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IL NATALE RUBATO

Film TV titolo: IL NATALE RUBATO
durata: 87’
soggetto,sceneggiatura e regia: Pino Tordiglione
fotografia: Michele Zampierin
montaggio: Gabriella Cristiani
produzione: PT Comunicazioni s.r.l.
www.ptcomunicazioni.it
tel. 0825422335 fax 0825422914
cell.339.2501634 e-mail: info@ptcomunicazioni.it

interpreti:
Patrizio Rispo, Mario Porfito, Nicola Pignataro, Antonio Iannella, Filomena Di Talia, Antonietta Raiola e Enrico Tordiglione con la partecipazione del maestro Giuseppe Ferrigno.


Il Natale Rubato
*****
(soggetto)



E’ un racconto fiabesco per bambini ma dedicato soprattutto agli adulti, ambientato in un piccolo comune dell’Irpinia - Fontanarosa - che prende spunto da un fatto di cronaca vera degli anni ’80, quando fu rubato l’antico e monumentale presepe, vanto artistico e storico di quel paesello.

La storia si svolge nell’arco di un intero anno, da un Natale all’altro, ed è densa di momenti toccanti e di lirica spiritualità un po’ “magici”, pur se scevra da effetti speciali e da ogni fantastica ed artefatta ricostruzione dei fatti. Le immagini di vita semplice dei pacifici abitanti di Fontanarosa, sono già di per sé momenti di poesia, densi dei significati più autentici di quella sottile magia naturale dei luoghi e delle cose che conferisce loro una naturale sacralità.

A Fortunato, bracciante agricolo di poverissimi costumi, vedovo e, padre di una bella bambina di nome Filomena, viene rubata la gioia di vivere, a causa dell’imminente pericolo di vita in cui versa sua figlia, per un male pernicioso che potrebbe trovare sollievo solo con il costosissimo intervento di un luminare della chirurgia, il prof. Benson ...ma...non ci stanno soldi e la disperazione di questo padre tocca vette altissime; tanto alte, da indurlo a commettere un vero e proprio “sacrilegio” ai danni di tutta la comunità dei fedeli di Fontanarosa, rubando le preziose ed antiche figure in argilla del presepe custodito nella Chiesa Parrocchiale , per racimolare il danaro necessario alla salvezza di Filomena.

E, così anche il Natale - simbolo di serenità e rinnovamento- dei paesani è rapito, come quello di Fortunato, per la fallacità della vita, per...l’imprevisto imprevedibile. Amaro.

Delle statuette rubate una sola non trova collocazione sul mercato degli estimatori; quella, di un pastorello cui si è rotto un piedino e che Fortunato regala a Filomena, che ne fa il suo bambolotto del cuore e confidente, dopo averlo battezzato con il nome di un vecchio bracciante, Noè, e che si renderà protagonista di piccoli prodigi e fatti collegati all’insolito, preservando la vita di Filomena e recando un elevato messaggio di bontà e di comunione, a tutta Fontanarosa che, da quel momento rivivrà davvero in sé tutto il MISTERO ed il senso magico del Natale.

Le vicende personali di Fortunato e Filomena, in pellegrinaggio di speranza, tra medici e ospedali, si alternano al quotidiano dipanarsi della vita della comunità che tenta - con fede, speranza e volontà di riacquisire le proprie simboliche radici storiche, attraverso la ricostruzione dell’antico presepe, affidata ad un celebre mastro preseparo della famosa via San Gregorio Armeno di Napoli, patria del presepe sin dal


‘700, il saggio e silenzioso don Ferrigno, che si avvarrà anche dell’assistenza di Pinuccio, un sognante e bravo ragazzino di Fontanarosa, intenzionato a raccogliere su di sé quell’arte tanto antica, per mantenerla viva nel futuro. Alle interessanti fasi della lavorazione delle figure del nuovo presepe, si alternano le immagini dei prodigi compiuti dal pastorello Noè, sullo sfondo della vita semplice di Fontanarosa.

Il lieto fine giunge attraverso l’imprevisto, allorquando, guarita Filomena, i sensi di colpa di Fortunato, per l’oltraggio compiuto ai danni dei concittadini, lo spingeranno a confessare la sua colpa ad “angelici” carabinieri che non lo arresteranno, semplicemente perché proprio quel pastorello Noè ch’egli porta come prova del suo reato, inspiegabilmente non figura nell’elenco delle statuette trafugate ed anche perché il buon vecchio parroco, ormai scomparso- che forse sapeva e taceva - non aveva denunciato il furto!....e, se anche tutta la comunità di Fontanarosa, fosse stata già al corrente del perché di quel gesto da parte di un padre, uno di loro, così disperato? Lo si intuisce dalla calorosa accoglienza riservata a Fortunato ed a Filomena, nel giorno della festosa consegna dei pastori alla Chiesa, per costruire il nuovo presepe, composto dalle tante sculturine con i volti di ogni abitante di Fontanarosa e dal dono prezioso del piccolo Pinuccio a Filomena, provetto maestro preseparo : un altro Noè, uguale al primo...che s’è misteriosamente involato per altri lidi, ad aiutare altri bambini ed...altri papà, in un altro presepe di qualche parte del mondo.

Cosa resta, a monito futuro? Resta il presepe, vivo e palpitante, una popolazione modellata nella umile terracotta, con i suoi vezzi e le sue virtù, adagiata tra le viuzze ed i casolari intorno alla grotta della Natività, a celebrare il mistero d’amore più semplice; quello della condivisione.
In fondo, siamo tutti originali figure di questo immenso presepe del mondo.




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