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Fondazione Mediterraneo - La stampa "IL DENARO"
10 gennaio 1998


A Kiro Gligorov il Premio Mediterraneo di Pace
di Michele Capasso

"Gli eccidi disumani dell’Algeria, l’odissea dei Curdi e le mille tragedie che insanguinano il Mediterraneo non devono scalfire il faticoso cammino della pace". È questa una delle raccomandazioni che oltre 2000 rappresentanti della Società Civile, hanno lanciato durante il II Forum Civile Euromed lo scorso dicembre. Per dare concretezza a tali richieste, per promuovere il dialogo, per costruire la pace, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo ha voluto istituire il Premio "Mediterraneo di Pace" attribuito per l’anno 1997 al Presidente della Repubblica di Macedonia Kiro Gligorov. Ultimo superstite delle tre figure storiche che tentarono nel dopoguerra di dare all’Europa orientale – che Yalta consegnò nelle mani di Stalin – un sistema più democratico e più umano, Gligorov è sopravvissuto miracolosamente ad uno spaventoso attentato (più sfortunata la sorte di Nagy, rimasto ucciso, e di Dubcek, morto in un incidente in circostanze poco chiare). Il premio ha inteso dunque riconoscere in lui lo sforzo che tanti uomini e donne hanno compiuto e compiono nel mondo dell’Europa orientale soffrendo quotidianamente, spesso nelle prigioni, in nome di ideali civili e di giustizia.
Grande figura dell’antifascismo europeo e della guerra di liberazione nei Balcani, Gligorov è l’uomo politico che con la sua azione e il suo prestigio nella Federazione Jugoslava è riuscito a contenere la deriva tragica dei similari regimi europei. Nella sua azione e con i suoi scritti ha sempre difeso i principi dei diritti dell’uomo, dell’uguaglianza dei cittadini, dell’espressione democratica anche quando queste idee erano assolutamente minoritarie. Dopo gli anni Ottanta, quando è cominciata la possibilità d’un rinnovamento dei modelli economici, e dopo gli anni Novanta, quando con la maggioranza parlamentare ha potuto orientare la politica dello Stato, Gligorov ha applicato rigorosamente quelle idee che, utopistiche nella precedente situazione, sono oggi divenute la base dello sviluppo democratico della Macedonia. Con la sua guida la Macedonia è entrata in pieno nello spirito e nella pratica del concerto europeo e costituisce il fulcro d’una politica che mira a portare all’integrazione del Sud-Est europeo nel quadro dell’Unione Europea. Per più di mezzo secolo Gligorov ha mostrato una coerenza politica, sostenuta con grande determinazione in situazioni politiche avverse e poi anche contro gruppi minoritari ma decisi che tendono a sconvolgere il Sud-Est europeo per riportarlo all’età degli odi che hanno insanguinato a lungo i Paesi balcanici.
Il premio a Gligorov vuole riconoscere la chiarezza di vedute, la coerenza e determinazione politica, il coraggio che egli ha avuto sempre, sin dalla costituzione della nuova situazione jugoslava del dopoguerra, nell’affermare le stesse idee guida anche quando non erano conformi alla politica corrente. Idee e principi di cui è esempio e di cui è riuscito a ottenere che anche la Macedonia divenisse un esempio. E quest’uomo dalla grande umanità, accompagnato dagli ambasciatori Gaber e Troni e da una folta delegazione – tra cui il Metropolita Popovski, la rettrice dell’università di Skopje Kiprijanova, la balcanologa Nasteva ed altri – ha voluto ritirare il premio a Napoli il 5 gennaio 1998. Dopo aver visitato la Fondazione ha percorso, commosso, la navata della basilica di Santa Chiara per assistere al concerto in suo onore organizzato dal Centro Francescano di Cultura "Oltre il Chiostro". Il discorso di Gligorov non è stato solo un ringraziamento ma la dichiarazione di impegno per la costruzione di una casa comune europea di cui facciano parte anche i popoli dell’Europa orientale, per un Mediterraneo di pace e prosperità. La prossima settimana illustreremo i punti programmatici concordati con la Repubblica di Macedonia.

