29 giugno 2004
di Paolo Mainiero
GERUSALEMME. Al capolinea di una strada di curve c’è il chek point. I controlli dei militari israeliani sono rigidi. C’è tensione dopo l’attentato dell’altra sera a Gaza e di ieri mattina a Sderota. Ramallah è in fondo, se ne distingue da lontano la sagoma sofferente. Arrivando da Gerusalemme, poco meno di trenta chilometri, si scorgono tutti i segni di una guerra che in questa striscia di terra è cosa seria e vera. Altro che la guerra dei rifiuti. Qui i bambini non occupano i binari, imbracciano fucili.
I bambini, appunto. Se Bassolino
ha deciso di partire mentre l’Italia si fermava Montecorvino Rovella è stato
solo per loro. A Ramallah, territorio palestinese rioccupato da Israele due
anni fa, di bambini bisognosi di aiuto, malati, soffrenti, se ne incontrano a
decine. Molti si trascinano sui corpi i segni della guerra.
Per questi bambini la Campania
ha un progetto, ambizioso, partito un po’ per caso, anni fa, per iniziativa di
un medico, ma che la Regione, per quel ruolo centrale che Napoli vuole svolgere
nel Mediterraneo, ha voluto sposare e sostenere. Il medico è il professore
Carlo Vosa, primario di cardiochirurgia del Monadi, che da anni cura e segue i
bambini palestinesi cardiopatici. Molti di loro sono stati curati a Napoli. A
uno di essi, Amhed, fu trapiantato di cuore.
Vosa ogni due mesi è a Ramallah.
In due giorni, a Nablus, la sua équipe ha visitato quaranta bambini. Un
progetto, dunque. In un edificio circondato da un muro di cemento, protetto da
militari palestinesi, finestre blindate, vive da due anni, asserragliato perché
gli israeliani gli impediscono di uscire, Yasser Arafat. Il presidente
dell’Autorità nazionale palestinese riceve Bassolino nel suo quartier generale.
Con loro anche il professore Vosa.
Ad Arafat il presidente della
Regione spiega come la Campania intende aiutare i piccoli palestinesi. La
Regione, d’accordo con l’équipe di Vosa, creerà due centri per i bambini
cardiopatici, uno a Ramallah, l’altro a Gaza. Non solo.
Per evitare i piccoli i viaggi
della speranza e il distacco dai genitori, il professore Vosa formerà sia a
Ramallah che a Gaza medici palestinesi specializzati in cardiochirurgia. “Grazie - ha detto alla fine dell’incontro Arafat –
per l’aiuto che date ai nostri bambini. Speriamo che un domani possano vivere
nella pace”. Intanto, dal 15 al 30 luglio prossimi trenta bambini palestinesi
trascorreranno la vacanze estive tra Policastro e Napoli.
La pace. A Ramallah, Bassolino è
giunto dopo aver incontrato a Tel Aviv Simon Peres. Sia con il leader storico
del partito laburista sia con Arafat, il governatore ha parlato della crisi
meridionale e dello sforzo che tutti, a partire dalla comunità internazionale,
devono fare per portare la Pace in Medio Oriente. In questo contesto, la
Campania cerca di fare la sua piccola parte. La Regione e la Città della
Scienza di Napoli hanno aderito al progetto, che ha già avuto l’adesione
dell’Unesco e dell’Ecsite, per creare a Gerusalemme un Museo Nazionale
palestinese della scienza. Di questa iniziativa Bassolino ha parlato anche ieri
ad Arafat. Con Peres, invece, si è riparlato della proposta, fatta tempo fa
proprio dall’ex premier israeliano, di una conferenza delle città portuali del
Mediterraneo.
Bassolino ne parlerà al rientro
in Italia con il Ministro degli Esteri Franco Frattini. Nel Frattempo, ha
proposto Napoli come sede della conferenza.
Oggi, ultima tappa del viaggio
del governatore. Il presidente della Regione sarà in Libano. A Beirut,
incontrerà le autorità di governo e gli esponenti del mondo accademico.