"Il Denaro"

26 febbraio 2000

Napoli dovrà essere sede dell’Accademia

Si è svolto domenica 20 febbraio, nella sala convegni del Denaro, l’incontro con il Comitato esecutivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo per discutere sulla possibilità di ospitare a Napoli la sede centrale dell’Accademia del Mediterraneo. All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti di numerose amministrazioni locali che, nel corso del dibattito, hanno manifestato la loro disponibilità a concedere le proprie strutture logistiche per sedi distaccate dell’Accademia, auspicando che il Comune di Napoli e la Regione Campania possano rapidamente dare concretezza agli impegni assunti. Al termine dell’incontro è stato sottoscritto documento finale (vedere a pagina 7) con cui si ribadisce la necessità di ospitare in Italia la sede centrale dell’Accademia del Mediterraneo. Inoltre è stato firmato un accordo tra la Fondazione e il Gruppo Il Denaro allo scopo di avviare le attività necessarie alla creazione di una testata di natura economico-politica di rilevanza euromediterranea (il testo è pubblicato nell’inserto all’interno del Denaro delle Professioni). Di seguito riportiamo ampi stralci delle relazioni presentate in occasione dell’incontro.

 

Michele Capasso

Presidente Fondazione Laboratorio Mediterraneo

C’è bisogno di concreti interventi di sostegno

Il mio incontro con Predrag Matvejevic risale al 1994 quando, qui a Napoli, nacque la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, che iniziò le sue attività con un appello e un’azione a favore dei popoli della ex Jugoslavia, vittime di una guerra civile nel cuore dell’Europa. In quel momento, insieme agli altri ideatori, pensammo di trasformare quell’azione di emergenza in un grande progetto. La tenacia che ha caratterizzato la nostra attività nel corso degli ultimi sei anni, ci ha permesso di creare una struttura che non ha altri concorrenti e che ha avuto riconoscimenti da parte dei vari paesi e da organismi internazionali. Nel ’94, l’Unione Europea stava strutturando, per la prima volta, azioni di partenariato euro-mediterraneo che non si limitavano solo all’erogazione di aiuti. Poco dopo la Conferenza euromediterranea svoltasi nel dicembre 1995 produsse la Dichiarazione di Barcellona, alla quale fornimmo un modesto contributo al fine di consentire che il partenariato tenesse conto anche del terzo ambito rappresentato dalla cultura. Nel mese di dicembre del 1995, a Barcellona, l’Unione Europea diede inizio al partenariato, in tre ambiti: economico, politico e culturale. All’indomani di quell’avvenimento collaborammo con il governo della Catalogna per realizzare il primo Forum della Società civile, una vera e propria "chiamata alle armi" per individuare i bisogni dell’area mediterranea. Il secondo Forum della Società civile, invece, fu da noi organizzato a Napoli, nel dicembre 1997. In quell’occasione 2.250 partecipanti proposero ottantasei progetti concreti da realizzare: tra questi 52 già attivati e 30 già completati. In quel Forum, inoltre, si pensò di dare vita a quattro organismi: l’Accademia del Mediterraneo, la Rete delle Città, la Rete delle Isole e quella delle Università. L’Accademia del Mediterraneo - che costituimmo a Napoli il 10 ottobre 1988 - è cresciuta in maniera esponenziale e oggi conta 561 organismi, 74 sedi distaccate (52 già operative). Lo scorso 27 dicembre abbiamo richiesto un appello ufficiale affinché l’UE, il Governo e il Parlamento della Repubblica Italiana adottino azioni concrete per sostenere questa struttura: in soli quaranta giorni abbiamo ricevuto numerose delibere da parte di Stati, Regioni, Città, Comuni e Istituzioni dei vari Paesi che, messe insieme, rappresentano 150 milioni di cittadini. Questi organismi attendono una risposta concreta e veloce dall’Italia, dalla Campania e da Napoli, prima che venga assunta la decisione di radicare la sede centrale dell’Accademia in Francia o alla Spagna.

