"Il Denaro"

08/11/2000

CAMPANIA, MARE NOSTRO PIU’ LONTANO

di Michele Capasso

Marsiglia, 15 e 16 novembre 2000. Si svolge la IV Conferenza euromediterranea dei ministri degli Affari Esteri dei quindici Paesi della Riva Sud del Mediterraneo aderenti al "Processo di Barcellona". Gli obiettivi prioritari sono: rilanciare il programma Meda, proporre la "Carta per la Pace e la Stabilità" e ridisegnare i meccanismi finanziari per evitare il mancato impiego di oltre il 70 per cento delle risorse disponibili, come accaduto nel quinquennio 1995-2000.

La Conferenza è stata preceduta da una riunione della società civile, svoltasi sempre a Marsiglia il 10 e 11 novembre, caratterizzata da una predominante presenza di rappresentanti francesi e da richieste tendenti a riproporre, ancora una volta, la costituzione di un nuovo organismo rappresentativo. In questa occasione organismi francesi con poche idee hanno fatto proprie la progettualità e la fattibilità sviluppate negli ultimi anni dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, grazie al proprio "sistema-paese". Sono stati in questo modo volutamente ignorati il risultato del II Forum Civile Euromed – svoltosi a Napoli nel dicembre 1997 – ed il ruolo dell’Accademia del Mediterraneo che, di fatto, è la principale istituzione rappresentativa della società civile e che proprio a Marsiglia, il 5 e 6 luglio 2000, ha svolto la sua "Rentrée solennelle" ricevendo l’investitura ufficiale dalle più alte autorità politiche e culturali dei Paesi euromediterranei, quali il re di Giordania Abdullah II, Shimon Peres e, tra gli altri, i rappresentanti delle prestigiose Accademie aderenti.

Dice Predrag Matvejevic’, presidente del comitato scientifico della nostra Fondazione: "Oggi abbiamo in comune una stessa delusione: quella della riva Sud che si sente emarginata nei confronti dell’Europa, separata da un fossato e, allo stesso modo, quella del Sud dell’Europa separato da un altro fossato, scavato per lo più da una classe politica distratta ed incapace di realizzare quanto essa stessa ha generato. Leggendo i documenti degli ultimi anni, ricordando gli eventi ufficiali promossi e sostenuti, ad esempio, dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli, appare incredibile come non sia stato possibile passare dalle parole, dalle promesse, dagli impegni assunti ai fatti concreti. Questo non è l’ultimo atto di questo dramma. La generosità con cui fu varato il Processo di Barcellona non ha trovato riscontro nella operatività concreta: solo a Napoli, in occasione del II Forum Civile Euromed, grazie alla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, questa operatività ha preso corpo. L’Accademia del Mediterraneo, la rete di città "Euromedcity" (proposta dall’allora sindaco Bassolino), la rete di Università, di isole e di altri organismi oggi sono una realtà viva che ha urgente bisogno di trovare una sede di coordinamento ed il sostegno necessario. C’è un corto circuito incomprensibile tra le volontà politiche manifestate e le capacità di tradurle in azioni: un’occasione irripetibile perduta per Napoli e per la Campania.

Nadir Aziza, poeta tunisino e segretario generale dell’Accademia del Mediterraneo, grida allo scandalo, "non è possibile che ciò accada, i membri prestigiosi dell’Accademia si sentono presi in giro per la mancata attuazione delle promesse fatte. Occorre che l’Italia e la Campania diano un segnale forte ed incontestabile, altrimenti ogni sforzo sarà vano e la Francia ne beneficerà". Shimon Peres, ricordando Leah Rabin – alla quale la Fondazione Laboratorio Mediterraneo ha attribuito il "Premio Mediterraneo di Pace" – ribadisce che un’istituzione prestigiosa come l’Accademia dovrebbe avere in Italia e a Napoli la propria sede centrale: "E’ scandaloso se ciò non avviene". Tutti gli impegni ufficiali assunti con atti deliberativi dalle istituzioni italiane e, in particolare, dalla Regione Campania, perdono valore in quanto la Francia, con la città di Marsiglia, ha stanziato in proprio risorse economiche immediatamente disponibili e si sta attivando con i Paesi dell’Unione europea e del Mediterraneo per costruire una rete attiva di partenariato. E’ forse una reazione al "gran rifiuto" che esprimemmo a Marsiglia in occasione delle "Assises de la Méditerranée": in quell’occasione rifiutammo di insediare la sede centrale dell’Accademia nella città francese per ottemperare ad un impegno assunto con il presidente della Regione Campania Bassolino e con il ministro Dini teso a profondere ogni sforzo per far si che questa istituzione potesse insediarsi in Italia e in Campania.

L’antico problema del Mezzogiorno, capace di fornire pensiero, creatività, cultura, progettualità e fattibilità si ripresenta con questo assurdo: la Regione Campania ha prodotto eventi quali il II Forum Civile Euromed, in Campania è nata l’Accademia del Mediterraneo, il Comune di Napoli ha dato pieno sostegno con una solenne cerimonia svoltasi a Palazzo San Giacomo, ancora la Regione Campania ha adottato delibere per sostenere l’importante istituzione, l’Unione europea ed i ministeri degli Affari Esteri e del Tesoro hanno fornito la Regione Campania di strumenti adeguati per sostenerla. Esiste il pieno appoggio politico per tutto questo, ma la realizzazione sarà della Francia!

Marsiglia, 15 novembre 2000. Ho tra le mani un fax dell’ambasciatore francese Jean Pierre Courtois – incaricato del Processo di Barcellona – ed un altro del Commissario europeo Christopher Patten che sottolineano l’importanza del II Forum di Napoli, e dell’Accademia in generale, invitando a prenderne piena considerazione. La Francia lo ha fatto. Tra i programmi dell’Accademia l’iniziativa di riunire gli Stati Generali euromediterranei con i Paesi volontari del Sud e quelli dell’Unione per stabilire una "Magna Carta" dei nostri valori comuni fondamentali.

Il Sud dell’Europa, e Napoli, non hanno fiducia nelle proprie risorse e non vi investono. Bisogna sempre e solo stare a guardare?