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EUROMED: VERTICE, SPECIALE BARCELLONA SU SITO ANSAMED.INFO

(ANSAmed) - NAPOLI, 24 NOV - Una dettagliata cronologia delle principali tappe che hanno segnato il cammino del cosiddetto Processo di Barcellona, la descrizione degli strumenti finanziari e politici messi in campo per dare corpo alla partnership euromediterranea, la mappa dei movimenti migratori da Sud verso Nord, un quadro preciso dei rapporti commerciali tra l´Italia e i patrner della sponda Sud: questi alcuni dei principali argomenti trattati nello ´Speciale ANSAmed´ dedicato al decennale del Processo di Barcellona da oggi consultabile all´indirizzo www.ansamed.info. In occasione del vertice dei capi di stato e di governo che il 27 e 28 novembre prossimi celebrerà a Barcellona i dieci anni del partenariato euromediterraneo, lo Speciale ANSAmed vuole offrire una panoramica degli sviluppi intervenuti su questo fronte dal 1995 a oggi e di quanto ancora resta da fare per raggiungere i traguardi fissati dieci anni fa dai ministri degli Esteri dei Paesi coinvolti. La documentazione raccolta nello ´Speciale´ comprende una sintesi della Dichiarazione di Barcellona, un punto sull´evoluzione della situazione in Medio Oriente, una fotografia dell´insoddisfacente flusso degli investimenti esteri verso i Paesi della sponda Sud e una dettagliata guida ai siti web di interesse euromediterraneo. (ANSAmed). RED-TI
24/11/2005 17:13

EUROMED: SUMMIT; DA CULTURA RILANCIO DEL DIALOGO
(di Giulio Pecora) (ANSAmed) - BARCELLONA, 27 NOV - Come tutte le cose europee da ormai un po´ di tempo a questa parte, il vertice euro-mediterraneo che si apre oggi a Barcellona è fonte più di problematiche riflessioni che non di slanci politici. Innanzitutto, dicono in coro esperti ed osservatori, è ben magro il bilancio di 10 anni del cosiddetto processo di Barcellona, ossia di quello che avrebbe dovuto essere l´avvio dell´abbattimento del vero e proprio muro - politico, sociale, economico - che separa la sponda Sud da quella Nord del Mediterraneo. Invece che diminuire, il divario economico tra la media dei paesi della riva Sud - essenzialmente il mondo arabo -e quelli della riva Nord - ossia l´Ue - è aumentato di quasi il 50 per cento in dieci anni. I paesi del Sud accusano l´Europa di avere favorito le nazioni dell´ex blocco sovietico dell´Est europeo, immobilizzando grandi risorse economiche e anche politiche per portarle quanto più rapidamente possibile nella sfera comunitaria, a tutto scapito dello sviluppo mediterraneo. A questo argomento - ribadito con accenti polemici da alcuni paesi del Maghreb, come l´Algeria, che si sentono molto vicini all´Europa - i funzionari comunitari rispondono essenzialmente con due considerazioni: la prima è che, se non ci fosse stato in questi dieci anni il dialogo euro-mediterraneo, certamente il divario tra le due sponde sarebbe oggi ancora più grande; il secondo è che, a prescindere da ogni volontà politica, la cultura della diversità tra Nord e Sud, aggravata dall´ emergenza del fondamentalismo islamico, ha reso difficili oltre il prevedibile più rapide e vaste intese. Eppure è proprio quest´argomento della cultura, nel senso più largo di confronto culturale a tutto tondo tra le rispettive civiltà di appartenenza, che potrebbe essere la chiave di volta del rilancio del dialogo. Se ne è parlato in un seminario pre-vertice organizzato dall´Istituto del Mediterraneo spagnolo e dalla Commissione europea, che ha visto la partecipazione di un centinaio di funzionari di alto rango dell´Ue, di intellettuali e di giornalisti della regione. Fin dalle prime battute, il consenso dei partecipanti si è andato formando su tre filoni fondamentali. Il primo è che l´idea di uno scontro di civiltà tra l´Europa cristiana e il Sud musulmano è sciagurata e non solo fomenta chiusure, ma è il terreno di coltura per eccellenza di ogni estremismo. Ad esso va sostituita, se non l´alleanza di civiltà proposta dal premier spagnolo Jose Luis Zapatero e ieri appoggiata del segretario della Lega Araba Amr Mussa, almeno il dialogo. Ma deve essere un dialogo robusto e continuo, per il quale l´Ue deve mettere a disposizione i mezzi necessari, dalla comunicazione alla tecnologia, dall´ addestramento dei quadri culturali fino ad un vero e proprio programma Erasmus per il Mediterraneo che abbatta le frontiere almeno per i giovani studenti. Il secondo gravita attorno al concetto di partecipazione più decisa dell´Europa al processo di democratizzazione dei paesi della riva sud. E´ sintomatico in questo quadro che dagli intellettuali del mondo arabo venga un deciso invito all´Ue a farsi in un certo senso garante della vigilanza del rispetto delle regole democratiche nel sud Mediterraneo, così come ha fatto e sta facendo per alcuni paesi dell´ex blocco sovietico. "La democratizzazione è un processo, non un evento", ha detto Amr Mussa, ma gli intellettuali del mondo arabo gli hanno fatto eco affermando che il processo non può comunque essere ritardato oltre. Infine l´aspetto economico, dove l´impegno finanziario dell´Ue a sostegno della sponda Sud, ancorché giudicato insufficiente, viene comunque percepito come più "soft" e meno vincolante di quello americano, che pure dopo il lancio dell´iniziativa del Grande Medio Oriente, arriva in modo cospicuo sulle sponde del Mare Nostrum.(ANSAmed). PEC
27/11/2005 15:32

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