Nadir Aziza

Segretario generale Accademia del Mediterraneo

La globalizzazione ha perso molto fascino

Vista da Sud la globalizzazione, che sembra essere uno dei fenomeni che segnano questa fase storica, non ha più il fascino che le attribuiscono alcuni mercati del Nord. L’aumento esponenziale dei flussi finanziari che caratterizza la "nuova economia", il regno delle "autostrade dell’informazione" e la liberalizzazione del commercio mondiale assicurano un chiaro beneficio soprattutto ad alcune categoria della popolazione dell’emisfero Nord. La globalizzazione ha però effetti perversi. Essa aggrava, anche nei Paesi più sviluppati, le differenze tra le diverse fasce di popolazione e rende più evidente il divario tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo. Le manifestazioni che hanno accompagnato il recente summit dell’Omc a Seattle testimoniano che una nuova presa di coscienza sta nascendo all’interno della società civile internazionale e che i decision-maker che regolano l’economia mondiale e si ritrovano annualmente a Davos devono prenderne atto. È in questo contesto che è nata l’Accademia del Mediterraneo. Come recita il motto - "Unire le sponde attraverso le conoscenze comuni" - la nostra Accademia intende ridurre le fratture che una lunga, ricca, ma tormentata storia del nostro Mare Nostrum ha fatto nascere tra le sue rive, opponendo Roma a Bisanzio e Cristianesimo cattolico ed ortodosso all’Ebraismo e all’Islam. Strumento di dialogo interculturale, interreligioso e di cooperazione intellettuale, la nostra Accademia è un ponte immateriale edificato per unire le due rive del nostro mare comune. È una città italiana, Napoli, che grazie ad un’esemplare cooperazione Nord-Sud (Fondazione Laboratorio Mediterraneo e Università Itinerante Euro-Araba) si materializza come capitale euro-mediterranea. Da allora si è intessuta una rete per creare una trama di organismi rappresentanti l’intero Mediterraneo. Ad oggi la rete è costituita e pronta ad entrare in azione. La sede dell’Accademia per la sponda Sud è stata istituita a Marrakech grazie ad un accordo sottoscritto con le autorità del Regno del Marocco. Rimangono da definire la sede centrale. Speriamo che Napoli e la Campania, che hanno accolto la nascita di questa Istituzione ed hanno poi assunto l’impegno di assicurarne la crescita, sappiano concretamente darne attuazione per la salvaguardia del bene comune dei popoli del Mediterraneo.

Predrag Matvejevic’

Presidente Comitato esecutivo Fondazione Laboratorio Mediterraneo

Abbiamo lavorato sodo per sei anni

Mi sembra inutile ribadire che Napoli abbia tutto ciò che è necessario per essere una capitale del Mediterraneo. Finora tutte le istituzioni europee sono collocate nel Nord e spesso impongono una lettura continentale che non lega bene con i numerosi problemi del Sud. L’Italia costituisce, dal punto di vista geografico, un promontorio dell’Europa verso il Mediterraneo, eppure non ha istituzioni abilitate a realizzare una vera politica mediterranea. Non c’è un’Università mediterranea nazionale, non ci sono istituzioni capaci di mettere in comunicazione le diverse esperienze territoriali. Esiste una credibilità dell’Italia di cui gli stessi italiani non ne sono coscienti; i Paesi della sponda opposta non nutrono, nei confronti dell’Italia, alcun tipo di paura post-coloniale. Occorrerebbe, quindi, rispondere a questa credibilità, tanto più che l’Italia ha i mezzi e la volontà per farla. Però tra i mezzi e la volontà esiste, come dicevo prima, la mancanza di istituzioni adeguate. Credo che l’Italia debba adottare una politica più coerente in ambito mediterraneo. Dopo sei anni di intenso lavoro con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, oggi avvertiamo l’esigenza di trovare una risposta concreta ed una collocazione per la sede centrale dell’Accademia, attraverso il serio rispetto degli impegni che il sindaco di Napoli e la Regione Campania hanno assunto. A me pare che questa città persegua troppo un’identità dell’essere e poco (e male) un’identità del fare: spero che la scelta della sede possa ricadere su Napoli e penso che questa fase non dipenderà più dalle nostre capacità ma dalla comprensione che ci sarà accreditata e dalla volontà dei politici.

