COMUNICATO STAMPA
Napoli, 4 gennaio 2002
V EDIZIONE
PREMIO MEDITERRANEO
1. LE PRECEDENTI EDIZIONI
Il Premio Mediterraneo è stato istituito dalla Fondazione
Laboratorio Mediterraneo.
" Il Premio "Mediterraneo di Pace", è stato
assegnato a Napoli nel 1998 al presidente della Repubblica di Macedonia
Kiro Gligorov, nel 1999 a re Hussein di Giordania, nel 2000 a re
Hassan II del Marocco e nel 2001 a Leah Rabin.
" Il Premio "Mediterraneo di Cultura", è stato
assegnato a Napoli nel 1998 a re Juan Carlos I di Spagna, nel 1999
al ministro Lamberto Dini, nel 2000 alla Repubblica di Malta e nel
2001 al Cardinale Roger Etchegaray.
" Il Premio "Mediterraneo d'Arte", è stato
assegnato a Napoli nel 2001 ai cantanti Noah e Nabil.
2.L'EDIZIONE 2002
" Il Premio "Mediterraneo di Pace e Cultura", è
assegnato alla memoria dei giornalisti Maria Grazia Cutuli e Julio
Fuentes, di recente assassinati in Afghanistan. Ritirano il premio
Monica Garcia (moglie di Julio Fuentes) e Donata Cutuli (sorella
di Maria Grazia Cutuli).
" Il Premio "Mediterraneo d'Arte", è assegnato
a Moni Ovadia. Ritira il premio l'artista.
" Il Premio speciale "Mediterraneo Diplomazia", è
assegnato a Paolo Pucci di Benisichi (Ambasciatore d'Italia in Spagna)
e a Nehad Abdel Latif (Ambasciatore d'Egitto in Italia). Ritirano
il premio i 2 ambasciatori.
" Il Premio speciale "Mediterraneo Informazione",
è assegnato ai quotidiani "El Mundo" e "Corriere
della Sera" ed al giornalista Vittorio Nisticò. Ritirano
il premio Ferruccio de Bortoli, Pedro J.Ramirez e Vittorio Nisticò.
" Il Premio speciale "Mediterraneo Istituzioni",
è assegnato a Antonio Bassolino (Presidente della Regione
Campania). Ritira il premio il Presidente Bassolino.
" Il Premio speciale "Delfino d'Argento", è
assegnato alla memoria di Paolo Bufalini e Marcello Gigante (Membri
fondatori dell'Accademia del Mediterraneo). Ritirano il premio le
mogli Maria Bufalini e Valeria Lanzara.
3. L'EVENTO
L'evento si svolge venerdì 4 gennaio 2002 alle ore 17.00
presso il Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli (Piazza
del Plebiscito). In questa occasione:
" sarà presentato in anteprima l'Inno del Mediterraneo,
composto da M. Betta, accettato dai vari Paesi ed eseguito dal Coro
e dall'Orchestra Polifonica dell'Accademia Musicale "Enrico
Caruso".
" sarà presentata la Maison de la Méditerranée,
istituzione altamente rappresentativa dei Paesi euromediterranei
che avrà sede a Napoli.
" sarà costituita la sezione "classicista"
della Biblioteca del Mediterraneo, intitolata a Marcello Gigante.
4. LE MOTIVAZIONI
" Premio Mediterraneo di pace e di cultura 2002"
alla memoria di Maria Grazia Cutuli e Julio Fuentes
La guerra. Groviglio di torti e passioni, di infamie e grandezze.
Come uno strappo nel tessuto che a stento millennio dopo millennio
dal primo lontano antenato agli albori di quella riflessione e coscienza
che pose regole e leggi a frenare l'istinto, reprimere l'egoismo,
invenire una concezione del bene, legare nel mutuo ausilio con valori
generali e comuni e ci ha reso meno transeunti nel gran mare dell'essere
per la traccia che vi persiste, si rinnova nel presente, perpetua
nel futuro e segna un'identità più alta di quella
biologica.
