SESSIONE PRIMA: LE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE COME STRUMENTO DI INTEGRAZIONE REGIONALE

 

L'energia ha una funzione preminente negli scambi commerciali intramediterranei. Il traffico di prodotti energetici in tutto il Mediterraneo, unitamente alla crescita della domanda, determina il bisogno di investimenti urgenti nelle infrastrutture energetiche della regione. La Conferenza che si è svolta a Il Cairo nel 1995 ha stimato che l'investimento necessario nei prossimi venticinque anni sarà nell'ordine di 250.000 milioni di dollari USA (192.300 milioni di Ecu), destinati a infrastrutture di produzione, trasporto e distribuzione di energia. Questa cifra implicherebbe di stornare, per tutti questi anni, il 12% del PIL dei PSEM soltanto a favore delle infrastrutture energetiche.

La costruzione di nuove infrastrutture di interconnessione energetica, sia quelle di combustibili fossili sia quelle di energia elettrica, permetterà di incrementare gli scambi in entrambi i sensi. Parallelamente, bisognerà sfruttare la costruzione di queste grandi infrastrutture per facilitare la loro conversione in strumenti di integrazione che porterebbero allo sviluppo socioeconomico locale e, in definitiva, al consolidamento o alla legittimazione umana e sociologica delle grandi iniziative imprenditoriali. E' possibile creare nel Mediterraneo un anello energetico capace di assicurare e diversificare il rifornimento energetico a tutta la regione. Allo stesso tempo, bisognerà disporre di un sistema di finanziamento adeguato per sviluppare questi investimenti. I principali assi di interconnessione energetica nell'area (linee elettriche, gasdotti, oleodotti) sono tre: lo stretto di Gibilterra (Spagna-Marocco), il canale di Sicilia e lo stretto di Messina (Italia-Tunisia) e i Dardanelli (Turchia e i Balcani).

Nei paesi mediterranei dell'Unione Europea, il tasso di elettrificazione è superiore al 95%, mentre nei PSEM oscilla tra un 50% e un 90%. In sintonia con quanto si è affermato alla Conferenza del Cairo, la crescita della popolazione e le esigenze del progresso faranno sì che la domanda di energia elettrica nei PSEM si triplicherà nel corso dei prossimi venticinque anni.

Le grandi infrastrutture energetiche dovranno essere completate, infatti, mediante l'estensione di reti energetiche decentralizzate

 

Fig. 11.2 CONSUMO ENERGETICO PRO CAPITE E TASSO DI ELETTRIFICAZIONE NEI PAESI DEL MEDITERRANEO                           1994

 

In questo modo si darà il via alla collaborazione tra le piccole e medie imprese di tutto il Mediterraneo, sarà migliorato notevolmente il livello di vita delle aree meno favorite della regione e si darà impulso all'estensione delle energie rinnovabili nell'area. In ogni caso, ci sarà bisogno di uno sforzo notevole per la formazione di tecnici dell'energia e per la diffusione tra i consumatori delle misure per l'efficienza energetica.

Numerosi interventi dei partecipanti hanno segnalato il bisogno urgente di elaborare progetti concreti atti a conseguire risultati pratici. A tale scopo, bisogna creare gli strumenti adatti. Da questo punto di vista, il foro segna l'inizio di una nuova tappa a carattere decisamente operativo, con un piano di azione specifico. Questa sessione ha identificato una serie di priorità, definendo i seguenti campi di cooperazione euromediterranea:

 

     Il miglioramento, l'interconnessione e l'estensione delle reti di produzione, trasformazione e distribuzione energetica, di fronte all'aumento della domanda di energia tra i popoli mediterranei.

     La promozione dell'efficienza energetica e il suo inserimento nelle politiche nazionali ed internazionali del Mediterraneo.

     Il sostegno alle azioni per la convergenza dei quadri istituzionali e normativi in materia energetica ed ambientale.

 

Dopo aver indicato i campi di cooperazione in materia di energia ed ambiente, il foro è passato ad esaminare i progetti globali e di impostazione, da un lato, e i progetti concreti in settori molto specifici, dall'altro:

 

     Appoggio e potenziamento deciso per le opere di connessione energetica Magreb-Europa, attraverso lo stretto di Gibilterra. Sfruttamento di queste infrastrutture per lo sviluppo e per la strutturazione sociale ed economica del Mediterraneo.

     Creazione di una rete mediterranea che divenga uno strumento pratico di appoggio per le operazioni di trasferimento tecnologico; identificazione di soci imprenditori o di tecnologie per progetti concreti, individuazione di esperti, formazione, diffusione, informazione sui progetti-tipo, etc. Tutto ciò sulla base delle attuali tecnologie dell'informazione.

     Ideazione e promozione di misure di sostegno, come un fondo di garanzia per la copertura dei rischi abbinati agli investimenti in progetti energetici, o un fondo finanziario specifico destinato, per esempio, alla elettrificazione delle aree rurali.

     Strutturazione dei progetti specifici proposti, preclassificati in gruppi secondo i bisogni di ciascun paese o regione.

     Creazione di una commissione interdisciplinare per dare forma ad un contesto giuridico atto a  stimolare l'investimento privato nel settore energetico, utilizzando l'esperienza di cooperazione acquisita dall'Europa in altri contesti quali, ad esempio, l'Europa dell'Est o il Sudamerica.