Nullo Minissi

Direttore scientifico Accademia del Mediterraneo

Va raccolto l’appello di 150 milioni di cittadini

I motivi per i quali vogliamo in Italia, e a Napoli in particolare, la sede centrale dell’Accademia sono numerosi. È già stato ribadito come la nostra penisola abbia una posizione geografica centrale nel Mediterraneo; in secondo luogo, sono state regioni che rappresentano circa 150 milioni di cittadini a chiederlo. Un motivo che reputo fondamentale, però, va ricercato nella storia dell’Europa fino ad oggi. Devo constatare che, purtroppo, i libri di storia commettono il grave errore di trascurare un fatto molto importante per la storia dell’Italia durante l’alto medioevo e il rinascimento; in questo arco di tempo, infatti, il nostro paese è stato il punto di incontro e di contatto tra l’Asia, l’Africa e le regioni localizzate a Nord e ad Est dell’Europa. Ed è proprio rispetto a questa forte tradizione storica che va ricercato il motivo per pretendere la sede dell’Accademia in Italia. Allo stato attuale, però, l’Italia non ha una presenza significativa in Europa, sia in termini economici che in termini politici e culturali; credo che, invece, dovrebbe recuperare le radici delle sue antiche tradizioni e creare un punto di incontro dove potrebbero confluire le culture esistenti in tutto il Mediterraneo. È ora di farla finita con le storie nazionali perché non hanno più senso, è finita l’epoca degli Stati nazionali. Le culture e le storie nazionali si riversano in quelle europee, inevitabilmente. E, in tutto questo, credo che la possibilità di accogliere in Italia la sede centrale dell’Accademia rappresenti un’occasione storica per dare alla penisola una vera funzione culturale e scientifica internazionale.

Caterina Arcidiacono

Presidente Comitato esecutivo Fondazione Laboratorio Mediterraneo

Bisogna valorizzare il volontariato

Dal 1994 ad oggi la Fondazione Mediterraneo ha attivato risorse ed energie spontanee, ricevendo incarichi di alto prestigio dall’Unione europea e, in Italia, dal ministero dell’Università. Abbiamo realizzato, infatti, un master della durata di due anni per operatori della Società civile, rivolto, cioè, a laureati delle regioni meridionali affinché imparino a lavorare nel volontariato e nel terzo settore per promuovere solidarietà e per creare comunità. Abbiamo avuto dalla Commissione europea l’alto incarico di presiedere e organizzare le commemorazioni di Re Hussein in Giordania: la Fondazione e l’Accademia sono attuatrici, così, di risoluzioni specifiche dei governi dell’Unione. Credo che il nostro lavoro, finora, ci abbia portato a notevoli risultati visto che abbiamo realizzato una rete di iniziative e di attività che, di fatto, ci consente di utilizzare fondi della Comunità europea. La nostra attività ha messo in luce risorse che possono creare dialogo, comunicazione e strutture; non credo che a questo punto il futuro dipenda dalle idee, ma dalle volontà politiche. Le istituzioni, oggi, devono capire se vogliono o meno attivarsi come "sistema paese"; se non ne avranno la volontà, quella sarà una scelta politica: non dovremmo lamentarci se poi la Francia e la Spagna occuperanno tutta l’area dei fondi strutturali esistenti e, con essi, assicureranno l’esistenza dell’Accademia.

 

 

 

 

 

 

