IL DENARO

3 settembre 2005

 

PREMIO MEDITERRANEO ISTITUZIONI 2005

Dalla Fondazione soffia un vento di pace

 

 

Le bandiere spiegate di due paesi amici, Italia e Turchia; poi l'intonazione degli inni nazionali: si è aperta in questo modo, ieri a Napoli, la cerimonia di inaugurazione della sala Istanbul della Maison de La Mediterranee, alla quale ha partecipato il primo ministro della Turchia Recep Tayyip Erdogan. Al premier turco è andato il Premio Mediterraneo Istituzioni 2005, consegnato dal segretario generale della Maison Walter Schwimmer (già segretario generale del Consiglio D'Europa). Chiarendo le motivazioni del riconoscimento, Schwimmer ha detto:"Erdogan sta contribuendo a far sì che la Turchia diventi ponte fra Islam e Occidente nel Mediterraneo; e l'Ue deve tenere conto di questo". Del resto, ha aggiunto ancora "la Turchia ha contribuito alla stabilità e alla pace in Europa". Ad accogliere Erdogan, in rappresentanza del Governo italiano, il viceministro per i Beni e le Attività culturali Antonio Martusciello, il presidente della Campania Antonio Bassolino, il prefetto di Napoli Renato Profili, il presidente della Fondazione Mediterraneo Michele Capasso e Claudio Azzolini, presidente della Delegazione italiana al Consiglio d’Europa. Presenti fra gli altri l'ambasciatore italiano al Cairo Antonio Badini, il rettore dell'Istituto universitario Orientale di Napoli Pasquale Ciriello, e i rappresentanti di alcune sedi della Fondazione: i presidenti delle Province di Cosenza e di Lecce Mario Oliviero e Giovanni Pellegrino, il responsabile della sede di Marrakech Ahmed Moklisse, e da Amman Khalid Kreis. A Napoli Erdogan cita "le brezze del Mediterraneo", il mare che avvicina l'Italia e la Turchia: "La somiglianza esiste fra questi due popoli: il popolo turco come quello italiano ha quanto alla sua storia, la sua cultura, la sua cucina, un'identità che si trova nel Mediterraneo. E questa identità comune rende vicini i nostri popoli".
E' da qui che bisogna partire, secondo il premier, per capire il valore dell'ingresso della Turchia nell'Ue, che deve essere "insieme delle culture e dei valori". Soltanto quando la Turchia avrà raggiunto il suo posto in Europa, ha insistito, per l'Unione si potrà affermare che questo obiettivo sia stato raggiunto.
Obiettivo di un paese che nel processo di adesione all'Europa ha già mostrato di avere "molti valori e politiche comuni" e di essere "più pronto all'Europa di quanto lo siano alcuni dei 10 paesi già entrati nell'Unione", è "condividere la prosperità che noi auguriamo ai nostri popoli". Del resto la Turchia è "erede di un impero che ha sempre guardato a ovest". In merito al negoziato per l'ingresso del suo paese nell'Ue, e sottolineando il ruolo dell'Italia, che é sempre stata vicina alla Turchia in questa direzione, Erdogan ha concluso: "Se i nostri amici europei non ci aiuteranno per noi le difficoltà saranno maggiori Noi andremo avanti per la nostra strada e presto avremo una sede della Maison a Istanbul".