COMUNICATO STAMPA
Napoli, 1 aprile 2004
Al Cnel il Forum del dialogo sociale euromediterraneo
"Rilanciare la cooperazione euromediterranea è fondamentale
per costruire uno spazio condiviso di pace, stabilità e prosperità,
in un´area che per millenni ha avuto una storia politica,
culturale ed economica comune. La costruzione di uno spazio di pace,
libertà e democrazia è possibile, ma può essere
stabile e credibile solo se accompagnata dalla diminuzione dei divari
economici e sociali esistenti". Con queste parole la vicepresidente
del Cnel, Francesca Santoro, ha aperto oggi a Villa Lubin il Forum
del dialogo sociale euro-mediterraneo, organizzato in collaborazione
con l´Imed (Istituto per il Mediterraneo). "Questo forum
- ha proseguito la Santoro - conclude un progetto ambizioso, al
quale hanno contribuito numerosi rappresentanti delle istituzioni
e delle forze sociali. Da tempo anche il Cnel è impegnato
per lo sviluppo del dialogo sociale e per la ripresa di una particolare
forma, quella della concertazione tripartita, che vede l´Italia
all´avanguardia e che negli anni passati ha consentito di
raggiungere risultati importanti nella costruzione di un quadro
condiviso di obiettivi e strategie da perseguire. Proprio i Consigli
economici e sociali europei - ha sottolineato - possono giocare
un ruolo rilevante per l´avanzamento del dialogo sociale nell´area
euromediterranea. E´, infatti, interesse dell´Unione
europea, e dell´Italia in particolare, diventare uno spazio
economico e politico più ampio possibile. In quest´ottica
- ha concluso la vicepresidente del Cnel - appare preziosa la proposta
di realizzare un Patto di cittadinanza sociale euromediterranea
e una piattaforma di azioni, basate su valori comuni, da mettere
in campo attraverso il partenariato". Durante il Forum sono
stati presentati i risultati del progetto ´Dialogo sociale
e sistemi sociali´, promosso dal Comitato economico e sociale
europeo e dai Consigli economici e sociali euro-mediterranei, coordinato
dall´Imed e finanziato dalla Commissione europea nell´ambito
del programma Meda. E´ la prima iniziativa del genere che
coinvolge i Paesi mediterranei firmatari della dichiarazione di
Barcellona. Per promuovere il dialogo sociale nell´area, è
stata inoltre proposta una piattaforma sociale euromediterranea,
fondata su tre pilastri. Innanzitutto, la definizione di un corpo
di regole sociali comuni all´intera area, a partire da un
nucleo di diritti sociali fondamentali, attraverso un "Patto
per una cittadinanza sociale euro-mediterranea". In secondo
luogo, occorre definire un piano d´azione sociale euromediterraneo,
con l´obiettivo di sostenere le volontà nazionali,
creando un Osservatorio per il monitoraggio dei diversi sistemi
sociali, con il compito di realizzare una banca dati e una rete
informativa. Infine, si intende sviluppare il dialogo sociale a
livello euromediterraneo, promuovendo con il partenariato pareri
e accordi, che dovranno essere recepiti dai governi nazionali e
dall´Unione europea. La piattaforma sarà trasmessa
sotto forma di raccomandazione ai Paesi del partenariato euromediterraneo.
Nella prima giornata del Forum sono intervenuti, tra gli altri,
anche Riccardo Sessa (direttore generale per i Paesi del Mediterraneo
del ministero degli Affari esteri), Giancarlo D´Alessandro
(assessore ai Lavori pubblici del Comune di Roma e presidente di
´Cantiere Europa´), Gisela Von Buxhoeveden (Commissione
europea), Andrea Amato (presidente Imed) e Philippe Auvergnon (coordinatore
scientifico del progetto), oltre ai rappresentanti delle parti sociali
italiane e internazionali. I lavori proseguiranno nel pomeriggio
con le sessioni tematiche e domani, alle 9, con gli approfondimenti
sulle relazioni industriali e sulle organizzazioni rappresentative
degli interessi economici e sociali e con la tavola rotonda sulla
piattaforma sociale euromediterranea, coordinata da Giacomina Cassina
(presidente Comitato Euromed - Cese). Dopo l´approvazione
della raccomandazione finale, sono previste, alle 17, le conclusioni
di Raymon Obiols Germa (vicepresidente del Parlamento europeo) e
di Roger Briesch (presidente del Comitato economico e sociale europeo).
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