Claudio Azzolini

Presidente di Europa Mediterranea

La cultura è la base della Società civile

Allo stato attuale la cultura è l’elemento fondante della Società civile, quando si vuole intendere per "civile" la convivenza e l’accettazione dell’altro. Credo che risulti fondamentale centrare la nostra attenzione sul fatto che siamo un Paese che ha la fortuna di avere una fantastica collocazione geografica. Abbiamo una ricchezza storica, della quale pochi possono vantarsi e, contemporaneamente, abbiamo l’insipienza di non esserne coscienti. Nel corso del mio mandato parlamentare ho avuto la possibilità di constatare le numerose e reali potenzialità dell’Italia di cui solo gli altri si rendono conto. Più volte sono state fatte pressioni sulla Regione Campania, ma tutte le volte gli amministratori non hanno capito il grande potenziale che aveva e tuttora possiede la nostra regione. Credo, invece, nella necessità di credere e impegnarci nelle cose che assumiamo di voler fare; abbiamo dato prova di voler realizzare progetti importanti. Sono però consapevole che non sarà facile far comprendere che le idee percepite dai sindaci e dai presidenti delle Province devono essere maggiormente comprese dalla Regione, un organismo che deve guardare alla strategia e alla programmazione. Se l‘Accademia del Mediterraneo potrà avere sede nell’ambito della nostra Regione, costituirà, con le sedi tematiche già istituite in Campania, un motore propulsivo di questo territorio. Abbiamo bisogno di cominciare a guardare non sempre e solo al Nord, che rappresenta la nostra aspirazione europea, ma dovremmo guardare anche verso il Sud, in modo da giocare in chiave di cerniera culturale, economica e sociale, quell’esigenza che la storia ci ha demandato all’inizio del terzo millennio. Grazie alla Fondazione e all’Accademia del Mediterraneo si è creata una diplomazia parallela dove gli uomini di tutti i Paesi, trasversalmente, si incontrano e discutono di grandi temi, dimostrando grande apertura culturale e disponibilità al confronto: è un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere. È un impegno che i politici devono assolutamente rispettare.

Shmuel Hadas

Membro Comitato esecutivo Fondazione Laboratorio Mediterraneo

È un passo importante per la storia dei popoli

L’Accademia del Mediterraneo rappresenta un passo importante per la storia dei popoli mediterranei, e non solo. Questa consociazione avrà, ne sono certo, ripercussioni positive anche al di là dei confini mediterranei. Essa può e deve assumere un ruolo guida per le istanze di cooperazione tra gli organismi della Società civile euromediterranea. Si profila così all’orizzonte del terzo millennio una nuova forma di azione coordinata a livello internazionale per lo sviluppo economico e culturale che può avere riscontri ed effetti su altre aree geografiche del mondo.

È per questi motivi che lo Stato d’Israele appoggia l’Accademia del Mediterraneo e, con l’apertura della sede di Gerusalemme dedicata al tema della pace a noi particolarmente caro, ne incoraggia lo sviluppo. Anche per questo l’Accademia assume tale funzione inconfutabile nei rapporti tra i popoli mediterranei, e tra essi e quelli europei che non si affacciano sul Mediterraneo. Ciò premesso sono felicissimo che Napoli sia il fulcro delle attività di questa istituzione. Questa città merita un tale ruolo non solo per la sua storia, ma soprattutto per l’energia e le risorse umane che ancora sprigiona nel campo della cultura. È importante, però, che le forze amministrative di questa città non si lascino sfuggire questa occasione storica per riportare la città ed il Mezzogiorno – luogo storico di erudizione e tolleranza – in una dimensione più consona alla sua storia ed alla sua posizione di Centro del Mediterraneo.

 

 

 

Biagio de Giovanni

Membro Comitato esecutivo Fondazione Laboratorio Mediterraneo

È possibile un’intesa fra le culture religiose

Il dialogo fra le culture è la condizione per una pace vera e dunque per uno sviluppo possibile, per una crescita delle Società civili. Le condizioni di questo dialogo ci sono, proprio perché le culture del Mediterraneo, e anzitutto quelle a profonda radice religiosa, possono raggiungere un’intesa. Il pensiero greco, quello ebraico, quello cristiano e quello musulmano sono occidentali fin dall’origine e possono ritrovare la via per una riscoperta di ideali comuni. Ma anche senza avere un’ambizione così pronunciata, le varie culture che si affacciano sul Mediterraneo possono ritrovare il terreno per un confronto che faccia riscoprire a ciascuna le ragioni dell’altra. Non di un dialogo generale e ideologico si deve trattare, ma innervato in esperienze effettive di cultura, nei saperi che si sono trasmessi e poi diversamente sviluppati. Da qui l’importanza straordinaria che può acquistare l’Accademia del Mediterraneo, come luogo destinato per la sua stessa vocazione a diventare il terreno comune di questo confronto. Il Forum di Barcellona del 28 e 29 novembre 1995 mise in moto altri momenti di dialogo, ma fu pressoché muto su quello culturale. Il 10 ottobre ’98 la Fondazione Laboratorio Mediterraneo ha creato l‘Accademia, compito che le era stato affidato nel 1997 dal Forum Civile Euromed al quale parteciparono più di duemila persone in rappresentanza di 36 Paesi, proprio nell’idea di aprire in modo nuovo il dialogo fra le culture, le tradizioni, i saperi, le tecniche, i modi di vita, la storia concreta della società. La straordinaria quantità di adesioni che all’Accademia sono pervenute, mostra che essa ha toccato una sensibilità che esisteva e che attendeva di essere resa operativa. Operativa anche sul terreno dove il progetto culturale diventa premessa di economia e di sviluppo: l’Accademia si è applicata a diventare strumento economico per il Mezzogiorno, attraverso la definizione di progetti mediterranei in gradi di accedere ai fondi europei di Agenda 2000.

