“Il DENARO”

27 ottobre 2001

 

 

Il Mediterraneo ha bisogno delle pmi

 

Distribuiti finora 800 milioni di euro: finanziate soprattutto le grandi Aziende

 

di Remo Scribani

 

In che modo superare gli ostacoli che frenano lo sviluppo economico e come finanziare la crescita dei Paesi a sud del Mediterraneo: sono questi gli argomenti affrontati durante la seconda e ultima giornata del forum della Banca Europea per gli investimenti sulla cooperazione nel Mediterraneo (in base all’accordo di partenariato siglato sei anni fa a Barcellona), che si è svolto ieri, venerdì 26 ottobre, al Palace Hotel di Sorrento. Dopo l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato che ha introdotto i lavori sono intervenuti autorevoli rappresentanti dell’economia e dei governi dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: da Fathallah Oualalou, ministro delle Finanze dell’Economia e delle Privatizzazioni del Marocco al Francese Henri Broglio, amministratore delegato della Vivendi Environment, da Eloy Dominguez, amministratore delegato del gruppo spagnolo Dragados al marocchino Othman Benjeelloun, direttore della banque Marocaine du Commerce Exterieur e al tunisino Ahmed Abdelkefi, presidente del Tuninvest Finance Group, Tunisi.

Secondo tutti i relatori, avvicendatisi sul palco dell’albergo sorrentino, il ritmo dello sviluppo dei Paesi a sud del Mediterraneo è insufficiente.

Eppure la lentezza del processo avviato a Barcellona non preoccupa: l’importante è che gli interventi finanziari della Banca Europea per gli investimenti siano efficaci e diretti ad un graduale sviluppo economico e sociale di tali Paesi.

La realizzazione di una economia di mercato basata sulla concorrenza e sulla competitività è un processo difficile che richiede una trasformazione delle imprese. Queste ultime devono diventare competitive sul mercato mondiale per poter fronteggiare la concorrenza. Se ciò non dovesse avvenire, il processo di Barcellona fallirà.

Finora ad avvantaggiarsi dei contributi elargiti dalla Bei sono state soprattutto le grandi imprese, e quelle con partecipazione statale. Occorre, dunque, maggior attenzione verso le piccole e medie imprese dato che proprio quest’ultime costituiscono la parte principale del tessuto economico dei paesi a sud del Mediterraneo. Maggiore attenzione quindi alla realtà di tali Paesi: i quali dovranno però riuscire a utilizzare bene i finanziamenti della Bei per diventare dei buoni partner per l’Europa. Per far si che si inneschi lo sviluppo economico, inoltre, occorrono riforme profonde, e queste non saranno possibili fintantoché l’opinione pubblica non è pronta ad accettarle: i cittadini dell’Europa e dei paesi a sud del Mediterraneo potrebbero non essere pronti all’integrazione. La crescita economica è funzione di molte variabili fra cui il sistema finanziario. E’ importante che nei Paesi del bacino Mediterraneo si innesti una ristrutturazione del sistema bancario attraverso la sua liberalizzazione: le banche, devono diventare anch’esse competitive ed essere di aiuto allo sviluppo delle imprese, insieme all’intervento pubblico non diretto però alla gestione.

L’introduzione dell’euro influenzerà tutto il mondo. Gli effetti della crescita in Europa si diffonderanno anche negli altri paesi, per cui l’impatto sulla crescita in questi paesi sarà tanto più forte quanto più stretti saranno i rapporti con l’Unione Europea.  Inoltre il lancio dell’euro faciliterà le relazioni fra l’Unione e i paesi a sud del Mediterraneo, in quanto ci sarà una sola moneta e quindi un solo mercato di riferimento: l’impatto dell’euro sulla crescita di tali paesi deve essere, però, accompagnato dalle riforme strutturali. Quanto agli strumenti utilizzati per gli interventi finanziari l’obiettivo della Bei è di incrementare il ricorso al capitale di rischio, cioè l’acquisto di partecipazioni azionarie, investendo quindi nell’attività dell’impresa.