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COMUNICATO ANSAMED

LIBRI: FIERA CAIRO; CAMERA D´AFFLITTO, ANDARE OLTRE LE PAURE
(ANSAmed) - ROMA, 22 GEN - Ben vengano occasioni come la Buchmesse, che nel 2002 ebbe gli arabi come ospiti d´onore, e ora la loro più grande Fiera del libro, quella del Cairo, che da domani al 4 febbraio avrà l´Italia come ospite d´onore alla sua 39/ma edizione. "Questo perché, nonostante l´11 settembre, in questi anni la nostra conoscenza della realtà araba è un pochino migliorata, ma resta troppo carica di stereotipi e generalizzazioni, di paure soprattutto": lo sostiene Isabella Camera D´Afflitto, docente di letteratura araba all´Istituto Orientale di Napoli. "Quella del Cairo ha il vantaggio di essere una situazione opposta a quella di Francoforte: mentre nel 2002 erano gli arabi che si presentavano e cercavano contatti, ora siamo noi, invitati ad andare a conoscerli e scoprirli sul luogo", spiega sempre la Camera D´Afflitto, una delle persone più attive in Italia nel creare scambi e traduzioni tra i due mondi, tanto che alla Fiera egiziana sarà la prima italiana a ricevere il Premio internazionale per la traduzione. "Al Cairo ci si accorgerà che è una grande metropoli - continua la studiosa - e che c´é poco di tutto quell´ esotismo che ancora imprigiona la nostra visuale. I tanti incontri in programma tra autori italiani e arabi mostreranno la qualità e levatura dei loro grandi intellettuali, ben distanti dalle voci fondamentaliste che sembrano spesso le uniche a aver eco dalle nostre parti". Tutto questo, naturalmente, ricordandoci che "anche nel mondo arabo non si fa molto per conoscere davvero la nostra cultura e il dibattito che c´é in occidente e che, da una parte e dall´ altra, coloro che fanno qualcosa per la conoscenza reciproca sono soprattutto privati e piccole case editrici". In Italia a tradurre sono la Jouvance innanzitutto, che è arrivata ai 40 titoli, la Lavoro, la E/O, Ilisso e qualcun´altro. Le grandi case poi quasi mai traducono dall´arabo, ma utilizzano le traduzioni francesi o inglesi. "O magari arabi che scrivono in quelle lingue e hanno successo in Occidente, come Tahar Ben Jelloun, che invece in Egitto è praticamente sconosciuto" "In Egitto e nei Paesi arabi si presta molta attenzione alla letteratura europea e italiana e da tempo si traduce tanto: hanno successo i classici ottocenteschi francesi e russi, per esempio, ma anche i nostri scrittori contemporanei sono conosciuti. Pirandello è pubblicato e letto, ma nessuno da noi conosce il grande drammaturgo arabo d´inizio Novecento Tanfick Al-hakim. Il più amato degli italiani è forse Buzzati e in particolare il suo ´Deserto dei tartari´, poi vengono Calvino, Tabucchi e anche Moravia". L´autore de ´La noia´ per esempio, sembrerebbe provocatorio in un mondo come ce lo figuriamo noi, solo dominato dall´integralismo più retrivo. "Ma la realtà è appunto diversa. Si pensi solo al successo che ha avuto in Egitto, prima che nel mondo, ´Palazzo Yacoubian´ di Al-Aswani che pure tratta argomenti scabrosi, a cominciare dall´omosessualità che è tema del libro. E di romanzi così ne circolano tanti altri in arabo", conclude la Camera D´Afflitto, che spera "l´Italia riesca a cogliere e sfruttare l´occasione che le si offre con questa Fiera del Libro del Cairo, per la quale la nostra diplomazia ha lavorato tanto e bene".(ANSAmed).

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