Discorso di benvenuto del Presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo
Michele CAPASSO
CONSEGNA DEL «PREMIO MEDITERRANEO DI CULTURA» A S.E. SUZANNE MUBARAK
E’ con grande piacere e orgoglio che oggi, Signora Suzanne Mubarak, La riceviamo
a Napoli, città gemellata con Alessandria, per consegnarLe il Premio “Mediterraneo
di Cultura” che la nostra Fondazione attribuisce, ogni anno, a una personalità
o ad un’istituzione che ha operato, in maniera significativa, alla promozione
della cultura nel “Mare Nostrum”, contribuendo così al dialogo culturale tra le
due rive e al consolidamento della ricerca della pace tra i suoi popoli.
Il Premio “Mediterraneo di Cultura” della nostra Fondazione viene, oggi, a sottolineare
l’opera esemplare intrapresa ad Alessandria per la rinascita della sua Biblioteca
e la parte preponderante che Lei ha svolto, personalmente, nella promozione del
progetto e nella realizzazione.
Tutti riconoscono il ruolo preminente che la città d’Alessandria e la sua Biblioteca
hanno svolto nel Mediterraneo antico realizzando uno dei primi sincretismi culturali
della sua storia tra la profondità spirituale e la magnificenza del patrimonio
della civiltà dei Faraoni e lo splendore filosofico e i progressi scientifici
della civiltà ellenica.
Ma si è ben sottolineata la diversità dei saperi sviluppati in seno all’antica
Biblioteca che dà alla sua produzione culturale questo carattere pluridisciplinare
così incredibilmente moderno. Da Eudosso di Cnido che ci diede la scomposizione
di un anno in 365 giorni e un quarto a Archimede e il suo principio, d’Aristarco
di Samo che scoprì, per primo, che la terra gira intorno al sole a Eratostene
che calcolò la prima misura della circonferenza della terra, la scienza scintillò
di mille fuochi nell’antica Biblioteca e trovò forse il suo compimento ideale
nei fondamentali lavori del grande Euclide.
La medicina non fu inferiore con Claudio Galeno la cui opera fu ripresa dai più
grandi medici fino al XVII° secolo.
Dal canto suo, Claudio Tolomeo rivoluzionò l’astronomia grazie alla sua somma
dal titolo “L’Almagesto” che fu l’opera di riferimento di Copernico e di Keplero.
La filosofia, la letteratura, la storia e la geografia conobbero, ad Alessandria,
uno sviluppo senza paragoni. E come dimenticare di citare, in Sua presenza Signora
Mubarak, l’unica grande filosofa e matematica di questo periodo esemplare, Ipatia,
le cui opere sono in gran parte scomparse ma di cui apprezziamo l’importanza attraverso
la corrispondenza che ella intrattenne con il filosofo greco, originario di Cirene,
Sinesio.
La lezione di Alessandria fu di un’incredibile modernità, poiché questa città
emblematica non si accontentò di costituire il primo anello di una catena di trasmissione
del sapere:essa seppe restare sempre aperta agli stimoli esterni e riuscì a fare
della diversità un arricchimento.
In epoca moderna, infatti, essa seppe fare incontrare gli artefici della propria
rinascita endogena (gli scrittori Tewfik al Hakim e Edouard Kharrat, il musicista
Sayed Darwick, il cineasta Youssef Chakine, il pittore Farouk Hosni, divenuto
Ministro della Cultura, che saluto calorosamente per la sua presenza fra noi nella
sua doppia veste di ministro e membro-fondatore dell’Accademia del Mediterraneo)
con i creatori venuti da differenti orizzonti culturali che vi sono nati o che
vi hanno posto le proprie radici (i greci Cavafy e Stakis, l’inglese Lawrence
Durrel, il francese Gorge Moustaki e l’italiano Ungaretti).
L’architettura scelta per la nuova biblioteca d’Alessandria ha la forma di un
disco solare.
Bella scelta e quanto mai simbolica. Grazie al suo impegno personale per fare
rivivere, sotto nuove forme e con tecniche appropriate, la Biblioteca d’Alessandria,
Lei ha, signora Mubarak, con l’aiuto di tutta l’equipe di lavoro della nuova istituzione,
contribuito a fare emergere dalle onde di un mare dove era da troppo tempo immerso,
il disco splendente d’Aton-Rà, simbolo immortale dell’illuminazione del sapere
condiviso e metafora radiosa di un Mediterraneo ritrovato.
In questi giorni Napoli si presenta come grande capitale in grado di “pensare
europeo” e “respirare mediterraneo”: la Sua presenza qui, oggi, rafforza questo
“respiro” senza di cui non è possibile alcun pensiero.
A nome mio e dei membri della nostra istituzione Le dico: grazie!
Michele Capasso
Presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo
Direttore generale dell’Accademia del Mediterraneo – Maison de la Méditerranée