2
settembre 2005
A
un mese dall’inizio dei negoziati per l’adesione della Turchia nella Ue il primo
Ministro turco Erdogan, nel ricevere a Napoli il Premio Mediterraneo
istituzioni 2005 conferitogli dalla Fondazione Mediterraneo, ha
colto l’occasione oggi per ribadire che la Turchia è pronta ad entrare
nell'Unione europea perché "ha già dato tutto quello che era stato
richiesto dai criteri di Copenaghen".
“È stato tutto realizzato e non abbiamo più nulla da realizzare";
"saranno invece i membri del Consiglio europeoi- ha detto Erdogan - che
dovranno realizzare qualcosa e dire sì". E la Turchia, ha precisato in un
altro passaggio, "è pronta, più pronta di altri paesi e degli ultimi 10
paesi che hanno aderito all'Ue".
"Ora cominciano le negoziazioni. Non sappiamo quanto dureranno ma la
Turchia vuole andare avanti" e, ricorda Erdogan, ha già cominciato nel
1996 il processo per l'unione doganale. La Turchia - ha detto ancora il premier
- vuole andare avanti anche nel processo di integrazione dei valori e di
coesione del Mediterraneo: "Chi vuole andare a vela con la bellissima
brezza del Mediterraneo avrà le vele piene; questa cultura del Mediterraneo
andrà aiutata". Per Erdogan bisogna impedire che la mancata realizzazione
di questo processo "sia una fattura che nessuno potrà pagare davanti
all'umanità".
È chiaro che la Turchia, dopo gli attacchi terroristici di Londra, teme una
battuta d’arresto nel lungo processo che la dovrebbe vedere dentro L’Unione; e
teme che, per temporeggiare, le si impogano altri e nuovi condizioni da
rispettare. Proprio per questo il ministro degli Esteri Abdullah Gul, al
settimanele inglese The Economist, ha voluto puntualizzare che la
Turchia lascerà cadere la sua richiesta di aderire all'Unione europea se
quest'ultima cercherà di imporle nuove condizioni o di offrire qualcosa di meno
della piena membership.
''Se l'Ue ci propone qualunque cosa al di sotto della piena membership o
qualunque nuova condizione, noi abbandoneremo il negoziato" ha dichiarato
Gul riferendosi alle richieste di alcuni paesi dell'Ue alla Turchia di
riconoscere la Repubblica di Cipro e alle ipotesi di partnership privilegiata
invece della piena membership.
''Noi abbiamo adempiuto alla nostra parte degli impegni, ora tocca all'Ue
adempiere alla sua parte'' - ha aggiunto Gul che prenderà parte oggi a Newport
(Galles) alla seconda parte (in cui sono ammessi i paesi candidati all'adesione
all'Ue, tra cui la Turchia) dell'incontro informale tra i ministri degli esteri
dell'Ue. Appena giunto a Newport lo stesso Gul ha dichiarato alla stampa che di
''essere sicuro che il negoziato di adesione della Turchia all'Ue comincerà,
come previsto, il 3 ottobre prossimo perché la Turchia ha adempiuto a tutti i
suoi impegni.
Riferendosi poi alla decisione di ieri del Parlamento europeo di rinviare la
ratifica del protocollo di estensione dell'Unione doganale della Turchia con i
nuovi 10 membri dell'Ue (tra cui la Repubblica di Cipro che Ankara non
riconosce) motivando tale decisione col fatto che la Turchia non permette che
le navi cipriote attracchino ai suoi porti, Gul ha affermato: ''L'Unione
doganale non include il settore dei servizi. Inoltre le restrizioni non possono
essere eliminate unilateralmente''.