"Il Denaro"

22 aprile 2000

Diario di bordo intorno al mare nostro

di Michele Capasso

6 settembre 1996 - Dialogando con Vannino Chiti, presidente della Regione Toscana, analizziamo un volume che riporta tutte le azioni di internazionalizzazione attivate da quella Regione che, spesso ai limiti delle proprie competenze istituzionali, ha posto in essere una vera e propria politica estera soprattutto nei confronti del Mediterraneo.

1 novembre 1996 - In un inserto pubblicato sul Denaro viene riportata una intervista a Jordi Pujol. La mia domanda conclusiva è centrata sul ruolo delle Regioni euromediterranee e, in particolare, sulla Catalogna. Pujol risponde: "La Catalogna è il simbolo di un nuovo processo di autonomia delle Regioni. La regionalizzazione presuppone un aumento della ricchezza degli Stati, soprattutto quando ci sono le basi per essa. Non so se ci siano le basi per la regionalizzazione in Portogallo. Ma sicuramente ce ne sono in Spagna e in Italia così come in Francia, dove è evidente che le Regioni come la Catalogna moltiplicano, in questi Paesi, la capacità di iniziativa, la creatività e la solidarietà (...). Le idee dominanti nel ’45 erano quelle del dirigismo democratico e della pianificazione. Dopo cinquant’anni i francesi devono ammettere che si sono sbagliati perché ora hanno una società dominata dalla costrizione; mentre i tedeschi hanno una società in enorme espansione, con grande ricchezza e iniziativa. Dunque, l’augurio è quello che in Italia, in Spagna e in tutta l’Unione europea queste realtà regionali come la Catalogna, i Paesi Baschi, la Scozia, la Baviera e così via possano contribuire, con la loro ricchezza ed iniziativa, ad una valorizzazione delle identità dei singoli Stati, per un’Europa unita nel Mediterraneo".

27 settembre 1996 - Milano. Alcune Regioni italiane presentano in un’affollata conferenza stampa dodici referendum per "favorire il federalismo e lo sviluppo del Paese". Appare significativo che i referendum siano stati sottoscritti sia da Regioni guidate dal Polo sia da altre guidate dall’Ulivo, come la Regione Toscana, presieduta da Chiti. Cerco di capirne di più. Chiedo a Formigoni , presidente della Regione Lombardia, un commento: "Siamo noi Regioni a prendere per mano il Paese, incapace di riformarsi, e lo porteremo all’autoriforma".

Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto, lancia un appello ai sindaci: "Non potremo mai vincere senza il loro sostegno". Enzo Ghigo, presidente della Regione Piemonte, legge un comunicato in cui si chiede al Governo di accelerare il passo verso "quei necessari cambiamenti istituzionali in grado si fare delle entità regionali attori forti dello sviluppo economico e sociale". "Ma l’interpretazione del federalismo – continua il comunicato – non è univoca, e spazia dall’inaccettabile politica secessionista della Lega, ad una serie di proposte differenziate elaborate da Regioni, Province e Comuni. La scelta da compiere è tra delegare per integrare meglio e dividere per disintegrare. Insomma una scelta tra le responsabilità e l’irresponsabilità". Ghigo conclude affermando che "tutti i progetti di riforma istituzionale dovranno vedere le Regioni non soltanto partecipi, ma protagoniste. Esse sono infatti le realtà che, di fronte all’accelerazione della crisi del nostro Paese, hanno dimostrato maggiore radicamento e capacità di intervento nel tessuto sociale produttivo".

31 ottobre 1996. Napoli - Ho tra le mani il libro di Bassolino "La Repubblica delle città". Il sindaco delinea un progetto che prevede una rivoluzione civile attraverso il "partito dei cittadini" ed assegna un ruolo essenziale alle collettività locali: città, province, regioni.

4 luglio 1997 - Su questo giornale pubblicammo una puntata del nostro diario dal titolo "E’ l’ora delle Regioni". Riportammo, allora, una sintesi delle riunioni della Commissione intermediterranea della Cepm (Conferenza delle regioni periferiche marittime) svoltesi a Copanello (Calabria) e a La Rochelle (Francia). L'obiettivo fissato, allora, dai presidenti delle regioni mediterranee era l’utilizzo di consistenti risorse dell’Unione europea per incrementare il livello di cooperazione e di coesione sociale fra le varie regioni: in tale contesto venne ribadita la necessità di attuare la riforma dei fondi strutturali europei al fine di dare spazio e respiro a progetti multiregionali evitando la lentezza delle procedure burocratiche con conseguente revoca automatica di finanziamento a favore delle regioni più deboli.

12 dicembre 1997 - Napoli. La nostra Fondazione organizza il II Forum Civile Euromed con la collaborazione di molte regioni mediterranee, con cui da alcuni anni intrattiene rapporti di cooperazione e collaborazione. Una sessione del Forum è dedicata al ruolo delle regioni ed alla necessità di implementare la cooperazione decentrata. Un meccanismo spesso malato e la cui causa è da molti imputata allo scarso potere dei presidenti ed ai difficili compromessi operati dalle coalizioni che li sostengono: unica eccezione, regioni come la Catalogna o la Scozia, con una spiccata autonomia.

17 aprile 2000 - Formigoni, Ghigo e Galan sono stati rieletti, questa volta direttamente dai cittadini, presidenti delle rispettive regioni: ora non hanno più alibi e possono dimostrare competenze e capacità attuative. Antonio Bassolino è stato eletto nuovo presidente della Regione Campania, assumendo un ruolo significativo nel Mezzogiorno d’Italia per la sua esperienza di sindaco di una grande città qual è Napoli. Tra i tanti temi da affrontare vi è quello dell'internazionalizzazione culturale ed i rapporti, che uno "Stato-regione" come la Campania, deve intrattenere soprattutto con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. In questo senso l’Accademia del Mediterraneo, con la sua rete ed il prestigio degli organismi aderenti, costituisce una risorsa importante. Il presidente Bassolino nel suo programma ha espressamente indicato la necessità di attivare politiche di internazionalizzazione culturale ed economica nei confronti dell’area euromediterranea. Speriamo che voglia cogliere questa opportunità dando concreta attuazione, questa volta quale presidente della regione e con tutte le risorse disponibili, agli impegni assunti nei confronti dell’Accademia quando, da sindaco di Napoli, auspicò un intervento della regione Campania per sostenere questa importante istituzione.