Nel giardino dell’amore e della pace

Inaugurata la “Bibliotheca Alexandrina”

 

di  Michele Capasso e Caterina Arcidiacono

 

 

 

Alessandria, 26 giugno 1988. Il presidente egiziano Hosni Moubarak pone la prima pietra della “Bibliotheca Alexandrina” e afferma solennemente: “Il pane non è sufficiente per alimentare l’individuo, bisogna anche nutrirne lo spirito”.

Alessandria, 28 settembre 1997. Moshen Zahran è il direttore della costruenda “Bibliotheca Alexandrina”: interviene a conclusione dell’incontro internazionale “Alessandria e il dialogo tra le culture: il ruolo della Bibliotheca”, organizzato dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo e dall’Università Euroaraba Itinerante (medlab.euromedi.org/eventi/1997 /Alessandria), e ringrazia di cuore  la Fondazione per l’appoggio a questa prestigiosa iniziativa, non tanto come restauro dell’antica biblioteca incendiata durante l’invasione di Giulio Cesare, ma come sostegno ad un progetto nato per il futuro, per alimentare il dialogo e la reciproca comprensione.

Davanti al plastico che presenta l’opera in corso di costruzione, Zahran  assicura che in pochi mesi l’opera sarà conclusa. Una foto ricordo con i partecipanti all’incontro suggella un’intesa importante. Il viceministro della cultura egiziano Ghoneim ci chiede di sostenere l’Egitto non solo per questa azione ma anche per quelle in atto poste in essere dalla Fondazione e dagli organismi ad essa collegati.

Napoli, 13 dicembre 1997. Moshen Zahran interviene al II Forum Civile Euromed e coordina la sezione dedicata alle biblioteche con Mauro Giancaspro, direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli. Alla fine dei lavori Zahran presenta il progetto per la costituzione di una “Biblioteca virtuale del Mediterraneo” da istituire ad Alessandria nella Bibliotheca Alexandrina – anche quale futura sede tematica distaccata dell’Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée - e comprendente circa 9 milioni di volumi. La Fondazione Laboratorio Mediterraneo, con le sue sezioni autonome, è solidale con questo progetto dal profondo significato non solo culturale ma prevalentemente politico e sociale (medlab.euromedi.org/eventi/1997/ II Forum Civile Euromed, Sessione 6, Progetti).

Alessandria, 16 ottobre 2002. Nella città si giunge dal Cairo attraverso l’autostrada a 6 corsie che oggi è finalmente finita e perfettamente efficiente. Si inaugura ufficialmente la “Bibliotheca Alexandrina”, definita “il sole della conoscenza”. Madrina e “forza motrice” dell’evento è Suzanne Moubarak, che fin dagli anni ’80 si è adoperata per la sua realizzazione e che, finalmente, dopo lunghi percorsi burocratici e tecnici e dopo quasi un quarto di secolo, può vedere materializzarsi la rinascita dell’Antica Biblioteca d’Alessandria.

Dopo 20 secoli, grazie a un progetto da 200 milioni di dollari sponsorizzato dall’UNESCO, la nuova Bibliotheca Alexandrina si inaugura in un edificio che sovrasta la Penisola Silsilah a pochi passi dal luogo dove si trovava l’Antica Biblioteca nel Brucheion (l’antico quartiere reale).

E’ un evento dai grandi numeri: 300 invitati tra Capi di Stato e di Governo di tutto il mondo; 2700 rappresentanti di Istituzioni ed organismi internazionali, tra essi la Fondazione Laboratorio Mediterraneo con l’Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée; 800 “amici” della Biblioteca, tra cui chi scrive.

Il quotidiano “The Egyptian Gazette” titola in prima pagina: “Alessandria è di nuovo sul trono della civilizzazione mondiale”.

Una grande pietra tonda, pietra della Mecca o mappamondo, esce dalla terra di fronte al Mediterraneo, con le radici nel passato ma rivolto al futuro. È il simbolo della nuova Bibliotheca, ricostruita 2290 anni dopo che Tolomeo la creò: era un palazzo bellissimo, composto da un cortile immenso contornato da portici e con sale enormi e fastosamente decorate. Il progetto fu affidato allora a Demetrios de Phalère, filosofo e scrittore di Atene.  Oggi, a poche centinaia di metri da quel sito, sorge questo nuovo moderno edificio, una specie di cilindro di alluminio di 11 piani, di cui 4 sottoterra, con più di cento colonne a forma di loto per sostenere il tetto inclinato – attraverso cui filtra direttamente la luce del sole – decorate con il granito nero dello Zimbabwe: tutt’intorno un maestoso muro, immerso nell’acqua e contornato da papiri e rivestito con il granito di Assouan – che protegge contro il calore – su cui sono scolpiti tutti gli alfabeti del mondo. Un edificio imponente che non lascia indifferenti: anche se gli autori sono norvegesi, la concezione e la dimensione hanno un’impronta faraonica.

Il miracolo della Bibliotheca è anche il segno di un nuovo Egitto, pieno di mille voci, che si affaccia sul Mediterraneo. Ma un grande miracolo è anche la sua città: Alessandria. Il nuovo sindaco, in soli 5 anni ne ha migliorato il volto, raddoppiando il lungomare e la carreggiata sud ed attuando numerevoli interventi strutturali nell’impianto urbanistico ed architettonico, capaci di trasformare la vecchia, decadente e morta città di Durrel e Kavafis, in una moderna metropoli mediterranea dove l’antico ha il segno del presente e dove il moderno si muove con il passato, in un mix di culture e  saperi.

Alessandria, 18 ottobre 2002.Suzanne Moubarak, presidente del Consiglio della Bibliotheca, è raggiante. Concludendo una delle tante manifestazioni programmate in questi giorni di festa ad Alessandria afferma: “La Bibliotheca è una finestra del mondo sull’Egitto ed una finestra dell’Egitto sul mondo. Non è solo una biblioteca: è un vasto centro culturale che farà dell’Egitto uno degli Stati più influenti a livello culturale consentendogli di recuperare un ruolo primario ed un nuovo equilibrio culturale, proprio nel momento in cui molti intellettuali egiziani sono attratti non solo dall’Occidente ma anche da altri centri arabi come Dubai o il Kuwait”.

Il sole tramonta davanti alla Biblioteca. Una giornata storica sta per concludersi. Il direttore Sérragueddine saluta ricordando agli ospiti stranieri: “L’Alexandrina è l’unica grande istituzione culturale mondiale amministrata da un Consiglio la cui metà dei membri è di nazionalità straniera e rappresenta diverse correnti di cultura e di pensiero. Una risorsa unica per promuovere, specialmente oggi, dialogo, rispetto e tolleranza”.

Prima di lasciare la Bibliotheca attraversiamo un giardino di pietre e olivi: vengono dalla Palestina. Una targa titola questo luogo “Giardino dell’amore e della pace”.