Tutto questo lavoro può diventare di decisiva importanza per l’Europa che si sta allargando al di la dei propri confini tradizionali. Essa ha e vuole avere una sua politica mediterranea. Il confronto interculturale renderà più facile questa politica. L’Europa come soggetto politico - in un mondo che diventa globale - deve guardare al Mediterraneo come al mare di un grande sviluppo di pace e di civiltà. E la cultura è il cardine di questa possibilità.

Alessandro Gambino

Consigliere provinciale di Napoli

Le amministrazioni locali faranno la loro parte

Sono onorato di portare il saluto del presidente e della vicepresidente dell’Amministrazione Provinciale di Napoli. La Provincia di Napoli ha espresso il suo sostegno all’Accademia del Mediterraneo e le delibere ed i protocolli d’intesa approvati in questi giorni ne sono segno tangibile. L’Accademia del Mediterraneo è una risorsa importante per i Comuni e per la Società civile della Campania. Essa è riuscita a catalizzare progetti concreti e a divenire lo strumento attuativo per le politiche di internazionalizzazione culturale ed economica delle regioni obiettivo 1. Progetti per un importo che va oltre i 1.200 miliardi di lire sono stati presentati da Comuni ed amministrazioni Provinciali che hanno risposto in maniera straordinaria a questa opportunità di riscatto culturale che l’Accademia del Mediterraneo ha voluto e potuto offrire. La questione è ora tutta fondata sulla necessità di evitare che la politica, troppo spesso distratta, lasci queste istanze senza un seguito concreto. Significherebbe abbattere ponti che con tanta fatica si costruiscono per ricongiungere le regioni del Mezzogiorno d’Italia al mondo che le circonda. Le attività a cui si potrà dare inizio ricollocheranno le nostre regioni in una posizione sul piano internazionale che gli appartiene. Il Mediterraneo, con tutta la sua storia e le sue risorse, permette ai popoli di dialogare e di crescere insieme, e l’Accademia del Mediterraneo è proprio lo strumento adatto perché tutto questo avvenga.

Nino Daniele

Vice presidente Regione Campania

Il nostro territorio è chiamato a un ruolo impegnativo

La Regione Campania è consapevole del ruolo particolarmente impegnativo che le spetta nel favorire e nell’avvalersi del processo di partenariato euromediterraneo. La Regione Campania è già una grande multietnica e multiculturale regione d’Europa e del Mediterraneo e lo avverte fortemente nella sua visione del futuro e nello sviluppo dell’integrazione economica e culturale dell’area mediterranea. Perciò la Giunta regionale intende impegnarsi a fondo per imprimere un impulso sempre più forte al partenariato euromediterraneo, alla cooperazione economica, agli scambi culturali, al trasferimento di ricerca scientifica e di innovazione tecnologica al fine di creare un’area di sempre più diffusa e condivisa prosperità e di un sempre più diffuso e condiviso benessere. Perché ciò sia possibile è indispensabile che si affermino sempre più i valori di democrazia, di pace, il rispetto dei diritti umani e di libertà e che lo sviluppo economico sia lo strumento per garantire tali irrinunciabili valori, non la motivazione per respingerli e calpestare le persone. Pedrag Matvejevic ha scritto: "Non esiste una sola cultura mediterranea, ce ne sono molte in seno ad un solo Mediterraneo, sono caratterizzate da tratti per molti versi simili e per altri differenti". Noi dobbiamo agire perché le tradizioni di cultura e di civiltà di tutto il bacino mediterraneo, il dialogo fra tali culture; gli scambi umani e culturali divengano la leva essenziale del riavvicinamento e della comprensione tra i popoli. Coerentemente con tali scelte e con tali valori la Regione Campania è fortemente impegnata per sostenere l’Accademia del Mediterraneo.

