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Sottocommissione Migrazioni dell´Assemblea del Consiglio d´Europa
SECONDO FORUM PARLAMENTARE EUROMEDITERRANEO SULLE MIGRAZIONI
(Roma, Aula Difesa del Senato della Repubblica, 23 maggio 2005)

Intervento del Presidente Claudio Azzolini

Signor Presidente, onorevoli colleghi parlamentari,

sono sinceramente lieto di aprire i lavori del Secondo Forum Parlamentare Euromediterraneo sulle Migrazioni, organizzato congiuntamente dalla Sottocommissione Migrazioni dell´Assemblea del Consiglio d´Europa e dalla Delegazione parlamentare italiana presso l´Assemblea, qui nel Senato della Repubblica, sede istituzionale del Parlamento italiano.

In particolare, mi fa piacere sottolineare, nella mia veste di Capo della Delegazione italiana, come l´Organismo da me presieduto abbia agito, ormai da alcuni anni, quale centro propulsore di iniziative e attività volte ad approfondire determinate tematiche del Consiglio d´Europa.

La riunione che prende avvio oggi a Roma, infatti, si inserisce in una sequenza di precedenti incontri che la Delegazione italiana, attraverso suoi attivi parlamentari, ha promosso in varie Regioni italiane, contribuendo, tra l´altro, a "portare" il Consiglio d´Europa - l´Organizzazione europea più antica e più prestigiosa nella difesa dei Diritti umani - nelle realtà locali del nostro Paese, avvicinandolo così ai cittadini, in questo caso italiani, del nostro Continente.

Cittadini che, non dobbiamo dimenticarlo, costituiscono il costante punto di riferimento della nostra azione di uomini politici.

Il tema trattato dal Forum, tra i più delicati e complessi, è di quelli che richiamano maggiormente l’attenzione del Parlamento italiano.

E´ noto che l´Italia, per la sua collocazione geopolitica, ha sempre rivendicato una "vocazione" alla cooperazione euromediterranea.
Delle sue tre grandi direttrici strategiche di politica estera, infatti, quella mediterranea ha sempre rappresentato - accanto all´opzione euro-atlantica e a quella "mitteleuropea" - un orientamento costante, condiviso peraltro da tutti gli schieramenti politici che hanno governato il Paese.

A mio avviso, questa linea fondamentale di collaborazione tra le due sponde del Mediterraneo va confermata e correttamente intesa. Anzi, essa va "recuperata" attribuendo allo scambio e al dialogo mediterraneo il suo significato più autentico.

Da uomo politico che ha sempre manifestato sensibilità per la cooperazione nell´area, ritengo che questo mare - culla e intreccio millenario di civiltà e culture - debba svolgere, secondo l´etimologia propria della stessa parola "Mediterraneo" - ovvero luogo fisico "medio" o "intermedio" tra le terre - il ruolo per antonomasia di "medium", di strumento di comunicazione dialogica tra i Paesi che in esso si affacciano.

E la problematica che tratteremo in questi due giorni, le prospettive dei flussi migratori Nord-Sud, è proprio una di quelle che hanno letteralmente "plasmato" l´intero quadrante mediterraneo.

Mi riferisco ai secolari movimenti di genti e popolazioni che, a volte in via pacifica, altre volte, più frequentemente purtroppo, in maniera conflittuale, hanno interagito tra di loro fino ad arrivare a costituire quel crogiolo umano e comunitario irripetibile che ha irradiato nel mondo una cultura universale.

Nello specifico, la materia delle correnti migratorie che attraversano il Mediterraneo mi induce a svolgere una breve considerazione conclusiva.

E´ sempre stato mio convincimento che, nelle acque di questo mare, si contrappongono due esigenze basilari, entrambe legittime: da un lato, il bisogno di controllare l´immigrazione clandestina, anche facendo riferimento alle indicazioni provenienti dall´Unione Europea; dall´altro lato, la necessità di tutelare i diritti minimi dei disperati che sbarcano nelle nostre coste - coste europee - dopo essere stati sfruttati dalle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di esseri umani.

La capacità di elaborare linee-guida in grado di contemperare questo duplice ordine di priorità rappresenterà, a mio avviso, il banco di prova non solo per gli Stati, ma anche per le Organizzazioni internazionali competenti come il Consiglio d´Europa.

Mi auguro, pertanto, che da questo Secondo Forum Euromediterraneo sulle Migrazioni emergano spunti di riflessione e orientamenti utili, da una visuale europea, per la soluzione del problema.

Desidero, infine, ringraziare il Presidente della Sottocommissione Migrazioni, onorevole Tadeusz Ivinski, e il senatore Franco Danieli, che è stato l´autentico promotore dell´iniziativa, colui che, fin dal primo momento, ha creduto nell´opportunità di convocare, a Roma, questo incontro parlamentare.

Buon lavoro a tutti e i migliori auguri per il pieno successo della riunione.

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