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2 dicembre 2004


Alla Farnesina l’evento "Sponde 2004"
Vattani: " Italia ponte ideale tra le culture"


ROMA - "Abbiamo un mare di cose in comune". E’ il motto che accompagna "Sponde 2004", iniziativa promossa dal Ministero degli Esteri e dall’Osservatorio del Mediterraneo (nato recentemente per impulso di Frattini nel corso del mandato alla Farnesina) per promuovere il dialogo tra le culture del Mediterraneo. Culture antichissime che hanno ‘navigato’ nel Mare Nostrum mettendo in contatto popoli e arricchendosi reciprocamente in una feconda contaminazione. Radici comuni che vanno riscoperte, tutelate, valorizzate. Coltivando il "dialogo" a tutto campo fra le aree europea, nord africana, mediorientale. Nella ferma convinzione che esso sia "non solo possibile ma necessario" e che l’Italia al riguardo possa avere "un ruolo decisivo", in quanto "ponte ideale" tra le culture euro-mediterranee. Come sottolineato dal Segretario generale del Ministero degli Esteri Umberto Vattani che ha presentato - il 2 dicembre, Sala delle Conferenze Internazionali - l’evento, articolato in tre giorni di incontri di lavoro e Tavole rotonde alla Farnesina ("La cooperazione per la preservazione e la promozione del patrimonio culturale", che si è svolta subito dopo la presentazione di Vattani; "Cooperazione e comunicazione nel Mediterraneo", "Vivere insieme nel Mediterraneo"). Coinvolti esperti, politici, intellettuali, diplomatici delle due rive del Mediterraneo. A fare da contorno alle sessioni di lavoro, eventi culturali (arte, musica, cinema) e conviviali (gastronomia) presso l’Accademia d’Egitto, l’Auditorium Parco della Musica, la Città del Gusto del Gambero Rosso.
Accanto a Vattani, che ha portato il saluto del Ministro Fini ai partecipanti della prima Tavola rotonda, il Direttore generale dell’Osservatorio del Mediterraneo Mohamed Aziza. Il quale ha posto l’accento sull’importanza di ricreare la "autentica dimensione del Mediterraneo", fatta di "confronto, ascolto, dialogo" . Le attività dell’Osservatorio, che si occuperà delle diverse sfere della vita politica, sociale, economica, culturale, scientifica delle due rive del Mediterraneo, saranno orientate in ogni disciplina ad un tentativo di sintesi. Al fine, ha spiegato Aziza, di dare risonanza agli sforzi intrapresi (a livello di istituzioni italiane e straniere) per promuovere il dialogo e la cooperazione in tutti i settori nei Paesi del Mediterraneo. Nel 2005 e nel 2006 si svolgerà un ciclo di "Grandi Conferenze" incentrate sul tema delle relazioni euro-mediterranee. Tra le altre attività è previsto l’allestimento di un sito web per raccogliere e diffondere informazioni e contenuti relativi alle attività dell’Osservatorio stesso e le attività di altri enti e organismi italiani che si occupano del Mediterraneo.
Dopo gli interventi di Vattani e Aziza, sono iniziati i lavori della Tavola rotonda alla quale ha presenziato il Direttore generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, Riccardo Sessa.
"La cooperazione per la preservazione e la promozione del patrimonio culturale". Questo, come accennato, il tema dell’incontro moderato da Antonia Recchia, Direttore generale per l’Innovazione e la Promozione del Ministero dei Beni Culturali. Che ha sottolineato la forte collaborazione in atto con la Farnesina e il "ruolo centrale" del nostro Paese nella preservazione e nella valorizzazione dei patrimoni culturali dei popoli, anche attraverso metodologie avanzatissime. In quest’ottica di preservazione, tutela e promozione rientrano anche le tante missioni archeologiche, le attività di ricerca e di recupero di siti, di restauro. Attività appoggiate dai due Ministeri. In particolare, la Farnesina sostiene da anni missioni archeologiche, antropologiche, etnologiche