adito a molte
imitazioni, le più famose delle quali sono l'Eneide di Virgilio e la
visita dantesca agli inferi. L'Odissea racchiude al suo interno anche il
racconto di un viaggio, un genere letterario che ha avuto fortuna e che si è
sviluppato nei racconti di viaggi fantastici del Medioevo e del Rinascimento,
fino ai Viaggi di Gulliver.
La parte dell'Odissea in cui Telemaco parte alla
ricerca del padre viene ripresa da Joyce nel suo Ulysses; il ritratto
romantico di Nausicaa ha ispirato la descrizione della passione di Didone per
Enea.
Le opere dell'altro grande poeta epico, Esiodo, hanno
ispirato molti autori tra cui Ovidio, le cui Metamorfosi iniziano con la
creazione, seguendo la tradizione didattica di Esiodo.
Nel De rerum natura di Lucrezio c'è invece tutta la
filosofia del materialismo scientifico che ispira anche altri filosofi nelle
epoche successive.
La grande poesia lirica greca comprende quasi tutti i generi
ed è stata prodotta quasi ininterrottamente dall'VIII secolo a.C. fino ai
nostri giorni. Oltre ad avere influenza sulla produzione degli autori romani
ispirò molti altri poeti a partire dal Rinascimento; questo tipo di poesia
centra la propria attenzione sulla vita e mostra attraverso quali percorsi
raggiungere la propria consapevolezza.
Anche se questi poemi sono frammentari sono molto
interessanti. Possiamo citare Eliot che si è servito del potere evocativo dei
frammenti per costruire un grande poema di disintegrazione, The Waste Land,
influenzato per molti aspetti dalla Grecia. Il dramma europeo discende ancora
una volta dalla tragedia e dalla commedia greca, e in particolare Strindberg,
Beckett, Pinter, Pirandello ed altri ritornano, ognuno con le proprie modalità,
al teatro greco. Per quanto riguarda il teatro possiamo ricordare sia la
tragedia sia la commedia, sottolineando il contributo che la forma tragica ha
dato alla costruzione della democrazia, l'eredità più significativa della
Grecia. L'alternarsi del canto e della prosa rappresentava dialetticamente i
conflitti esistenti nell'ambito della vita cittadina; al coro era affidato
invece il compito di commentare musicalmente le azioni che si sviluppavano sul
palcoscenico.
Nel XIX secolo si riscoprì la musicalità della parola come
dimostrano l'opera di Wagner o il recupero avviato anche da poeti drammatici
quali Hölderlin e Hofmannsthal e compositori come Debussy e Strauss. Possiamo
anche ricordare i tentativi neoclassici di far rivivere il coro che ha
contribuito a migliorare l'opera moderna attraverso una simbiosi tra il testo
poetico e la musica.
Si potrebbe ancora aggiungere che i Greci hanno inventato la
politica, istituendo le premesse per lo sviluppo delle future teorie politiche
occidentali. La connessione con la vita della polis era importante; per
ogni modifica delle norme cittadine doveva essere avviato un dibattito pubblico
e spesso i letterati assumevano il ruolo di sostenitori e portavoce della
politica ufficiale. Inoltre il governo democratico della polis era
diretto e non rappresentativo come oggi, quindi tutte le decisioni importanti
erano prese dai cittadini. Ci troviamo perciò di fronte ad un reale esempio di
governo del popolo che è quanto il termine democrazia indica, un esempio che
nessun paese occidentale è mai riuscito a riproporre. Il potere della comunità
era fondamentale e non c'era un'autorità che prevalesse sul popolo; ma la
società, rigidamente divisa in classi, attribuiva ai cittadini diritti e doveri
secondo la classe di appartenenza. I fondamenti della teoria politica sono
rintracciabili proprio nel dibattito, sviluppatosi in Grecia nell'ambito del
pensiero filosofico, che si preoccupava dell'orientamento del cittadino
entro la vita della polis e in vista della sua direzione: a tale
problema risponde fondamentalmente la filosofia dei sofisti, nonché il pensiero
stesso di Socrate.
Il pensiero etico-filosofico di Aristotele è in stretta
relazione con gli sviluppi della teoria politica.Egli afferma: l'uomo è per
natura un animale politico, ed il suo contesto ideale è la città. La polis è
per Aristotele la più importante forma di associazione e il suo pensiero
politico, per il suo valore anticipatore, è vicino alle teorie politiche
degli scienziati moderni.
Avrei ancora qualche cosa da dire sulla filosofia, ma
preferisco concludere, non senza dire che mi dispiace non aver potuto fare
riferimento alla matematica, alla geometria, alla astronomia, alla medicina,
alla biologia, all'arte, alla mitologia, all'architettura greca. Quello che è
stato detto forse è abbastanza per porci in grado di valutare il contributo
della Grecia all'identità culturale europea; i Greci stessi usavano dire che
"Un leone si riconosce dai suoi artigli". Grazie.
Prof. Nadir M. Aziza
Ringrazio il prof. Conomis per il
suo intervento che ci ha fatto conoscere il contributo decisivo della Grecia
alla formazione dell'identità europea.
Passiamo alla seconda parte che
concerne l'apporto dei monoteismi alla formazione dell'identità europea.
Tengo a ripetere che l'apporto
cristiano è costitutivo, decisivo, ed è indiscutibile che l'impronta del
Cristianesimo sia essenziale per l'identità europea, ma non bisogna dimenticare
l'Ebraismo e il contributo islamico attraverso la mediazione che hanno
esercitato tra la Grecia e il Rinascimento europeo. Hanno dato un contributo
enorme e proprio di questo loro contributo parleremo adesso col
dott. Shaked dell'Accademia delle Scienze Umane di Gerusalemme.Seguirà il
contributo del Presidente del Congresso Permanente della Conferenza dei grandi
Rabbini Europei che parlerà dell'apporto dell'Ebraismo per la costituzione
dell'identità culturale europea.