8 marzo 2005
La Festa
della donna – Al Vittoriano una mostra di artiste musulmane
di Marcella
Smocovich
Una mostra d’arte che dà voce alle donne islamiche. Alla ricerca di un incontro di culture che diventa ogni giorno più necessario. Acrilici, oli, sculture e guachi di un mondo femminile di autrici provenienti da quei circa 45 paesi islamici dove le donne forse non sono forse del tutto messe a tacere e da quel paio dove non hanno diritto praticamente di esistere se non per riprodursi e crescere i figli. In questo contesto l’esposizione di una settantina di dipinti e sculture di artiste islamiche apre un orizzonte di dialogo con il mondo europeo.
La mostra verrà inaugurata oggi
al Vittoriano, nella sala della resistenza degli Internati, dalla principessa Wijdan
Ali di Giordania. E’ una rassegna promossa dal Comune su un progetto
diretto da Aliki Moschis Gauget, delle Femmes Artists
Méditerranées e della Royal Society of Fine Arts di Amman, allo scopo di
svelare il mondo femminile islamico. L’edizione romana si avvale della cura di Carmine
Siniscalco. S’intitola: Stracciando i veli. Donne islamiche dal
mondo islamico, ingresso gratuito fino al 5 aprile.
Ma cosa possono fare le donne
europee per le donne islamiche? “Nulla – spiega la principessa di Giordania
Wijdan Ali, prima cugina del defunto re Hussein – se non limitarsi a cercare di
capire il loro mondo. Le donne islamiche combattono con la loro forza e ogni
paese ha una sua forza”. E proviamo allora a guardare con i nostri occhi queste
opere d’arte: c’è solo un volto dipinto con occhi, bocca ed espressione, nei
lavori delle artiste.
A predominare sono eteree figure
scure, senza volto né identità, che raccontano silenzi e dolori. Qualche volta
sono i colori della natura, diventati fili e disegni che raccontano fantasie e
sogni. E’ il caso di un coloratissimo dipinto di Baya,
un’algerina ormai scomparsa che non ha mai imparato a leggere. Tacciono e sono
cieche, oltre che sorde, le donne in nero di Bint Saud
dell’Arabia Saudita, che ha studiato arte a Parigi, ha una laurea in Scienze
Politiche, ma non il diritto di voto nel suo paese. Si è ispirata all’arte
islamica classica utilizzando elementi architettonici Sharifi Haideh,
42 anni, iraniana, per realizzare pregevoli giochi di collage nel suo Senza
Titolo. A Parigi aveva imparato l’arte, poi era diventata la moglie del
principe ascemita Zeid Bin al-Hussein, Zeid Faherinissa scomparsa
nel 1991 a 90 anni: ha lasciato la sua arte versatile, astratta. E poi dalla
Siria Muraywid Laila, dall’Indonesia Ma’maun Heyi,
dallo Yemen Nusairy Amna e dal Libano Seraphime Juliana.
Solo alcuni nomi, di artiste brave, chiuse sotto veli che non riescono a
nascondere un’anima di donna uguale a tutte le donne del mondo.