26 ottobre 2004
La “Maison de la Méditerranée”
di Napoli ha inaugurato ieri un nuovo corso che ne proiettava l’attività
dall’ambito cittadino a quello internazionale. E lo ha fatto in un incontro su
“Islam tra tradizione e modernità: il ruolo delle donne e dei media ”, nel
corso del quale è stato presentato anche il nuovo segretario della fondazione,
Walter Schwimmer. Segretario generale del Consiglio d’Europa fino a due mesi
fa, Schwimmer ha illustrato le linee programmatiche della fondazione che sono
riassumibili in una parola, dialogo: “L’esempio viene proprio dal Consiglio
d’Europa – ha detto – del quale per la prima volta parlò Winston Churchill nel
1943, in un messaggio alla radio. Churchill fu lungimirante a parlare di
dialogo tra tutti i paesi europei, includendo anche i tedeschi, in quel momento
nemici. E così è stato. Oggi in Europa regna l’accordo e la pace. L’esempio del
Consiglio d’Europa può valere anche per il resto del mondo globalizzato.
Bisogna gettare il ponte del dialogo con quelli che oggi sembrano nemici….”. E
il riferimento è all’Islam, naturalmente. Del quale ha parlato soprattutto John
Esposito, professore degli Studi islamici alla Georgetown University che da
ieri fa parte del comitato scientifico della fondazione. Un “colpaccio” per la
Maison che è riuscita a far ritornare lo studioso di origini campane (la
famigli è di Vico Equense, né l’accento del cognome, Esposito, riesce a
dissimularne le origini). “Si tratta di una collaborazione che supporta il
ruolo della Maison, definita dall’Unione Europea “Antenna europea” e “Capofila
della rete italiana” della Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le
culture Anna Lindh”, ha detto il Professore Fabio Petito, curatore di un ciclo
di seminari che per la prima volta porteranno a Napoli i maggiori studiosi
dell’Islam, tra cui Fred Halliday (London School of Economics, in città il 3
novembre), Cristopher Hill (Cambridge University, 16 febbraio) ed altri. Il
corso sarà aperto il 3 novembre prossimo alle 17, nella Maison in Via Depretis,
parlerà “Islam e democrazia nel Mediterraneo”. Intanto, ieri, lo studioso ha
anticipato alcuni nuclei della discussione che verterà soprattutto sulla
storica vicinanza tra Islam e mediterraneo. “Una vicinanza data non solo dai
rapporti di contrasto (crociate e colonialismo), ma anche da contatti
commerciali tra le due civiltà, nei quali il Sud d’Italia ha sempre avuto un
ruolo privilegiato. Ora che l’Islam è la seconda religione del mondo (presente
anche negli Usa, più di quanto si pensi) di fronte a noi abbiamo solo due
possibilità : quella del dialogo e quella della contrapposizione”
E se dopo l’11 settembre quest’ultima sembra prevalere bisogna cercare di far prevalere le ragioni dell’altra. E questo discorso può partire soprattutto da Napoli dove c’è l’università Orientale e ora la Maison, organismi culturali elettivi per questo nostro progetto”. All’incontro, aperto dal presidente della Maison Michele Capasso, hanno partecipato anche Claudio Azzolini, Ismail Alaoui, direttore del quotidiano “Al Bayane” del Marocco, la scrittrice Bouchra Boulouiz e Francesca Corrao dell’Istituto Orientale.