Le sedi distaccate istituite nei Comuni e nelle Città capoluogo della nostra Regione sono una risorsa economica da sostenere con forza e in tal senso questa giunta ha profuso ogni sforzo nell’ambito di Agenda 2000: questa eredità è preziosa e non va sciupata. Su questo punto ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.

 

 

il documento finale della riunione

Documento finale della riunione straordinaria di domenica 20 febbraio del Comitato esecutivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, tenutasi presso la sede del Denaro in occasione della firma dell’accordo di collaborazione tra il Gruppo editoriale Il Denaro, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo e l’Accademia del Mediterraneo.

I membri del Comitato esecutivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo: Caterina Arcidiacono, Nadir Aziza, Claudio Azzolini, Michele Capasso, Biagio de Giovanni, Predrag Matvejevic, Nullo Minissi e Shmuel Hadas:

• Constatata l’urgenza di definire la sede centrale dell’Accademia del Mediterraneo ed il sostegno strutturale per le attività connesse;

• Preso atto delle offerte concrete per la sede centrale dell’Accademia del Mediterraneo pervenute dalle Città di Barcellona, Cattolica e Marsiglia, nonché delle proposte pervenute dalle Città di Roma, Bologna, Palermo, Montpelier e Torre del Greco;

• Preso atto che la Città di Napoli ha ulteriormente espresso con lettera del Sindaco Bassolino del 30.12.1999 l’intenzione di ospitare la Sede centrale dell’Accademia del Mediterraneo;

• Constatata l’unanime adesione di Stati, Regioni, Province, Città, Comuni ed Istituzioni dei vari Paesi euromediterranei che hanno adottato delibere di voti al Parlamento europeo, alla Commissione europea, al Governo e al Parlamento della Repubblica italiana affinché adottino strumenti legislativi idonei per sostenere gli organismi costituiti dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo: Accademia del Mediterraneo, Euromedcity, Isolamed, Almamed;

• Constatata la positiva lusinghiera risposta dei Comuni e delle Province delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia (Obiettivo 1) che hanno aderito all’Accademia e prodotto progetti concreti finanziabili con i Fondi di Agenzia 2000 nell’ambito delle politiche di internazionalizzazione culturale ed economica;

• Preso atto che occorre sensibilizzare tali Regioni affinché non venga perduta un’irripetibile possibilità di sostegno ai citati progetti, con i conseguente abbandono di fondi che andrebbero definitivamente perduti;

Deliberano

1. Di promuovere ogni azione e con tutti i mezzi disponibili, anche con il concorso delle istituzioni (Province, Città e Regioni), al fine di dare pubblicità all’Accademia del Mediterraneo, al suo processo di crescita ed all’opportunità storia per l’Italia di ospitarne la sede centrale e la "Maison de la Méditérranée". Ciò in considerazione della scadenza ultima dal 20 giugno 2000, divenuta improrogabile considerato che tale decisione verrà assunta a Marsiglia il 5 e 6 luglio 2000, in occasione dell’Assemblea generale dell’Accademia del Mediterraneo.

2. Di assumere ogni iniziativa presso le Istituzioni cui le delibere di voti sono state indirizzate al fine di dare concretezza ad azioni di sostegno a favore degli organismi costituiti dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, primo fra tutti l’Accademia del Mediterraneo e le sue sedi distaccate.

3. Di assumere ogni iniziativa per sensibilizzare le Regioni del Mezzogiorno d’Italia affinché diano esito positivo alle istanze ed ai progetti concreti presenti da Province, Città e Comuni di quelle Regioni nell’ambito delle linee di internazionalizzazione culturale ed economica di cui l’Accademia del Mediterraneo rappresenta uno strumento operativo.