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Alpe Adria Festival: non solo cinema
di Claudio del Bianco



A un anno esatto dalla carcerazione di Sofri, Bompressi e Pietrostefani (avvenuta il 24 gennaio 1997), Alpe Adria Cinema ospita la manifestazione “Sofri: Sarajevo – Pisa: andata e ritorno” organizzata dal Gruppo consiliare regionale dei Verdi del Friuli – Venezia Giulia.

Il coinvolgimento di Alpe Adria Cinema non è soltanto occasionale né pretestuoso: due anni fa, proprio nell’ambito del Festival, Adriano Sofri aveva presentato in anteprima il suo I cani e i bambini di Sarajevo, crudo reportage sulla capitale bosniaca allora sotto assedio, che in sintonia con i propositi del Festival, denunciava l’inanità della comunità internazionale di fronte a un massacro continuato per tre anni e mezzo, difendendo i valori della convivenza e della tolleranza, dell’integrazione fra etnie, culture e religioni che Sarajevo ha sempre espresso.

Si è proiettato “I cani e i bambini di Sarajevo” di Adriano Sofri (1995, 44’); la documentazione filmata dal regista Bato Cengia della visita effettuata al carcere di Pisa da una trentina di amici bosniaci di Sofri, nel giugno 1997.

La mattina è proseguita con la tavola rotonda “Giustizia e garantismo, i diritti dell’uomo e il diritto a una società multietnica” cui hanno partecipato Luca Sofri, Franco Corleone (sottosegretario di Stato alla Giustizia), Elvira Sellerio (editrice), Bato cengia (regista), Demetrio Volcic (senatore), Federico Bugno (inviato de L’Espresso), Paolo Rumiz (inviato de Il Piccolo), Paolo Ghersina (cons. reg. dei Verdi).



Le pellicole perdute

Il 18 dicembre l’archivio della Zagreb Film spediva tramite TNT Traco, spedizione internazionale, i seguenti cortometraggi di Dusan Makavejev, ospitati da Alpe Adria Cinema nell’ambito della retrospettiva “Onda Nera”: Prakleti praznik (La festa maledetta), Slikavnica pcelaro (Libro di figure di un apicoltore), Sto je radnicki savjet (Che cos’è un consiglio di fabbrica), Nova igracka (Il nuovo giocattolo).

Le pellicole arrivavano e venivano sdoganate il 23 dicembre all’aeroporto di Orio al Serio (Bg) e da qui partivano con destinazione Torino, anziché Trieste, dove si perdevano le loro tracce.

TNT Traco dava avvio alle ricerche che, da parte sua Alpe Adria Cinema avviava un’azione legale nei confronti dello spedizioniere, dando come termine ultimo, ormai scaduto, per il ritrovamento delle copie, il 18 gennaio.

Qualunque considerazione è superflua; le pellicole, ufficialmente considerate “perdute” essendo trascorso un mese dalla data di spedizione, erano state concesse in via del tutto eccezionale dall’Archivio dello Zagreb Film trattandosi di copia unica.



Stampa pigrona

Seppure il Festival con il passare degli anni cresce con una sempre più spiccata personalità creando intorno a se interesse maggiore, la stampa, a cui va una tiratina d’orecchi, non è stata sempre pronta e attenta a coglierne le dovute sfumature. Una maggiore pubblicità a questo importante evento non avrebbe fatto che del bene al cinema, e al suo movimento. Alpe Adria Cinema, è bene ricordarlo, è l’unica manifestazione che promuove un incontro con il cinema dell’Europa centro-orientale. Le pellicole proiettate al Teatro Miela sono ancora per motivi prettamente commerciali fuori dalle solite programmazioni cinematografiche italiane, e il festival resta annualmente l’unica occasione per conoscere più da vicino un altro modo di fare cinema.

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