Il Mattino Domenica 29 Dicembre 2002

INIZIATIVA DELL’ACCADEMIA DEL MEDITERRANEO-MAISON DE LA MÉDITERRANÉE OGGI NEL CASTELLO D’OTRANTO
Matvejevic, un appello per la salvaguardia del Mare Nostrum

Donatella Trotta
Un appello per la salvaguardia del Mediterraneo: «mare primario, dove le categorie di civiltà o le matrici di evoluzione al nord e al sud non si lasciano ridurre a un denominatore comune». Un accorato allarme per la tutela di un bacino contraddittorio ed eterogeneo di culture diverse «più a rischio di tutti», da salvare con «il mare stesso» e la natura dei luoghi. Una richiesta di attenzione politica preventiva sul destino della «culla d’Europa», in un momento in cui l’Unione Europea si estende senza tener conto che non può nascere un’Europa separata dal Mediterraneo, come una persona non si può formare «dopo essere stata privata della sua infanzia». Lo lancerà oggi alle 11.30, nel Castello di Otranto, l’Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée, con la propria sede di Lecce, per sensibilizzare le istituzioni europee e quelle degli Stati euromediterranei affinché si giunga ad una legislazione comune per la difesa del Mare Nostrum, a fronte di politiche marittime rudimentali da parte degli stati che si affacciano su questo mare.
L’appello, scritto da Michele Capasso (il versatile architetto fondatore e presidente dell’Accademia-Maison, con sede a Napoli in via Depretis) e dallo scrittore croato Predrag Matvejevic, vede tra i primi firmatari i ministri dell’ambiente dei principali paesi euromediterranei accanto a presidenti di Regioni e Province, sindaci dei comuni e delle città costiere, uomini di cultura e di scienza. L’immagine che oggi offre di sé il Mediterraneo - scrivono Capasso e Matvejevic - non è affatto rassicurante. Il versante settentrionale presenta un ritardo rispetto al Nord Europa, e altrettanto la sponda meridionale nei confronti di quella europea. Inoltre, il Mediterraneo ha affrontato tardi la modernità, con ripercussioni sul resto del bacino e anche su altri spazi, talvolta lontani. «I parametri con i quali al nord si osservano il presente e l’avvenire del Mediterraneo non concordano con quelli del Sud», denunciano ancora Capasso e Matvejevic; e le decisioni relative alle sorti del Mediterraneo sono prese spesso al di fuori o senza di esso: «e questo ingenera frustrazioni e fantasmi».
Di qui, undici richieste: che le rotte più importanti siano monitorate di continuo, contro il passaggio di navi dei veleni, carrette del mare e bombe ecologiche; che la convenzione internazionale «Hns» sulla responsabilità e sul risarcimento danni prodotti dal trasporto via mare di sostanze nocive sia proposta alla firma collettiva; che lo stesso sia fatto per la «Bunker Oil», sulla responsabilità di mercantili e petroliere per l’inquinamento provocato dal rovesciamento in mare di carburanti; che sia vietato il trasporto di gasolio pesante nelle petroliere a scafo singolo in tutto il Mediterraneo; che nasca un’Agenzia per la sicurezza marittima del Mediterraneo; che le convenzioni internazionali rafforzino il livello del risarcimento danni provocati dai grandi inquinamenti marittimi (almeno 1 miliardo di euro in caso di incidenti); che si introduca una legislazione internazionale valida per tutto il bacino sulla responsabilità penale dei responsabili di inquinamento marino per negligenza grave; che si impedisca la limitazione della responsabilità in caso di colpe accertate, ponendo fine al regime di immunità vigente; che sia introdotto un sistema di riconoscimento comunitario dei certificati di competenza dei marinai rilasciati fuori dell’Unione, con l’adesione di tutti gli stati del Mediterraneo all’Organizzazione Marittima internazionale (Imo); che sia un unico Ente sovranazionale a garantire la prevenzione dell’inquinamento dei mari europei e che si superi, infine, ogni possibile conflitto tra la legislazione europea, quella dei vari Stati del Mediterraneo e gli accordi internazionali per la prevenzione dell’inquinamento marittimo da navi.Non sono richieste da poco. Nelle intenzioni dei firmatari dell’appello, dovrebbero essere sottoscritte in un accordo durante un’apposita riunione dei ministri dell’ambiente dei paesi euromediterranei che l’Accademia-Maison ospiterà a Napoli.