Uno strappo in cui nella lotta di forza contro forza la civiltà
tragicamente costruita si fa come incerta e a momenti vacilla.
E loro là, i corrispondenti di guerra, senza odio né
parte, a testimoniare coraggi e viltà, esempi di compassione
o di abusi, di generosità e di bassezze, senza pregiudizio
alla ricerca di quella verità che ciascuno dei contendi travisa.
Là per fondare su quella verità una migliore comprensione
degli uni e degli altri, delle sofferenze di chi gli uni e gli altri
subisce, mettere in questione le certezze opposte e gettare le basi
di un nuovo intendimento che ponga fine alle ostilità, stabilisca
una nuova pace, possibilmente più giusta. Per questa comprensione,
per questo futuro migliore e più umano, là: tenaci,
senza risparmio, senza fuga dal rischio. Senza appoggio, se non
quello lontano dei giornali che li hanno inviati a una missione
più difficile del combattimento, quasi sempre più
oscura. Là, inermi tra gli armati, sereni tra le passioni,
arditi senza baldanze, determinati più dei combattenti. Là,
sempre un passo più avanti e dove la lotta è accesa,
convinti e decisi. Fino al sacrificio come Maria Grazia Cutuli e
Julio Fuentes di cui ci riportano i corpi mutilati e il telefonino
spezzato.
Non si è spezzata la loro voce che qui raccogliamo, il loro
messaggio che qui ripetiamo nel loro nome.
" Premio Mediterraneo d'Arte 2002"
a Moni Ovadia
La ricerca di novità nella vita, nel costume e nel pensiero,
che è stata la forza dinamica dell'Occidente dal suo primo
costituirsi, si è accelerata freneticamente nella "modernità".
Sulle società che hanno continuato con stretto rigore le
loro tradizioni nei concetti e nel costume come nei modi dell'ordine
sociale e perfino nelle forme dell'arte, della letteratura e della
lingua, la "modernità" porta con il suo impatto
una turbolenza che, a differenza di invasioni e di guerre improvvisamente
sconvolgitrici ma rapide a calmarsi, difficilmente si acquieta poiché
la "modernità" si confronta violentemente con convinzioni
e abitudini, stravolge economie stabilite, impone la rottura di
quel tessuto in cui ciascuno è racchiuso ma sicuro, bloccato
ma stabile, proscioglie l'individuo e lo spinge verso prospettive
lanciate sul nulla.
Rottura profonda, impreparata e imprevista, generatrice di speranze
che disattende, portatrice di un messaggio illeggibile. In tutto
il mondo non Occidentale, particolarmente in quello Islamico che
non vi ritrova neppure le promesse della filosofia greca onde l'Occidente
s'è nutrito e che lo stesso Islam gli aveva in parte restituito
con la sua falsafa, le conseguenze dell'impatto sono travolgenti,
suscitano opposizioni che si abbarbicano rigidamente al passato.
In tanta preclusione e violenza difficile è il compito di
chi cerca di aprire una comprensione reciproca e instaurare un dialogo.
A questo compito Moni Ovadia ha dedicato, con lo slancio e la passione
dell'arte, un'opera assidua di ricerca e di invenzione che ha fatto
rivivere in maniera originale canti arabi e sefarditi del XIII e
XIV secolo, rievocando le comune radici di quelle culture che oggi
sono assunte a motivo di affrontamento da popoli i quali invece
non possono avere la loro rinascita se non in una nuova collaborazione
e armonia.
" Premio Speciale Mediterraneo Diplomazia 2002"
Nehad Abdel Latif
Ambasciatore d'Egitto in Italia.
Con lunga e paziente opera ha costruito, anno dopo anno, un solido
lungo dialogo tra l'Italia e l'Egitto come base di una più
alta e profonda mutua conoscenza delle società che si raffrontano
sulle diverse sponde del Mediterraneo. Infaticabilmente ha fatto
conoscere i differenti aspetti delle culture che nei millenni si
sono susseguite in Egitto e contribuito a dare una dimensione più
ricca e profonda al partenariato euromediterraneo.
