di Michele Capasso*
È con grande piacere che accogliamo a
Napoli il Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan e la Delegazione della Repubblica
di Turchia.Oggi è una giornata simbolicamente importante per 4 motivi:
L’assegnazione del “Premio Mediterraneo Istituzioni 2005” al Primo Ministro
Erdoaan; L’inaugurazione, qui nella Maison de la Méditerranée, della “Sala
Istanbul” quale riconoscimento e testimonianza verso una delle grandi città del
Mediterraneo, culla delle più antiche civiltà; L’inizio, a partire da oggi, di
una nuova fase della nostra Fondazione con una nuova denominazione, un
articolato programma ed una rinnovata azione politica tesa alla costituzione di
un “Grande Mediterraneo”; La presentazione di una Carta di intenti che prevede
un protocollo di partenariato tra la nostra Fondazione ed il Governo della
Repubblica di Turchia al fine di costituire una sede della Maison de la
Méditerranée a Istanbul di riferimento per il “Grande Mediterraneo”. La visita
del prmo ministro a Napoli coincide con l’inizio di una nuova fase
programmatica della nostra Fondazione che, proprio da oggi 2 settembre 2005
attuerà quanto segue:
1. Il cambiamento del nome, mediante l’eliminazione del termine “Laboratorio” -
utilizzato per 11 anni ed in una fase sperimentale - e l’adozione del nuovo
nome Fondazione Mediterraneo.
2. La presentazione del programma generale quinquennale che ha come obiettivo
principale la costituzione di un Grande Mediterraneo: un’area solidale, tra i
Paesi che convergono sul Mediterraneo, aperta ai Paesi del Medio Oriente, del
Mar Nero e del Golfo. Una tradizione di sinergie, anche turbolente ed inquiete,
ma dalle quali è sorta un’indissolubile interdipendenza più forte di tutti i
contrasti, le opposizioni e le guerre. La Fondazione Mediterraneo, che nel
corso dell’ultimo decennio ha valorizzato queste sinergie dando loro spessore,
intende ora continuare ad operare nello spirito della pace e collaborazione tra
i popoli e nel rispetto dei Diritti fondamentali che hanno la loro grande
espressione nella carta dell’Onu. Noi crediamo fortemente che la Turchia,
baricentro tra Europa, Mediterraneo, Medio Oriente ed Asia centrale, possa
giocare un ruolo chiave nella creazione, in quest’area, di una Coalizione di
valori e d’interessi condivisi.
3. La presentazione del programma quinquennale (2006-2010) Mediterraneo,
Europa, Islàm: attori in dialogo (diretto dal professor John L. Esposito,
Presidente del Comitato Scientifico Esecutivo della Fondazione) con l’obiettivo
di rafforzare la reciproca comprensione e cooperazione tra i Paesi della Riva
Nord e della Riva Sud e tra l’Europa e le Comunità musulmane all’interno ed
all’esterno di essa. Tale programma considera la Turchia un attore essenziale
per l’articolazione di progetti diretti al conseguimento di questi specifici
obiettivi.
4. Esprimere il pieno sostegno al programma dell’Onu per l’Alleanza delle
civilizzazioni, promosso dalla Spagna e dalla Turchia e annunciare che il
Presidente del Comitato Scientifico Esecutivo della nostra Fondazione John L.
Esposito è stato designato dal Segretario Generale dell’Onu nel Gruppo di
Esperti di Alto livello di questo programma è sarà il co-direttore di questa
azione.
