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ORATORIO DI SPERANZA

“Oratorio di Speranza” è una preghiera, e quanto tale fa sentire l’uomo partecipe del mistero: è una finestra aperta sull’immensità del Divino, quasi a invitarlo ad intervenire nelle nostre vite, nel nostro percorso, affinché ciò di cui non siamo capaci si compia.
Alla luce degli ultimi avvenimenti che ci riportano venti di guerra di un mondo che si frantuma sempre più in orgoglio di civiltà e religione, risultando quanto mai attuale, esso s’ispira a principi d’interattività tra forze culturali multietniche e soprannazionali. Il libretto e la musica stessa riflettono sul tema lacerante del conflitto Israeliano-Palestinese, e del dolore che provoca da decenni ad entrambe popolazioni. L’Oratorio propone un messaggio di civiltà e di pace che si esprime nel concetto di speranza e carità. La sua stessa chiusura è segno dell’anelito di compassione e speranza, propria dei due popoli, per una nuova palingenesi.
Lo scenario è una cara e vecchia terra, santa da sempre, ridotta dalle ragioni dell’uomo ad un focolaio di guerra, una terra cosparsa di sangue e di orrore, dove il pensiero debole ha preso il sopravvento e messo alle corde quello positivo, una terra che rantola e conta i propri morti, una terra in cui il tempo per l’amore e la speranza sembra finito per sempre, una terra attraversata da un odio senza fine, dove si è disposti, in nome di un Dio, a strapparsi il cuore dal petto vicendevolmente: la Terra Santa.

La cantata drammatica ci parla di due persone che hanno visto la loro vita privata del bene più prezioso: i figli. Questa è la preghiera di una madre e di un padre che, partendo dalla loro casa in compagnia del loro ultimogenito, raggiungono un luogo immaginario dove si incontreranno e si scambieranno gli stessi figli in risarcimento del reciproco dolore. La donna lungo il cammino racconterà il giorno in cui suo figlio Abdu, uscito di casa, si è recato, a sua insaputa, nel territorio israeliano per farsi esplodere davanti ad una scuola. L’uomo, a sua volta, racconterà lo stesso giorno in cui sua figlia Maayan, uscita di casa per recarsi a scuola, rimane vittima dello stesso attentato.

E’ la storia di due vite, che partendo da un dove diverso, forse simile, si ritrovano e lanciano un grido di dolore e di speranza. Si rivolgono al loro Dio con una supplica e agli uomini con una condanna. Raccontano i destini dei loro figli, legati dalla sottile linea rossa dell’innocenza, che s’intrecciano e ricordano con il loro sacrificio la stoltezza, l’arroganza e la cecità dell’uomo. E’ una storia d’amore che intende porsi come baluardo dell’odio e dell’orrore.


“Oratorio di Speranza”, forte del concetto che la musica coltivi tra i suoi gangli vitali i germogli della pace, è un invito a testimoniare la volontà degli uomini di pace a non arrendersi alla barbarie e alla guerra.


Angelo Cannavacciuolo

Filippo Zigante



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