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Fondazione Mediterraneo - La stampa IL MATTINO
12 dicembre 1995


Tante fotografie per non dimenticare orrori e sofferenze di un lungo calvario
di Pasquale Esposito

Napoli. Non dimenticare la guerra ed i suoi orrori, anche perché il dopoguerra, con la pace raggiunta, può essere più duro della guerra stessa: l’ambasciatore di Bosnia a Roma, Vlatko Kraljevic, ha manifestato questo timore inaugurando ieri mattina alla mostra d’Oltremare, nell’ambito di “Futuroremoto”, la mostra fotografica di Alberto Ramella dedicata al tema “Cibo e guerra”. Trenta immagini-documento di grande forza espressiva che testimoniano le crudeltà d’una lunga sofferenza che ha colpito le popolazioni ex jugoslave. Le immagini di Ramella fanno parte di un lungo reportage che correda anche il libro che Predrag Matvejevic’ ha dedicato al dramma che si è consumato al di là dell’Adriatico (“Ex Jugoslavia. Diario di una guerra”), bellissime pagine anticipate dal nostro giornale, edite da Magma e dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo. Con l’ambasciatore c’erano sia Matvejevic’ che Michele Capasso, presidente della Fondazione, che sabato sera alla sala “Maria Cristina” (Santa Chiara) ha organizzato la presentazione nazionale del libro di Matvejevic’, alla presenza appunto di Kraljevic, e in assenza d’un rappresentante ufficiale del Comune, come i doveri di protocollo avrebbero imposto. Kraljevic, Matvejevic’ e Capasso (insignito della cittadinanza onoraria della Bosnia) ieri mattina, prima di “Futuroremoto” (dove hanno ricevuto il saluto del presidente dell’Idis, Vittorio Silvestrini, hanno inaugurato un’altra mostra fotografica sui disastri della guerra nel mondo (“Sofferenze e speranza” sempre a S. Chiara – Museo dell’Opera). In serata, infine, a conclusione di questa serie di manifestazioni, ancora a S. Chiara, il soprano Ljiljana Molnar-Talaijc, nota artista di origine bosniaco-croata, ha tenuto un applaudito concerto.


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