“IL
DENARO”
4
febbraio 2003
Cresce il prestigio dell'Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée. L’organismo diretto dall’architetto Michele Capasso, ospiterà, infatti, la sede istituzionale dell’Umar, l’Union Méditerranéenne des Architectes. L’associazione, che ricomprende gli Ordini professionali degli architetti dell’area euromediterranea, nel corso dell’ultima riunione di Torino, oltre al rinnovo delle cariche istituzionali, sceglie proprio Napoli per rafforzare il dialogo tra i professionisti e per stabilire regole comuni.
di
Francesco Russo
Dopo il Consiglio d’Europa ed altre importanti
istituzioni internazionali, anche l’Union Méditerranéenne des Architectes
(Umar), sceglie Napoli come sua sede istituzionale.
L’Unione degli Ordini professionali degli architetti del Mediterraneo, infatti,
sarà ospitata dall'Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée, la
massima istituzione rappresentativa del bacino euromediterraneo ed un luogo
fisico dove promuovere stabilmente il dialogo tra società e cultura.
La scelta dell’Umar giunge nel corso dell’ultimo vertice
svoltosi a Torino per il rinnovo delle cariche. Il francese Patrice Genet è il
nuovo presidente dell’organismo, mentre il maltese David Pace assume la carica
di segretario generale.
Nata nel 1994 in Marocco, l’Unione si propone di
contribuire al miglioramento ed alla creazione di relazioni di amicizia, di
colleganza professionale e stima reciproca tra gli architetti mediterranei, senza distinzione
di nazionalità, di razza o di religione.
“L’Umar — spiega Michele Capasso, direttore generale
dell'Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée — mira soprattutto
alla creazione di regole etiche per l’esercizio della professione di architetto
comuni ai vari Paesi. Questo significa assumere atteggiamenti professionali
coerenti e omogenei di fronte a similarità professionali”.
Quando si è in presenza di oggetti architettonici di grande
rilevanza (beni monumentali, patrimonio culturale, tutela dell’ambiente,
urbanistica, periferie, centri storici), insomma, occorrono regole comuni ai
vari Ordini per far sì che non ci siano distonie, anche in considerazione
dell’unicità dello spazio mediterraneo.
“Nasce così — prosegue Capasso — l’esigenza di stabilire
una sorta di regolamento, di decalogo per l’architetto. Questa figura
professionale è paragonabile, infatti, ad un medico che deve prendersi cura di
un Mediterraneo malato a livello di patrimonio culturale, conurbazioni, periferie
degradate”.
La rete che fa capo all'Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée
è costituita da più di mille organismi che hanno aderito, sottoscrivendo lo
Statuto, non in quanto individui, ma in quanto organismi rappresentativi.
Anche l’Umar non è un’unione di singoli architetti, ma
degli Ordini professionali, organismi che ufficialmente rappresentano i
professionisti perché vengono eletti e si rinnovano democraticamente attraverso
la partecipazione di tutti gli iscritti.
“L’Unione — chiarisce Capasso -, che fino ad ora si trovava in sedi autonome ma senza rappresentatività, ha scelto l'Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée perché, in una città centrale del Mediterraneo, esiste un organismo altamente rappresentativo sia per la sua architettura istituzionale sia perché gli Stati hanno riconosciuto con delibere ufficiali che la Maison costituisce oggi il luogo più rappresentativo della cultura e del dialogo nell’area euromediterranea.