La Fondazione Mediterraneo ha, sin dal 1994, sostenuto il ruolo della Turchia
quale Paese-chiave di quello che oggi, con spirito visionario, chiamiamo Grande
Mediterraneo, sottolineando, in ogni sede e con ogni strumento - convegni,
seminari, appelli, articoli - la indispensabilità della sua adesione all’Unione
Europea come premessa per giungere ad una integrazione culturale, sociale ed
economica dell’area e, conseguentemente, ad una prosperità condivisa nella
stabilità e nella pace. Oggi questa adesione è ancora di più indispensabile:
per la Turchia e per l’Europa. Il modello di laicità del Suo Paese, l’aver
separato la religione dall’ordinamento dello Stato e, allo stesso tempo, l’aver
valorizzato l’Islàm come identità socio-culturale indipendente dalla politica,
costituiscono una risorsa ed una speranza indispensabili per l’Europa e per la
pacificazione dell’intera Regione mediorientale. Un esempio da indicare a
coloro che, rifugiandosi dietro la politicizzazione della religione, spesso
alimentano terrorismo e fondamentalismo. Ormai da troppo tempo il Mediterraneo
è percorso da tensioni, crisi e conflitti che hanno lacerato il tessuto di una
convivenza pacifica e prosperosa. La ricorrente recrudescenza del terrorismo ed
il rischio di una frattura fra chi crede nel dialogo e chi va dritto allo
scontro di civiltà impone un accresciuto impegno di Governi ed istanze della
Società Civile per promuovere quella che nel nostro programma definiamo una
“Grande Coalizione di valori e d’interessi condivisi”. Le numerose iniziative
intraprese per la pacificazione e lo sviluppo dell’area sinora hanno prodotto
progressi parziali e inadeguati. Le stagioni della speranza che la Regione ha
conosciuto istituzionalmente nel Partenariato euromediterraneo (attivato nel
1995 dall’Unione Europea con il Processo di Barcellona e del quale quest’anno
celebriamo il Decennale) ed in altre iniziative oggi si trovano in una fase di
stallo ed hanno prodotto progressi parziali ed inadeguati. L’adesione della
Turchia all’Unione Europea è ostacolata soprattutto da politici e burocrati imprigionati
da timori che hanno radici antiche nella storia del nostro lontano passato e
che rallentano questa necessaria opportunità di dialogo tra società, culture e
religioni diverse all’interno di un quadro istituzionale del quale la Turchia
ha diritto a far parte. Tuttavia non possiamo né dobbiamo rassegnarci. La
Fondazione Mediterraneo resta al fianco della Turchia e si schiera, convinta,
come sempre, con le forze del dialogo e della ragione. Nulla è irreparabile.
Ogni insuccesso sulla via di una grande conciliazione è solo una questione
rinviata. Il vero nemico, accanto alla rassegnazione, è il vuoto compiacimento
di chi anestetizza solo la punta dei problemi nel tentativo di offuscarne la
visione; il vero nemico è quella burocrazia irresponsabile che produce
“democratura” - una dittatura mascherata da “democrazia” - rallentando ogni
processo. Il vero nemico sono inoltre quei gruppi - politici, economici,
culturali e religiosi - che perseguono miseri interessi particolari, senza una
“visione” né un “senso di vita”, praticando esclusivamente l’Amore per il
Potere ed una sterile Identità dell’essere. Contro costoro ci siamo finora
opposti, ci opponiamo e ci opporremo sempre al fine di trasformare il loro
Amore per il Potere nel Potere dell’Amore: per il dialogo, per lo sviluppo
economico condiviso, per la pace. La Fondazione Mediterraneo è stata negli
ultimi 10 anni protagonista del Partenariato euromediterraneo specialmente
attraverso il coinvolgimento della Società Civile - realizzando 3 Forum Civili,
8 Conferenze euromediterranee e oltre 1000 eventi - e si è contraddistinta come
organizzazione priva di sterili burocratismi ed in cui ogni risorsa è stata
investita sul campo producendo un ampio numero di accordi di partenariato, che,
unitamente alla qualità delle azioni realizzate, sono indicatori dell’alto
impatto raggiunto e dei risultati concreti conseguiti, così come testimoniano
numerosi rapporti ufficiali di valutazione. Questa esperienza la Fondazione
Mediterraneo intende ora mettere al servizio dell’idea di un “Grande
Mediterraneo” e lo fa con una rinnovata “squadra” di assoluto prestigio che
vede insieme studiosi, politici e diplomatici esperti dell’area mediterranea.
Accanto ai componenti storici, “fondatori” della nostra Istituzione - la
vicepresidente Caterina Arcidiacono, il responsabile per i rapporti
istituzionali Claudio Azzolini (vicepresidente del Consiglio d’Europa), il
direttore scientifico Nullo Minissi, il presidente del Comitato Scientifico
Internazionale Predrag Matvejevic’, la responsabile per la Società Civile e la
comunicazione Wassyla Tamzali, la direttrice della sezione arte e creatività
principessa Wijdan Ali di Giordania - si sono aggiunti negli ultimi anni il
Segretario Generale Walter Schwimmer (già Segretario Generale del Consiglio
d’Europa), il presidente del Comitato Scientifico Esecutivo John L. Esposito,
il direttore del Comitato Scientifico Esecutivo Fabio Petito, il direttore
della Chaire Averroès Ahmed Jebli - (presidente dell’Università di Marrakech),
il direttore del Programma Antonio Badini (Ambasciatore d’Italia al Cairo, già
coordinatore per il Partenariato euromediterraneo e Direttore generale per i
Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri
italiano). Senza il loro contributo la Fondazione non avrebbe, oggi, quella
legittimità e rappresentatività riconosciuta ufficialmente da Stati,
Istituzioni ed organismi di vari Paesi ufficialmente rappresentativi di oltre
150 milioni di cittadini. Quasi tutti sono presenti in sala e desidero ringraziarli
dal profondo del cuore.