italiane all’estero. E di archeologia hanno parlato esperti del settore, nel corso della Tavola rotonda. A cominciare dall’Accademico dei Lincei Sergio Donadoni, che si è soffermato sul contributo italiano alla rivalutazione del patrimonio archeologico egiziano. L’attenzione si è poi spostata sulle attività di recupero del patrimonio archeologico dell’Iraq, culla della civiltà mesopotamica. Un patrimonio culturale immenso che, a causa degli ultimi eventi bellici, ha subito danni gravissimi. L’Italia è molto impegnata per il recupero del Museo archeologico di Baghdad, dei siti, dei beni culturali iracheni, anche attraverso il Centro di Ricerche e Scavi Archeologici di Torino. E a illustrare le complesse attività del Centro in terra irachena sono stati il Direttore scientifico del settore Archeologia, Antonio Invernizzi, e il Direttore Scientifico del settore Restauro, Roberto Parapetti. Sono stati portati poi all’attenzione esempi di recupero di siti in tre Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Paolo Matthiae ha illustrato il lavoro di scavo e recupero della città di Ebla (Siria) nei quali è impegnata da anni l’Università "La Sapienza" di Roma. Nicola Bonacasa ha illustrato invece le attività dell’Ateneo di Palermo per il restauro del Tempio di Zeus a Cirene (Libia), mentre Emanuele Papi, dell’Università di Siena, ha spiegato l’opera di recupero del sito di Thamusida (Marocco).
La seconda parte della Tavola rotonda è stata incentrata su "Euromed-Heritage", programma regionale dell’UE che interviene direttamente sul patrimonio culturale della area euro-mediterranea. Sul programma si sono soffermati Roberto Carpano (Segretariato del Programma), Andrea Amato (Presidente dell’Imed- Istituto per il Mediterraneo), Roberto Albergoni (Vice direttore Unimed-Unione Università del Mediterraneo). Euromed Heritage I, iniziato nel 1998, ha finanziato progetti che miravano a valorizzare e conservare sia il patrimonio fisico che quello intangibile del Mediterraneo. Alcuni di questi avevano per oggetto i manufatti, i siti archeologici e gli edifici storici; altri le tradizioni popolari e la cultura immateriale. Euromed Heritage II è iniziato nel 2002 e persegue le strategie definite dagli incontri ministeriali di Bologna e Rodi in tre specifiche aree di intervento nel campo del patrimonio culturale: conoscenza, risorse umane, sviluppo. Il programma costituisce un processo formativo e di scambio di esperienze per tutti i partecipanti, istituzioni nazionali ed organismi internazionali. In seno ad un contesto regionale, il progetto punta al rafforzamento di fonti della conoscenza da cui le società locali possano autonomamente ottenere informazioni con particolare attenzione alla creazione di condizioni favorevoli per la conservazione e lo sviluppo del patrimonio culturale.
La Tavola rotonda è stata conclusa dal Direttore generale Riccardo Sessa. A Carpano - che aveva lamentato scarsità di risorse messe a disposizione dalla Commissione Europea per la tutela del patrimonio culturale e aveva chiesto alla Farnesina di premere sulla Commissione per un impegno maggiore - Sessa ha risposto che "il Ministero attribuisce importanza enorme al problema delle risorse" ma anche che, a fronte di fondi ridotti, "occorre ancor più cercare di creare sinergie, fare lavoro di squadra". Sessa ha poi richiamato l’attenzione sul forte impegno dell’Italia per instaurare un proficuo dialogo interreligioso e interculturale tra le due sponde del Mediterraneo. E ha sottolineato il principio base che accompagna questo impegno: "il rispetto delle identità e delle libertà in quei Paesi" . Insomma, "aiutarli crescere rispettando le loro tradizioni, le loro culture, le loro scelte". (Simonetta Pitari-Inform)


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