Signor presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, Signore e Signori,

è con grande onore e commozione che ricevo oggi questo significativo riconoscimento, il "Premio Mediterraneo di Pace". Nella denominazione del Premio colgo un particolare valore simbolico. Mediterraneo designa in origine la parte centrale del mondo. È questo il luogo dov’è nata la civiltà e dove si congiungono tre continenti e tre grandi religioni mondiali. Il mio Paese, la Repubblica di Macedonia, per posizione geografica, storia, civiltà e cultura appartiene allo spazio mediterraneo e il nostro popolo nel corso dei secoli ha partecipato all’intenso scambio culturale tra le genti di questa regione come pure ha affrontato tutti i pericoli e le sfide storiche che il Mediterraneo, permanentemente aperto ad ogni genere di conflitti, ha subìto nel vicino e nel lontano passato. Nell’instancabile lotta per la propria affermazione storica i Macedoni hanno appreso l’impagabile valore della pace, pari a quello della libertà, e ciò è diventato parte della coscienza collettiva del popolo macedone. Nei fatali momenti d’un cambiamento storico, che sul territorio della scomparsa Jugoslavia ha provocato lutto e sangue, la Macedonia ha saputo mantenere un coraggioso controllo di sé stessa e conquistare l’indipendenza mediante la democrazia e la pace. Così non solo abbiamo protetto il nostro Paese dalla guerra e dalla distruzione, ma anche risparmiato al mondo un conflitto più vasto dalle conseguenze imprevedibili. Questo Premio c’incoraggia, poiché testimonia che il mondo apprezza il nostro contributo alla pace. Esso attraverso la nostra persona premia tutti i cittadini della Macedonia.

Signore e Signori,
siamo qui per augurare un futuro più umano a tutti i popoli. Sul Mediterraneo tuttavia pesano ancora gravi minacce per la pace. Invece di diminuire, si accresce la separazione tra il ricco Nord e l’impoverito Sud, tra ricchi e demuniti. Le frustrazioni storiche, invece di quietarsi, si attizzano, creando un terreno fertile all’esclusivismo, all’intolleranza e al terrorismo. Le rivalità storiche, che purtroppo ancora si manifestano, hanno creato nel bacino mediterraneo il maggior deposito d’armi al mondo e tuttora siamo lontani dalla soluzione di attriti e conflitti che qui per decenni hanno rappresentato una minaccia per la pace mondiale. A causa di tutti i problemi irrisolti siamo costretti a constatare che il Mediterraneo deve ancora passare fra molte Scilla e Cariddi nel suo cammino verso un futuro sicuro e felice. I pericoli potenziali per la pace e la stabilità riguardano tutti i Paesi della regione perciò per farvi fronte sono necessarie l’azione comune, la collaborazione, la solidarietà e la comprensione reciproca di tutti i popoli del Mediterraneo. Occorre inoltre un comune punto di vista nelle soluzioni democratiche europee da dare ai problemi che si presentano per la costruzione d’una casa comune europea nel Ventunesimo secolo. Così soltanto potremo adempiere al nostro compito storico di lasciare alle generazioni future un Mediterraneo pacifico, stabile e puro. In questo spirito intendo salutare il grande sforzo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo che ha saputo raccogliere tanti Paesi, Istituzioni e Organizzazioni internazionali intorno all’idea del partenariato euromediterraneo. I Forum, tenuti con tanto successo a Barcellona, a Malta e qui nella bellissima e liberale Napoli, che ci ha offerto la sua tradizionale ospitalità, hanno posto una solida base e creato una stabile struttura per la reciproca comprensione. Essi sollecitano anche ad allargare il processo per una più intensa e profonda collaborazione tra i Paesi mediterranei. Questo processo di civile sviluppo la Repubblica di Macedonia lo sosterrà attivamente. Esprimo infine la sincera speranza che tutti insieme si operi per trasformare il Mediterraneo in una zona di pace, stabilità e prosperità. Vi assicuro che a questi fini adesso si può contare sulla Repubblica di Macedonia come su un sicuro e costruttivo alleato. Ringraziandovi sinceramente ancora una volta per il grande onore che mi avete reso, vi auguro un Anno nuovo produttivo e felice.
Grazie.

Kiro Gligorov


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