La squadra si completa poi con i responsabili delle sedi e dei bureaux
istituiti nei Paesi mediterranei e dei partner istituzionali della Fondazione.
Tra questi desidero salutare e ringraziare i presenti in sala: Mario Oliverio,
presidente della Provincia di Cosenza e responsabile della sede di Cosenza
della MdM; Carmine Nardone, Presidente della Provincia di Benevento e
responsabile della sede di Benevento; Giovanni Pellegrino, Presidente della
Provincia di Lecce e responsabile della sede di Lecce; Ahmed Moklisse,
responsabile della sede di Marrakech, Khalid Kreis, responsabile della sede di
Amman; Carlo Gambalonga, vicedirettore dell’Ansa e coordinatore di Ansamed
(unica agenzia di stampa con sedi nei Paesi mediterranei); Pasquale Ciriello,
Magnifico Rettore dell’Università di Napoli “L’Orientale”, la più antica e tra
le prime in Europa ad occuparsi di studi specifici dell’area mediterranea;
Alfonso Ruffo, direttore del quotidiano “Il Denaro”, che da sempre sostiene e
divulga il nostro impegno e la comune “missione” mediterranea.
Con questa squadra e con tutti i collaboratori, volontari, sostenitori nei
Paesi mediterranei e nel mondo, la Fondazione Mediterraneo - presa coscienza
dei rischi di destrutturazione e marginalizzazione della Regione mediterranea -
ha deciso di impegnarsi per la creazione di un Grande Mediterraneo: l’obiettivo
principale, il nostro nuovo sogno, è far si che i Paesi e le Società compresi
in questa area non debbano più essere oggetto di programmi politici e strategie
pensati altrove, ma soggetto di strategie che siano espressione diretta dei
bisogni reali di ciascun popolo.
Più che un progetto è una “missione”, difficile ma affascinante: oltre ai
problemi interni a questa grande area geografica, geopolitica e geostrategica,
le nuove sfide vengono dai nuovi soggetti protagonisti dello scenario globale,
quali la Cina e l’India.
La Fondazione Mediterraneo, proprio per attuare il suo programma, intende
costituire una sede dedicata della MAISON DE LA MÉDITERRANÉE a Istanbul quale
centro di riferimento per il Grande Mediterraneo e propone, Suo tramite, al
Governo della Repubblica di Turchia di sostenerla con uno specifico accordo di
partenariato basato sui punti contenuti in questa lettera d’intenti che,
unitamente al Segretario Generale Schwimmer ed a nome di tutti i Membri della
nostra Istituzione, Le affidiamo.
Nel progetto di un Grande Mediterraneo soggetto storico e strategico - il cui
sviluppo è indissolubilmente legato all’Europa, ai Paesi del Medio Oriente, del
Golfo e del Mar Nero - la Turchia - a cavallo tra Europa e Asia e nel suo corso
storico, come adesso, strettamente connessa con l’Europa, il Mediterraneo, il
Medio Oriente e l’Asia centrale - ha una posizione chiave.
La Turchia potrà e, dunque, dovrà svolgere una grande opera di connessione e
progresso se sarà rapidamente accolta nell’Unione Europea e se l’Europa, tutta
insieme, sarà consapevole della vitale funzione che la Turchia può svolgere in
questo delicato momento storico.
Il dialogo, il diritto internazionale, lo spirito di equità, il rispetto della
diversità e la forza della comprensione sono gli strumenti perché il millennio
iniziato con sofferenze e miserie si riscatti in un'epoca di solidarietà e di
giustizia.
Per conseguire questo obiettivo vitale per il nostro futuro rinnoviamo l’
appello trasmesso il 20 gennaio 2005 ai Governi dell’Unione Europea affinché
riducano i burocratismi sterili ed agevolino, in tempi brevi, il processo di
adesione della Repubblica di Turchia nell’Unione Europea.
*presidente della Fondazione Mediterraneo