Paolo Pucci di Benisichi
Ambasciatore d'Italia in Spagna.
Ritessendo la storia comune e così strettamente intricata
di due culture e due popoli, ha dato alla sua opera accorta e dedicata,
in questo momento in cui Spagna e Italia si succederanno alla guida
dell'Unione Europea, una profondità ed incidenza capace di
rinsaldare le comuni vedute e la comune opera, contribuendo in questo
modo a fondare, su salde radici culturali, il Processo di Barcellona
per il partenariato euromediterraneo.
" Premio Speciale Mediterraneo Informazione 2002"
Corriere della Sera (Italia)
Nella tradizione degli Albertini il Corriere della Sera ha saputo
mantenere un equilibrio tra le opposte passioni e le ideologie contrastanti
al fine di rappresentare gli eventi in quella luce più obiettiva
che non solo aiuta a meglio comprenderli ma anche permette di inquadrarli
in una riflessione costruttiva.
A questa finalità, per la quale gli inviati speciali hanno
percorso il mondo e talvolta senza ritorno, la redazione non ha
meno contribuito con il suo lavoro assiduo, paziente, più
corale e più anonimo.
El Mundo (Spagna)
Il giornalismo è diventato un nostro bisogno essenziale.
Contiene, tra l'altro, sforzo e sacrificio. Il sacrificio va talvolta
fino in fondo e merita il nostro più profondo ricono-scimento.
Questo Premio a "El Mundo" è l'espressione dell'apprezzamento
per un giornale che, con il recente sacrificio di Julio Fuentes,
ha dimostrato quanto sia difficile assolvere ad un'esigenza prioritaria
del nostro mondo: essere informati, che vuol dire soprattutto essere
coscienti nella trasparenza.
Vittorio Nisticò (Italia)
Il giornalismo segue e racconta gli eventi quotidiani e storici.
E' raro che un giornale si inserisca nella storia stessa e ne diventi
parte integrante.
Ciò è accaduto a "L'Ora", prestigioso giornale
di Palermo e dell'Italia, durante la lunga stagione in cui era diretto
da Vittorio Nisticò.
E' un esempio nella storia del giornalismo italiano e mediterraneo.
Con il recente libro "Accadeva in Sicilia: gli anni ruggenti
dell'ora di Palermo", edito da Sellerio, Nisticò fornisce
una testimonianza convincente su una tormentata stagione della nostra
storia recente.
" Premio Speciale Mediterraneo Istituzioni 2002"
Ad Antonio Bassolino
Nell'assumere il Governo della Regione Campania, Antonio Bassolino
ha istituito un Assessorato per i Rapporti con i Paesi del Mediterraneo.
Un simbolo e un monito prima ancora che uno strumento di scambi
e di intese. Simbolo e monito di una politica che ha preso coscienza
della svolta del millennio e sentito che Napoli, la Campania e l'Italia
stessa non hanno avvenire fuori del tessuto in cui nei secoli s'è
costruita tra scontri ed incontri, scambi e commistioni, una grande
e specifica unità euromediterranea alla quale l'Europa intera
deve tornare a rivolgersi per rinvigorire e sviluppare i valori
su cui ha costruito la propria identità e che sono sorti
dalle sintesi succedutesi nel Mediterraneo. Ma anche un atto concreto
che invera la tradizione secolare di una Regione che nel Mediterraneo
sta al centro e non può riacquistare il significato internazionale
che ha avuto nei migliori momenti del suo passato se di questo centro
geografico non fa un centro politico e culturale. Anzitutto un centro
di comprensione e di intesa, che Antonio Bassolino ha voluto significare
proponendo, tra l'altro, l'erezione di una Moschea per affermare
il mutuo rispetto anche delle differenti coscienze storiche. Poi
e soprattutto ponendo a Napoli la sede della "Casa comune"
dove tutti i popoli del Mediterraneo trovano la loro rappresentanza
e la loro espressione. Questa casa, la Maison de la Méditerranée,
è il passo indispensabile per arrivare in futuro ad un Mediterraneo
pacificato e a quella integrazione euromediterranea che oggi pare
un miraggio come verso la metà del XX° secolo appariva
visionaria l'Unità Europea.
