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8 MARZO: LA GIORNATA DELLA DONNA NEL MEDITERRANEO


(ANSAmed) - NAPOLI, 8 MAR - Manifestazioni in piazza, prese di posizione politiche, denunce di violenze e discriminazioni. Sono state numerose e diverse tra loro le iniziative attraverso le quali è stata celebrata oggi nei Paesi del Mediterraneo la giornata internazionale della donna, festa da molti e molte in Occidente considerata superata ma che, in Paesi in cui parecchie donne sono vittime di violenze e la parità è un miraggio o una conquista recente, ritrova il suo pieno significato. In MAROCCO un sit-in ´simbolico´ davanti al Parlamento ha salutato il via libera all´adozione completa della convenzione universale per l´uguaglianza dei diritti tra l´uomo e la donna. Le associazioni riunite a Rabat hanno sottolieato che al di là dell´approvazione delle riforme che garantiscono l´uguaglianza fra i sessi in Marocco, è necessario uno sforzo per verificarne l´applicazione, così come è necessaria un´analisi delle molte forme di discriminazione ancora esistenti. In piazza per l´8 marzo anche le donne in LIBANO che si sono riunite nella parte cristiana di Beirut per una raccolta di firme per il riconoscimento della cittadinanza libanese ai figli delle donne libanesi sposate a stranieri, lanciata dal Collettivo per la ricerca e la formazione allo sviluppo-azione (Crtda). In ALGERIA il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha concesso la grazia a donne detenute o in libertà condizionale, su cui gravava una condanna definitiva: centocinquantadue donne saranno immediatamente scarcerate, altre 130 beneficieranno di uno "sconto" della pena. Mentre dalle colonne del quotidiano spagnolo ´El Pais´ il primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero in un articolo a quattro mani con il premier svedese Goran Persson annuncia che "il miglioramento della condizione della donna è un compito primario al quale sono chiamati i governi e le societa", uno studio compiuto in SPAGNA dal sindacato Comisiones Obreras (CCOO) sul Corte Ingles denuncia che le donne impiegate nel gigante spagnolo della distribuzione guadagnano fino a 500 euro in meno degli uomini. Stipendi più bassi per le donne anche in ISRAELE: stando ai dati dell´istituto nazionale di statistica le donne guadagnano in media 952 euro al mese, rispetto ai 1.504 euro in media degli uomini. Non meno inquietanti i numeri che arrivano dalla BOSNIA, paese in cui la festa della donna è molto sentita, dove il tasso di disoccupazione femminile è del 44 per cento. Dato in linea con i paesi mediterranei dell´Ue dove, secodno Eurostat, il tasso di occupazione femminile è in genere inferiore alla media europea: il tasso medio di occupazione femminile nei Venticinque paesi dell´Ue è del 56,3% a fronte del 71,2% per gli uomini. Unica eccezione CIPRO, dove le donne lavorano in media più che in Europa (il tasso di occupazione femminile è al 58,5%), anche se guadagnano molto meno dei colleghi uomini. Nella giornata che intende promuovere l´uguaglianza e la parità di diritti come valori prioritari, particolarmente significativo è l´annuncio in SERBIA di un cartello di organizzazioni di donne serbe, ´liberal´ e femministe, che proprio oggi ha reso pubblico un gemellaggio con gruppi di donne albanesi della provincia ribelle del KOSOVO. E un appello all´unione delle donne del Mediterraneo arriva anche dall´ITALIA con la proposta di Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds, di un manifesto scritto dalle donne dell´area per promuovere la dignità della persona e rispondere al clima di scontro tra Islam e Occidente. (ANSAmed). RED-KTY
08/03/2006 17:01

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