UN FATTORE CHIAVE DELLE RELAZIONI EUROMEDITERRANEE

 

Nel corso della storia, le migrazioni hanno sempre favorito l'interscambio e la rinascita delle società. Per molto tempo nel Mediterraneo questi flussi umani si sono diretti da nord a sud. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i movimenti si sono invertiti, contribuendo in larga misura alla crescita economica dei paesi europei. L'ultima crisi ha provocato la comparsa di comportamenti e discorsi xenofobi che hanno trasformato l'emigrante in una vittima del malessere del nord.

Questo foro di lavoro sulle migrazioni è nato con l'obiettivo di mettere in risalto le caratteristiche e le potenzialità dell'immigrazione nell'ambito economico, culturale e sociale. L'obiettivo principale era quello di contribuire al miglioramento della comprensione da parte dei cittadini europei incaricati di prendere decisioni in merito, perché, in molti casi, le migrazioni vengono associate al verificarsi di disordini.

Più di sei milioni di persone provenienti dai Paesi Terzi Mediterranei (PTM), si sono stabilite nei paesi dell'Unione Europea, nella maggior parte dei casi in modo permanente. Alcuni di questi emigranti hanno definitivamente messo radici in territorio europeo. I loro discendenti sono francesi, belgi e, in misura minore - date le difficoltà per venire in possesso di tali nazionalità -, tedeschi o olandesi. Nonostante gli ostacoli burocratici che limitano  la mobilità delle persone, nuovi fenomeni e comportamenti alimentano i flussi migratori dal sud verso il nord del Mediterraneo. I movimenti pendolari si dirigono verso la zona della libera circolazione dei beni e  dei mercati di approvvigionamento più o meno corrispondenti.

Si registrano fatti significativi, come il maggior numero di donne o l'incremento nel livello di formazione degli aspiranti emigrati. Questo aspetto evidenzia l'incapacità da parte del mercato del lavoro locale ad assorbire i quadri tecnici ed i laureati che vengono fuori,  tra l'altro, da un sistema educativo in profondo cambiamento. Queste circostanze sono più evidenti nei paesi europei, come la Spagna o l'Italia, che fino a poco tempo fa erano territori di emigrazione e adesso devono affrontare il problema dell'accoglienza delle popolazioni straniere.

Le migrazioni appaiono, dunque, come una componente fondamentale delle relazioni euromediterranee; una componente che è tanto più importante perché non si tratta soltanto dell'inevitabile conseguenza delle differenze nord-sud, ma del ruolo attivo delle migrazioni nel sistema di interscambio transmediterraneo. Alcuni studi recenti hanno misurato l'impatto che i movimenti finanziari degli emigranti hanno sull'economia e sulla società dei paesi di origine. Sono state sottolineate alcune esperienze significative nelle quali gli emigranti diventano i veri attori dell'interscambio culturale ed economico. Questa volontà, che l'emigrante manifesta, di svolgere un ruolo attivo nella cooperazione e nello sviluppo congiunto con il paese di origine è sempre più comune in Europa.

La Conferenza di Barcellona riconosce il ruolo importante delle migrazioni internazionali. Sottolinea la necessità di aumentare la cooperazione per ridurre la pressione migratoria servendosi, tra l'altro, di programmi di formazione professionale e di assistenza per la creazione di posti di lavoro. Il fine è quello di osservare e migliorare le condizioni di vita degli emigranti e degli espatriati che si sono stabiliti nel territorio della UE. Allo stesso modo, i membri dell'Unione Europea si impegnano a riammettere i propri cittadini che provengono da altri paesi. Ad ogni modo, pur riconoscendo l'importanza dei flussi migratori a tutti i livelli, la Dichiarazione di Barcellona vincola la trattazione del tema ai suoi aspetti illegali che sono, fondamentalmente, problemi di sicurezza quali il terrorismo, il traffico di droga o il crimine organizzato.

Il Forum Civil Euromed, come portavoce della società civile, nel suo programma mette in risalto l'importanza della cooperazione e la ricchezza sociale, culturale ed economica derivante dalle migrazioni. Le riflessioni di questo foro di lavoro sottolineano  l'importanza del progetto migratorio e il ruolo degli emigranti come nuovi attori della cooperazione decentralizzata.