Antonio Bassolino ha saputo comprendere la forza di questa nuova
visione e attraverso di essa dare un'alta statura alla politica
regionale anticipando la linea che sola potrà portare l'Italia
al suo giusto posto nel concerto delle Nazioni che su questo mare
si affacciano.
"Delfino d'Argento 2002"
alla memoria di Paolo Bufalini
La storia ha conosciuto più di una personalità che,
pur non avendo avuto una ribalta mediatica, ebbero un ruolo straordinario
nelle vicende politiche che segnano la vita di uno Stato. Paolo
Bufalini fa parte di questa galleria: per il contributo dato negli
anni '30 per la costituzione di uno dei gruppi antifascisti, quello
romano, più significativi e attivi anche perché radunò
giovani intellettuali che ebbero poi una parte importante nella
scena politica e intellettuale del dopoguerra, per il contributo
dato alla resistenza degli italiani in Jugoslavia; come animatore,
dopo la liberazione, del Movimento Autonomista e Meridiona-lista,
in Sicilia e nel Sud, nella lotta per la riforma agraria e la modernizzazione
del Paese; come mente forte e saggia nell'opera di rinnovamento
del P.C.I., dell'unità della sinistra, delle convergenze
tra tutte le forze democratiche. Temi tutti affrontati con una visione
alta della politica, superando sempre i confini classe e di partito,
con una visione di statista cavouriano. In questo quadro va collocata
l'opera eccezionale compiuta da Bufalini nel delineare una politica
estera di distensione, di comprensione delle ragioni dell'altro,
di amicizia con e tra i popoli del Mediterraneo; l'intensa attività
volta a garantire la pace religiosa, a migliorare i rapporti tra
lo Stato Italiano e il Vaticano lavorando al rinnovo del Concordato.
E lo fece da laico, convinto che solo la laicità dello Stato
e il rispetto della coscienza religiosa di ciascuno e delle comunità
possano sconfiggere quei fondamenta-lismi che hanno insanguinato
il mondo da secoli, sino ad oggi. Bufalini fu anche un serio studioso
di greco e latino e traduttore attento e acuto di Orazio, dicendo
così a noi tutti che l'intreccio tra cultura e politica è
vitale e necessario per rendere nobile ed efficace l'impegno pubblico,
per rendere migliore il proprio paese e la conoscenza tra i popoli.
"Delfino d'Argento 2002"
alla memoria di Marcello Gigante
Nell'epoca di trasformazione che si avvia dopo la seconda guerra
mondiale, Marcello Gigante, come a suo tempo il Carducci, ha dato
voce al rapporto tra cultura antica e coscienza moderna. Rimeditando
il testo erodoteo ha interpretato le linee storiche del mondo classico
nel segno del Nomos Basileus, la sovranità della legge. Traduttore
di Diogene Laerzio e Direttore delle collane "La Scuola di
Platone" e "La scuola di Epicuro", ha approfondito
lo studio della filosofia antica in particolare di Epicureo e Filodemo
di Gadara, attraverso lo studio dei papiri ercolanesi. Al rapporto
fra antico e moderno sono dedicati i saggi su Leopardi, Settembrini,
Quasimodo e la cultura classica fra Otto e Novecento. E' stato redattore
della "Parola del Passato", direttore degli "Studi
di Filologia Classica", Presidente nazionale dell'Associazione
Italiana di Cultura Classica.
Le sue pubblicazioni, che superano il numero di 700, hanno sempre
apportato scorci e vedute di grande significato.
Fra le opere ricordiamo "Le Elleniche di Ossirinco", "Nomos
Basileus", "Civiltà delle forme letterarie nell'antica
Pompei", "Classico e mediazione".
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