IL MATTINO
17 giugno 2004
«Una stanza tuttaper noi»
Editoria femminile, convegno con polemica
di Costanza Falanga
Una
mostra, un progetto di ricerca, un convegno internazionale di studi di genere:
sono i tre momenti clou di un’iniziativa dal titolo «A Napoli una stanza tutta
per noi» dedicata all’editoria femminile. La stanza cui si riferisce il titolo
dell’incontro è quella cui alludeva la scrittrice Virginia Woolf, «usata» nei
mesi scorsi come «logo» di una ben congegnata rassegna dallo stesso titolo,
dedicata alle scritture femminili, che si è tenuta alla libreria Guida
Merliani. E, anche in quest’ultimo caso, «la stanza» serve ad alludere al luogo
ideale in cui le donne editrici possono confrontarsi.
Per tre giorni, dunque, da domani alle 11 a domenica, all’Accademia del
Mediterraneo in via Depretis 130, le rappresentanti delle principali case
editrici italiane e docenti nelle Università dei Paesi del Mediterraneo si
confronteranno su diverse tematiche, relative all’universo femminile, grazie a
un’iniziativa della Federico II sostenuta da Provincia, Commissione Pari
opportunità, Polo delle Scienze umane e sociali, Fondazione Laboratorio
Mediterraneo, dottorato in studi di genere. La manifestazione, inaugurata dal
rettore Trombetti, vedrà la partecipazione di numerosi esponenti del mondo
accademico e istituzionale come i professori Antonio Nazzaro e Giuseppe
Cantillo, l’assessore alle pari opportunità della Provincia Angela Cortese, le
professoresse Caterina Arcidiacono, Adele Nunziante Cesaro e Annamaria Lamarra.
«L’editoria femminile è un fenomeno che in Italia ha trovato il suo momento di
crescita tra il 1985 e il 1990. Cioè nella seconda fase del femminismo, quando
il movimento ha abbandonato le piazze ed entrato nelle Università», spiega
Simona Marino, anima di questo progetto e fondatrice della casa editrice
Filema. Momenti salienti di questi tre giorni d’incontri saranno: il confronto
tra editrici, che discuteranno le ragioni della loro scelta di essere editori
al femminile, i rapporti internazionali, i progetti futuri e le difficoltà che
incontrano, soprattutto per i diritti d’autore sulle opere. Un secondo momento
è il convegno internazionale di studi di genere con la partecipazione di donne
che lavorano nelle istituzioni del Mediterraneo, tra cui Mona Khalaf,
direttrice dell’Istituto di studi femminili nel mondo arabo presso l’università
Libanese in America, Anastasia Lada dell’università di Atene e Marie-Hélèn
Laforest dell’Archivio delle donne de L’Orientale di Napoli.
Attraverso il convegno si cerca di dare al dottorato di studi di genere,
attivato alla Federico II, un’internazionalizzazione. Ma non si prevede che
l’evento si fermi qui. Convegno e mostra sono, infatti, la prima tappa di un
percorso che prevede un appuntamento annuale con l’editoria al femminile,
connotato sempre da una mostra-mercato e da un incontro a più voci che vedrà a
confronto donne che lavorano per le donne. E se si chiede a Simona Marino se
non crede che le più giovani generazioni di donne possano sentirsi estranee ad iniziative
del genere, la risposta è immediata: «Il compito è proprio cercare di
coinvolgerle in questo tipo di eventi ed attivare, anche nelle più giovani, una
sensibilità per le tematiche tipiche del mondo femminile che non è fatto solo
di Veline».
Ma non mancano le polemiche: «Stupisce leggere, nel programma ”le editrici si
raccontano”, che l’elenco delle editrici è in gran parte maschile, oltre che
casuale e con diverse assenze ingiustificate», denuncia Nietta Caridei delle
edizioni D’If che non sarà presente perché contattata, dice, frettolosamente e
in ritardo. «L’esclusione di una casa editrice come la D’If - continua Caridei
-, a cui è ormai riconosciuto il carattere sperimentale e di ricerca, al di là
del legittimo sconcerto e irritazione dell’editrice, rivela a mio avviso la
natura approssimativa, pasticciata, ad personam di un’iniziativa che, pur
impegnando danaro pubblico, si è presa la responsabilità di decidere chi nella
“stanza” ci deve stare e chi no. Un vero peccato, per una bella occasione perduta».